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Filippone (Fngp): "Un nuovo modello di filiera che parta dal gestore e dalle Awp"

13 marzo 2015 - 10:20

Roma - Un nuovo modello di filiera, che passi dal riconoscimento della figura del gestore di apparecchi e che punti all'introduzione del concetto di rete di imprese anche nel comparto del gioco pubblico.

Scritto da Ac
Filippone (Fngp): "Un nuovo modello di filiera che parta dal gestore e dalle Awp"

È questo, in estrema sintesi, il progetto promosso dalla Federazione Nazionale Gioco Pubblico (Fngp), come spiega il presidente Ezio Filippone: “In questo momento di grande cambiamento del comparto dettato dalla prossima emanazione della legga Delega, crediamo che sia opportuno proporre un nuovo modello di organizzazione dei giochi, che parta dall’affermazione del gestore di apparecchi attraverso un riconoscimento giuridico di questa figura, che solo in questo modo potrà avere un futuro garantito, senza dover essere in balia del mercato e degli equilibri oggi sempre più precari nella filiera”. Un nuovo modello che, secondo Filippone, si sposerebbe alla perfezione con quello promosso da Obiettivo 2016 e dal suo leader Maurizio Ughi nei giorni scorsi e che ha registrato ampio consenso nel settore. Ma non è tutto. “Un obiettivo particolarmente utile per il raggiungimento di questo obiettivo, per esempio, è l'attuazione del progetto della Rete di impresa, disciplinato a livello generale ma mai applicato al settore del gioco, che potrebbe invece rappresentare un modello di sviluppo e consolidamento per le imprese di gestione che facendo rete possono ottenere un riconoscimento del proprio ruolo”. L’obiettivo della Federazione è quindi quello di provare a costruire un nuovo modello, non di contrapporsi e "resistere" a quello che si sta definendo con la legge Delega. Ad eccezione, tuttavia, del punto centrale di quella riforma, che prevede la sostituzione delle attuali new slot con macchine collegate gestite da remoto e molto più simili alle Vlt. “In questi mesi abbiamo quasi dimenticato l’esistenza delle cosiddette Awp 3, cioè quella nuova generazione di new slot che era stata definitiva dal legislatore, disciplinata e sottoposta anche alle autorità comunitarie, ma mai attuata. Nonostante questo decreto fosse pronto per l’adozione e mancava soltanto la pubblicazione, oggi non viene neppure preso più in considerazione, in modo a mio giudizio ingiustificato, tenendo conto della rivoluzione che si andrebbe a compiere con la creazione delle nuove slot/Vlt".

 

NUOVI STRUMENTI PER IL GESTORE - "Nel nostro documento, che abbiamo consegnato al sottosegretario all'economia, Pier Paolo Baretta nonché all'Agenzia dei Monopoli, abbiamo proposto di riqualificare il gestore attraverso nuovi strumenti giuridici e organizzativi, come il contratto di rete di imprese: una forma di aggregazione flessibile e innovativa basata su un programma comune tra le imprese aderenti (concessionari e gestori) volta alla ricerca di nuove tecnologie e nuovi modelli di business. Questa soluzione consentirebbe di conferire ai gestori il ruolo di garanti della legalità e presidio del territorio, trasformandoli in risorse utili sia per il concessionario che per l'Agenzia delle Dogane", aggiunge.

Il contratto di rete di imprese "potrebbe rappresentare anche una nuova modalità relazionale del settore - aggiunge Filippone - che consentirebbe a tutti gli operatori di pervenire a un'unica visione delle loro esigenze".

 

CHE COSA E' - Il contratto di rete è un accordo con cui più imprese, attraverso un programma comune, si impegnano a collaborare per la crescita della capacità innovativa, la crescita della competitività. Nel primo caso l'impresa accede e migliora, tramite la rete, le proprie capacità di innovazione. Nel secondo la rete incrementa la capacità concorrenziale sia singola che di rete stessa sui mercati di riferimento. Il programma di rete può prevedere: la collaborazione in forme e ambiti predeterminati attinenti l'esercizio delle proprie imprese; lo scambio di informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica.

Inoltre la Federazione ha segnalato agli stessi referenti "l'anomalia rappresentata dalla proposta di una nuova macchina in sostituzione delle Awp che sia più simile alle Vlt, dimenticando completamente il progetto delle 'Awp3' che ci era stato detto, qualche mese fa, essere stato accantonato in attesa di farlo confluire nella legge Delega. Ma questa confluenza non c'è stata - dice Filippone - anzi, c'è stato un completo e pericoloso rimpiazzo con la proposta di queste 'Vlt leggere'. Anche se non si capisce come possa essere definita una Vlt leggera e soprattutto come sia risibile la proposta di 'collegare in rete le Awp' quando le stesse attuali macchine sono collegate in rete da più di dieci anni".

