Il mondo del gaming non ha ancora risolto la "questione donne": due donne su tre raccontano di aver subito abusi durante sessioni di gaming.
A dirlo è un'inchiesta pubblicata qualche giorno fa a SkyNews.com (anche in video, sul canale Youtube dell'emittente) a firma di Mickey Carroll, giornalista scientifica e tecnologica, che per qualche settimana si è introdotta in una chat room di gioco.
"Per scoprire come vengono trattate le giocatrici nel 2024", racconta la giornalista, "ho deciso di iniziare giocando a Call of Duty, uno dei giochi multiplayer più popolari. Wuando ho effettuato l'accesso, la chat di gioco era stranamente silenziosa: il gioco aveva finalmente ripulito il suo atto? Ma le mie speranze sono state infrante quando i giocatori veterani mi hanno indirizzato a Discord, la piattaforma social che si vanta di essere la casa spirituale del gioco."
"Era il mio turno", inizia Carroll, "dopo settimane passate in una chat room di gioco, sono stata notata. Certo, la mia immagine del profilo mostrava che ero chiaramente una donna, ma non avevo rivelato niente altro. Poi ecco che, improvvisamente, è toccato a me: non ho avuto il tempo di dire una parola che hanno cominciato a chiamarm 'sporco c***o', mentre qualcun altro chiedeva di 'vedere quel c***o' e un altro mi ha chiamato 'scoria', mentre altre persone mi hanno detto che ero brutta, addirittura dicendomi 'ti odio'."
E non c'è modo di segnalare gli utenti di Discord per i commenti che fanno nella chat vocale, questa possibilità è limitata alle chat scritte, che tuttavia sono davvero poco utilizzate.
"gli sviluppatori di Call of Duty, Activision, mi hanno detto che il loro recente lancio della moderazione vocale dell'IA ha portato a una diminuzione del 25 percento della quantità di abusi tossici a cui i giocatori sono esposti."
L'inchiesta di Carroll cita anche uno studio condotto da Jenny McBean di Bryter, una società di ricerca online, che nel 2023 ha preso in esame un campione di circa mille ragazze giocatrici, il 65 percento delle quali afferma di aver subito abusi e violenze, soprattutto su Discord, da parte degli altri videogiocatori di sesso maschile.
I numeri mostrano un miglioramento rispetto al 2022, dove le vittime erano il 72 percento delle intervistate, registrando quindi una forte diminuzione, anche se il problema rimane molto lontano dalla risoluzione, legato talvolta anche alla rappresentezione stessa delle donne nei videogame.
In merito a Discord intanto, Carroll precisa che "sebbene l'abuso a cui ho assistito in prima persona fosse in Discord, non è un problema esclusivo di quest'app. Le donne con cui ho parlato mi hanno detto di aver sperimentato odio anche nei giochi in cui le chat vocali sono ancora attive."
Il tema, che purtroppo torna alla ribalta periodicamente, dimostra ancora una volta che nonostante progetti (e progessi annunciati, tempo fa è nato anche un videogame specifico, Ndr), la strada da percorrere per il rispetto delle giocatrici online è ancora tantissima, almeno fino a che ci sarà una ragazza costretta da dire, come Jenny McBean che "vedo tutti questi giochi che escono e penso: 'Questo sì potrebbe essere divertente', poi però ho troppa paura per provarci."