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Gran Sasso Videogame, la fisica si impara giocando

31 maggio 2018 - 08:01

Si chiama Gran Sasso Videogame il gioco gratuito finanziato dal Miur che insegna la fisica, in un viaggio nel più importante laboratorio sotterraneo del mondo.

Scritto da Redazione

Un imprevisto spazio-temporale ha catapultato l’alieno Zot nei Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, solo la conoscenza della  fisica lo aiuterà a tornare a casa. È questa la sfida del primo videogioco ambientato nei veri laboratori sotterranei di fisica delle astroparticelle più  grandi del mondo: i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, dove si realizzano ricerche di punta in fisica.

Gran Sasso Videogame è uno strumento di orientamento attivo nato per avvicinare gli studenti alle frontiere della fisica e alle possibilità offerte dalle carriere scientifiche ed è rivolto ai ragazzi tra i 14 e i 19 anni e ai loro insegnanti.


Gran Sasso Videogame, accessibile gratuitamente dal sito www.gransassovideogame.it, è uno strumento innovativo per la didattica della fisica, con un puzzle browser game in ammiccante grafica 8 bit.
 
Candidato al “Premio PA sostenibile 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030”, Gran Sasso Videogame è stato selezionato tra i quasi trecento progetti pervenuti ed è stato individuato come il più significativo nella categoria: “Capitale Umano ed educazione”. Per realizzare il videogioco ricercatori, comunicatori e sviluppatori hanno lavorato integrando le loro competenze. Prima della sua finalizzazione il videogioco sarà testato nelle scuole  con studenti e insegnanti. In questo modo le scuole saranno coinvolte in un percorso di valutazione che porterà alla finalizzazione di materiali utili a parlare di fisica in classe. La realizzazione di nuovi percorsi formativi e la valorizzazione del capitale umano passano anche attraverso la messa a punto di  strumenti che con il linguaggio dei millennials li coinvolgano in una sfida che vale il futuro.
 
 
COM'È NATA L'IDEA - L’idea di realizzare un videogioco ambientato ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso nasce da una ricercatrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Alba Formicola, che racconta: “Da uno sguardo sulla vita quotidiana di mio figlio, immerso con il suo smartphone, mi è sembrato naturale proporre un videogioco per incuriosire i ragazzi alla  fisica”. Successivamente, grazie a una sinergica collaborazione con Francesca Conti , Ceo dell’agenzia di comunicazione formicablu srl, questa idea comincia a prendere forma. Francesca commenta: “Ero molto curiosa di conoscere i Laboratori del Gran Sasso. Dopo averne percorso le gallerie e avere ascoltato i  ricercatori raccontare dei loro esperimenti, la mia curiosità è aumentata ancora di più ed è stato allora che ho visto la sfida della ricerca diventare un  gioco”. “Gran Sasso Videogame vuole essere innanzitutto un gioco, dove l'intento divulgativo non limita la giocabilità e il divertimento” - aggiunge Lisa  Lazzarato (formicablu srl) coordinatrice del gruppo di lavoro giocabilità e contenuti didattici - “E viceversa la fisica che viene rappresentata non è pura  finzione per rendere il gioco più cool, ma una rappresentazione verosimile della ricerca attuale in fisica. Bilanciare questi due aspetti è stata la più  grande sfida di questo progetto.” “Una delle cose più entusiasmanti è stato vedere in Gran Sasso Videogame gli stessi ambienti dei Laboratori estremamente fedeli
alla realtà” sottolinea Alessia Giampaoli (Lngs), coordinatrice del gruppo di lavoro ambientazione e contenuti scientifici che aggiunge “Fondamentale è stato  il confronto con Alba ed altri ricercatori per la realizzazione di un prodotto divertente si, ma corretto dal punto di vista scientifico.” "Abbiamo scelto la  tecnologia Html 5 per far sì che il gioco fosse immediatamente accessibile su computer, tablet o smartphone con un solo click, senza dover installare nulla, e  un genere di gioco, l'avventura "platform", conosciuto da tutti, grandi e piccoli" commenta Ivan Venturi fondatore della società incaricata per lo sviluppo  del videogioco.
 
 
 
L'AMBIENTAZIONE NEL GRAN SASSO - Situati tra le città di L’Aquila e Teramo i Laboratori sono sovrastati da 1400 metri di roccia del massiccio del Gran Sasso, ospitano in tre gallerie più di dieci esperimenti che riguardano principalmente la fisica del neutrino, la materia oscura e l’astrofisica nucleare. Sono utilizzati come struttura a livello  mondiale da circa 1000 scienziati provenienti da oltre 25 Paesi. È proprio in quest’ambiente che l’alieno Zot incontrerà gli scienziati che lo aiuteranno a  tornare a casa, per riuscirci però dovrà dare il suo contributo rimettendo in funzione alcuni esperimenti. Nel videogioco, di genere platform, gli ambienti  dei Laboratori e la strumentazione sono ricostruiti con la tecnica della pixelart. La trama del gioco si articola su ricerche che gli scienziati stanno  realmente realizzando. E allora durante il gioco l’alieno Zot scoprirà dov’è che si trova il metro cubo più freddo dell’Universo, cos’è e a cosa serve un  cristallo ultrapuro o cosa ci fa in un laboratorio di fisica il piombo romano, recuperato da un relitto affondato lungo le coste della Sardegna e messo a  disposizione della ricerca dal Ministero dei beni e delle attività culturali.

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