 

 

LA FIGURA DEL GESTORE – Secondo la Federazione “il gestore è l’imprenditore che, agendo in forma individuale o societaria, con investimento e rischio di capitale proprio, e operando con le prescritte autorizzazioni nel settore delle macchine da gioco, allaccia le sue macchine alla rete pubblica ovvero le gestisce all'interno dei locali ove ne è concessa l’allocazione direttamente, oppure con quegli esercenti con cui c'è un vincolo contrattuale’.

 

LA PROPOSTA SULLA SOSTITUZIONE DELI APPARECCHI –Prima di addentrarsi sull’impatto del progetto di sostituzione degli apparecchi nella grande distribuzione, la Federazione fa alcune considerazioni sui costi della soluzione con apparecchi da remoto. La rete di collegamento dei nuovi apparecchi dovrebbe quasi certamente avere le caratteristiche come quelle delle attuali Vlt, quindi del tipo Mpls con collegamenti Adsl o fibra. Sulla base di costi già sostenuti per le Vlt (600 euro a punto), è stimabile in circa 50 milioni il costo di rete per 80mila punti, cui vanno aggiunti 200 milioni per costi una tantum di server e licenze software, compresi i costi di certificazione. Apparecchi e giochi vanno sostituiti completamente per un costo di circa 3mila euro ad apparecchio per 300mila unità, pari a circa 900 milioni. I fornitori della tecnologia Vlt, tutti stranieri, percepiscono oggi il 10 percento del ricavo netto che, a valori 2014 di volume di gioco delle Awp, equivale a circa 300 milioni all’anno. Pertanto, negli anni che rimangono per la fine della concessione, i costi di tecnologia di sistemi e apparecchi ammonterebbero a circa 2,5 miliardi e non sarebbero facilmente ammortizzabili.

Nell’ipotesi che i nuovi apparecchi abbiano in futuro una raccolta pari a quella del 2014, circa il 20 percento del ricavo netto verrebbe speso per il nuovo sistema tecnologico.

Fatta questa premessa sui potenziali costi, la Federazione si chiede quali siano i vantaggi di un tale sistema rispetto alle Awp3. Abbiamo visto che Awp3 garantisce contro i minori e che l’eventuale manomettibilità è ridotta al massimo. Il gioco in rete può avere solo un coefficiente di sicurezza leggermente superiore che comunque non giustifica un investimento di miliardi.

Per il resto, sono individuabili solo svantaggi:

- portare i nuovi apparecchi nell’attuale rete commerciale del gioco è pericolo di diffusione del gioco d’azzardo spinto e non sono ancora noti i parametri Vlt nei bar. Questo disegno, secondo la Federazione, contrasta con le soluzioni fin qui adottate di confinare le Vlt nelle gambling hall, luoghi chiusi e in numero limitato (oggi poco meno di 5mila), e porterebbe il gioco d’azzardo patologico in tutta Italia, con grave pericolo, questa volta, per la salute pubblica e la sicurezza sociale.

- il progetto dei nuovi apparecchi è di dubbia realizzazione nei tempi previsti nonché di dubbia realizzazione in assoluto perché non è conosciuta al mondo una rete di Vlt online real time di queste dimensioni anche se articolata su 13 concessionari.

- incertezza sul futuro degli operatori italiani. Le Awp sono prodotte in Italia come pure i giochi ivi residenti. Viceversa, le tecnologie Vlt sono esclusivamente straniere (Usa, Uk, Austria), con soluzioni spesso proprietarie nel senso che cabinet e giochi devono obbligatoriamente essere degli stessi provider delle soluzioni tecnologiche.

- da ultimo, la posizione dei concessionari che dovrebbero provvedere a questo enorme investimento. In conseguenza delle ben note vicende legislative e giudiziarie, in cui sono incorsi nel passato, oggi i concessionari sono fortemente indebitati. Per cui, anche se aderissero al progetto di sostituzione delle Awp, potrebbero intravedere gli stessi pericoli del passato per il mancato raggiungimento degli obiettivi imposti dal regolatore. In altri termini, è anche dubbio che gli attuali concessionari possano aderire a un progetto altamente costoso e potenzialmente ad alto rischio.

Le nuove apparecchiature tipo Vlt non sembrano presentare vantaggi rispetto alle previste Awp3. Presentano viceversa molti aspetti negativi: alto costo di investimento, manutenzione e gestione; rischio che i parametri di gioco, per risultare remunerativi, debbano essere modificati al rialzo e comportino per il giocatore il pericolo di gioco aggressivo e d’azzardo; grave danno all’economia italiana per la perdita di produzione da parte dell’industria italiana del gioco e la consegna nelle mani di operatori stranieri; forti dubbi che gli attuali concessionari, già tutti fortemente indebitati, possano accettare impegni finanziari così gravosi; dubbia fattibilità tecnica nei tempi previsti, complessa realizzabilità e successiva gestione.

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