Agli Australian Open ricompare il courtsiding, l'incubo delle scommesse live
Eppure sembrava un fenomeno quasi debellato, di sicuro sfumato e che stava per lasciare lo sport e le scommesse libere dal solito alone di illegalità.
Un audace 22enne australiano, però, c'ha riprovato mettendo in pratica il 'courtsiding'. Di cosa si tratta? Semplicissimo, nella terra dei canguri e delle sconfinate vallate che ricordano ormai la saga di Tolkien, si sta giocando il torneo di tennis del Grande Slam, gli Australian Open.
LA SCOPERTA DELLA POLIZIA - Alcuni ufficiali di polizia hanno prima scoperto e poi arrestato il giovane che, dotato di uno smartphone e di un tablet, stava inviando dati utili per scommettere 'live' su un match di tennis.
Senza scommettere direttamente a bordo campo come in tanti fecero alla comparsa delle prime scommesse live, la 'talpa' si limitava a spedire informazioni utili all'estero.
COME FUNZIONA? - Dall'altro capo della connessione internet c'era chi puntava 'live' sfruttando sempre quel delay che i bookmakers purtroppo non riescono ad abbattere e che consentono a chi è sul posto di avere un vantaggio clamoroso. Puntare su un singolo 15-15 o 15-30 o su un gol realizzato da una squadra o meglio su un cartellino giallo o rosso è semplicissimo. Basta segnalare il fatto accaduto ed essere abbastanza pronti a puntare soldi e schiacciare il bottoncino sul sito di scommesse online che offre quel mercato di gioco.
RICADUTA - I fatti purtroppo ricorrono visto che questa modalità di scommettere scorretta era già finita sotto osservazione durante la scorsa edizione degli Open. Ora il 'courtsiding' è diventato illegale in Australia. L’uomo fermato ora rischia una pena fino a 10 anni di carcere, si legge sul sito della polizia locale.