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Anacapri vota referendum no slot, il sindaco Cerrotta: 'Più poteri ai Comuni'

26 maggio 2015 - 10:55

I cittadini di Anacapri, piccolo Comune nell'isola di Capri, domenica 31 maggio non voteranno solo per le elezioni regionali. Saranno infatti chiamati ad esprimersi sul primo referendum nazionale in materia di gioco rispondendo al quesito: Sei favorevole a tenere distanti dai luoghi sensibili i locali che ospitano le slot machine e le new slot?

Scritto da Fm
Anacapri vota referendum no slot, il sindaco Cerrotta: 'Più poteri ai Comuni'

 

L'iniziativa, finora inedita nelle tantissime città che si sono dotate di un proprio regolamento anti-Gap, vuole dare ulteriore legittimità alle norme approvate nell'ottobre 2014 in materia di giochi leciti, che ne vietano la presenza a una distanza di 150 metri da luoghi come scuole, luoghi di culto, centri giovanili o bancomat.


IL SUPPORTO DEI CITTADINI - Un punto d'onore per il sindaco di Anacapri, Francesco Cerrotta, che a Gioconews.it ribadisce l'importanza di lasciare ai Comuni la facoltà di disciplinare un fenomeno tanto importante come il contrasto al gioco patologico. "I nostri cittadini hanno già dimostrato di seguire e apprezzare le scelte compiute dall'amministrazione comunale in materia, in occasione di diversi incontri pubblici. E sono convinto che conforteranno anche la nostra decisione di stabilire dei luoghi sensibili a prova di slot".

 

PIU POTERI PER I SINDACI - Nessun timore che l'atteso decreto legislativo sulla Delega fiscale in arrivo a giugno sparigli le carte. "Ci auguriamo che questo provvedimento, non solo non tolga poteri ai Comuni ma anche li innalzi. Visto che spetterebbe ai sindaci stabilire cosa è meglio e cosa no per la propria città. Allo stato attuale purtroppo non possiamo decidere da soli, ma solo porre dei limiti. Ma la domanda è: perché il Governo non fa un conteggio di quanti siano effettivamente le entrate fiscali incamerate grazie al gioco e i soldi necessari per la spesa sanitaria collegata al Gap? Nessun incasso può giustificare la rovina di intere famiglie. Noi siamo contrari e lo saremmo anche se lo Stato decidesse di dare ai Comuni una parte delle entrate".

 

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