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Pagano (Qlash): 'eSports, intervenga Coni ma no a soluzioni monche'

21 maggio 2019 - 10:36

Alla presentazione del libro 'eSports: un universo dietro al videogioco', Luca Pagano (Ceo Qlash) torna a chiedere intervento istituzionale per inquadrare i giocatori.

Scritto da Daniele Duso

Milano - “Cosa sono gli eSports? Il titolo del libro credo sia azzeccato, sono un universo fatto di tanti titoli e non è neanche molto corretto parlare di eSports come sinonimo di videogioco. È chiaro che per fare business bene bisogna capire dove stanno le opportunità degli eSports: oggi ci sono in Germania, in Corea e negli Usa, aziende non endemiche che stanno investendo milioni. Hanno capito che se vogliono comunicare ai giovani devono puntare sugli eSports. Ci sono certo anche dei punti critici e questi possono essere superati, direi che devono essere superati, con una regolamentazione oculata che, come è successo per il mondo del gaming, può portare stabilità, investimenti e posti di lavoro”.

 

Lo rileva Luca Pagano, Ceo del team Qlash, nel corso dell'evento di presentazione per il libro "eSports: un universo dietro al videogioco", edito da Gn Media, realizzato con Eurispes, Aics e Credito Sportivo, tenutosi oggi,  martedì 21 maggio, all'ippodromo Snai di San Siro di Milano.
 
“Ad oggi l'industria degli eSports deve ancora scoppiare. Va cambiato l'orizzonte culturale: oggi i ragazzini di 3/4 anni usano iPad e smartphone con naturalezza. Questa generazione guarderà agli sport elettronici come noi oggi guardiamo agli sport tradizionali.
Sull'inquadramento dei giocatori non c'è ancora una soluzione. Ognuno cerca di trovare la migliore soluzione, nel rispetto del ragazzo. Sono un sostenitore dell'intervento istituzionale, magari del Coni, ma la mia paura è che nella fretta si vadano a creare soluzioni monche, per non dire dannose”, conclude Pagano.
 

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