Doug Polk vince l'High Stakes Feud e Negreanu paga 1,2 milioni $

Ha finito in attacco come una squadra che dilaga in goleada in un match che sta dominando. Altri 255.722 dollari vinti da Doug Polk in 1.718 mani che alla fine hanno superato abbondantemente le 25mila mani fissate all’inizio dell’High Stakes Feud, con il conto alla cassa per Daniel Negreanu che sale a 1,2 milioni di dollari. Un bel pezzo di un bankroll che non conosciamo ma che, comunque, soffrirà un colpaccio del genere. E per fortuna che non ci sono i live altrimenti Daniel si sarebbe giocato la stagione intera, forse due se non tre. Figuriamoci quanto per i comuni mortali. C’era qualche quota, chi scommetteva su di lui e, anzi, in molti compreso il nostro Max Pescatori, hanno espresso stima per il canadese che si è seduto online (molto piacere congeniale il live per lui) ai bui 200/400 dollari e nel main game di MicroStakes.

Nelle stats finali Negreanu potrà dire di aver vinto 17 sessioni su 36 giocate (di cui una live, la prima), e anche di aver portato a casa quella più ricca, la 31esima da oltre 390mila dollari che aveva riacceso le speranze. Ma il tema della sfida è stato sempre quello: anche se Daniel vinceva 3-4 sessioni di fila, Polk colpiva durissimo l’avversario con vittorie sempre a 6 cifre e dai 130k in su fino ai 330k della sua vittoria più larga. Le ultime due sessioni sono state entrambe sopra i 200mila dollari, Negreanu ha vinto anche per 45mila o 30mila dollari. La differenza è stata tutta lì.

Varianza? Capacità di colpire duramente superiore da parte di Doug? Le famose tabelle che Polk utilizza nel gioco e che hanno anche insinuato il dubbio che non fosse lui a giocare e che non fosse solo? I due analizzeranno tutto. Fatto sta che Polk ha vinto e per un importo pazzesco.

Non ci saranno rivincite ma Negreanu sembra averci preso gusto (singolare no?) visto che si vocifera di una sfida con Phil Galfond che è reduce da tre vittorie su sfide simili anche se con un game totalmente diverso, il Pot Limit Omaha. I due, però, dovrebbero sfidarsi a Hold’em. No Limit, ovvio. Forse perché lo stesso Galfond, che ha capito che lo spettacolo è totalmente differente e l’audience pure, nonostante il pubblico Usa in generale sia molto più skillato per il Plo. Il Nlh, in effetti, è il Nlh.