skin

Il Winamax Poker Tour, ora, è vietato davvero: la Cassazione francese boccia il ricorso della room

13 febbraio 2020 - 17:43

Il Winamax Poker Tour ora è vietato davvero: la Corte di Cassazione francese ha respinto il ricorso in appello della room francese. 

Scritto da Ca

La Corte di Cassazione francese ha respinto il ricorso di Winamax contro la decisione della Corte d’appello di Parigi e il Poker Tour della popolarissima room francese, ora, rischia di essere irrimediabilmente compromesso. La sentenza del 29 gennaio 2020 ha confermato il carattere illecito del WiPT che, se non riesce ad adattare e modellare alcuni suoi format, rischia di non poter più soddisfare la domanda “dal vivo” delle decine di migliaia di players che amano la sala leader francese. 

La battaglia legale che, per più di due anni, ha visto Winamax opporsi al Syndicat des Casinos Modernes de France, al Syndicat Casinos de France, all'Associazione des Casinos Indépendants Français e alla Société des Forges Thermales ha appena vissuto il suo epilogo. Tutti ricordano la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Parigi il 23 maggio 2018. Furono i giudici di questa assise che, pochi mesi dopo, avevano convinto i capi della room a passare a una formula online al 100% per il Winamax Poker Tour.

Inutili, ormai, le battaglie legali della room. In una sentenza emessa il 29 gennaio 2020, la Corte di cassazione ha respinto tutti i motivi sollevati dalla Winamax nel suo ricorso. Il tribunale supremo dell'ordine giudiziario francese conferma in particolare la posizione dei giudici di appello in merito alla partecipazione finanziaria richiesta dai partecipanti al Winamax Poker Tour: “Se i ticket per l'iscrizione e la partecipazione al torneo possono essere ottenuti gratuitamente, questi dovrebbero essere integrati da punti fedeltà ottenuti praticando il gioco d'azzardo nella room o sul sito, che richiedono scommesse finanziarie reali dai giocatori. La Court of Appeal ha quindi correttamente dichiarato che la partecipazione al torneo ha richiesto un sacrificio finanziario da parte dei partecipanti”.

Insomma, il problema starebbe proprio nell’ipotesi che alcuni buy in non siano totalmente gratuiti ma comportino, comunque, l’esborso online di somme giocate d’azzardo. 
La Corte riassume: “Avendo notato che il torneo Winamax Poker Tour, organizzato nei teatri, relativo a un gioco d'azzardo che ha suscitato la speranza di un guadagno, è stato oggetto di un'offerta al pubblico per mezzo di una pubblicità importante, ha richiesto un sacrificio finanziario e che soddisfaceva queste quattro caratteristiche, la Corte d'appello ne dedusse esattamente che questa società non era conforme alle norme applicabili, il che costituiva un disturbo manifestamente illecito.

Articoli correlati