skin

Curcio (Sapar): “Bene contrasto alle sale illegali, diminuire macchine senza danneggiare operatori legali”

17 luglio 2014 - 08:35

“Siamo convinti che contrastare il gioco illegale, chiudendo i centri non autorizzati come è accaduto negli ultimi giorni a Milano, sia la giusta strada da percorrere e per questo ringraziamo il lavoro delle forze dell’ordine. Attenzione però, quando sentiamo parlare di città no slot, a non confondere questo sistema sommerso con la filiera degli operatori legali, aziende che operano nel rispetto delle norme previste dallo Stato e che creano occupazione”.

Scritto da Redazione
Curcio (Sapar): “Bene contrasto alle sale illegali, diminuire macchine senza danneggiare operatori legali”

Lo afferma Raffaele Curcio, presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, che riunisce 1.500 tra gestori, produttori e rivenditori di apparecchi da intrattenimento.

 

 

LA DELEGA E LA RIFORMA DEL SETTORE - “Siamo convinti - prosegue Curcio - che la delega fiscale sia l’occasione giusta per una revisione organica del settore dei giochi, regolamentando tutte le forme senza demonizzarne alcune rispetto ad altre: deve necessariamente essere una legge dello Stato a dare l'indirizzo alle amministrazioni locali, per eliminare le difformità. Per quanto riguarda gli apparecchi, abbiamo già ribadito la nostra disponibilità a una riduzione di un'offerta che riteniamo attualmente sproporzionata, mentre per le sale da gioco auspichiamo una regolamentazione più precisa delle nuove aperture. Tutto questo si può fare senza danneggiare imprese che producono occupazione”.

Una presa di posizione chiara anche per quanto riguarda la lotta al gioco d'azzardo patologico (Gap). “Il GAP è un problema che la nostra categoria vuole contrastare - continua Curcio - per questo motivo fare autocritica, quando è necessario, non ci spaventa. Nel tempo abbiamo dato vita a una serie di iniziative concrete per promuovere il gioco responsabile come, per esempio, la campagna ‘Affinché il gioco rimanga un gioco’, e continuiamo a fare proposte in questo senso restando aperti al dialogo con tutti i soggetti impegnati, comprese le istituzioni. Pensiamo che il problema si risolva con una maggiore informazione e promuovendo le giuste campagne educative, e non con il semplice proibizionismo”.

 

Articoli correlati