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Svizzera: in Ticino al varo una legge per vietare i 'piccoli' tornei di poker

23 novembre 2020 - 10:16

L'adeguamento della legge cantonale sui tornei di poker nel Ticino potrebbe tramutarsi in un divieto. 

Scritto da Ca

In Svizzera non vanno bene neanche i “piccoli” tornei di poker e le scommesse sportive locali. Ora arriva anche la proposta in Ticino di un “divieto sul suolo cantonale di organizzare piccoli tornei di poker e scommesse sportive locali”. È quanto prevede il messaggio governativo concernente l'adeguamento della legislazione cantonale dopo l'entrata in vigore, il primo  gennaio 2019, della nuova legge federale sui giochi in denaro (Lgd) che avevamo presentato nelle scorse settimane. Avevamo detto che tutti i cantoni avrebbero poi interpretato la legge e l’avrebbero autorizzata o meno. E appare alquanto fuorviante e sproporzionata la posizione di Dario Gennari, membro di comitato del Gruppo azzardo Ticino-Prevenzione che è dietro al “NO” alla legge sui piccoli tornei. Neanche il nome e la dimensione di questi eventi basta ai detrattori del gioco. Secondo Gennari, intervenuto a “laRegione”, si tratta infatti di casi nei quali “si tende a sottostimare i pericoli con il rischio di poi perdere il controllo, entrando in una spirale negativa dalle quale è molto difficile uscire”.

La Lgd è stata approvata in votazione popolare nel giugno del 2018. La nuova legge disciplina, fra l'altro, “l’adattamento delle legislazioni cantonali e degli accordi intercantonali in materia di giochi in denaro”. Approfittando del “margine di manovra concesso ai Cantoni”, uno “specifico Gruppo di lavoro” ha così elaborato un progetto di legge che prevede di vietare piccoli tornei di poker e scommesse sportive locali. Il governo ritiene infatti “che una loro ammissione comporterebbe più svantaggi che vantaggi, in particolar modo a livello sociale”. Il Ticino si spingerebbe quindi più in là rispetto alla legge federale che, invece, permette ancora a certe condizioni di organizzare piccoli tornei di poker. La revisione della normativa prevede anche “l’introduzione, a determinate condizioni, dell’esenzione dell’obbligo di richiedere un’autorizzazione per l’organizzazione di piccole lotterie qualora esse siano proposte direttamente da associazioni a carattere locale (sportive, culturali, religiose, ecc.)”.

Siamo alle solite. Invece di controllare e regolare piccole partite che potrebbero facilmente essere preda di bische e di partite casalinghe, si preferisce ragionare con l’arma “medievale” del divieto e dell’oscurantismo.

Unire tornei di poker con small buy in, poi, è ancora meno pericoloso e si tratta di un intrattenimento molto longevo con bassissimo rischio. L’ennesimo “esperto”, però, non è convinto: “Sia online, sia nei piccoli tornei di poker vengono spesso effettuate delle cosiddette micro-puntate -  afferma Gennari - e questo porta le persone a non essere veramente consapevoli che stanno giocando d’azzardo: vi è la percezione che i rischi sono bassi. Il problema è che le micro-puntate si sommano e si può arrivare a situazioni nelle quali si perdono grosse somme di denaro”. Ciò “non accade solo quando vi è una vera e propria dipendenza dal gioco, già in una fase precedente si può perdere il controllo e sviluppare il cosiddetto ‘pensiero magico’ di riuscire a ottenere una grande vincita che coprirà tutta la situazione debitoria”.

E’ la stessa cosa di chi mette il Dietor nel caffè per combattere la sua obesità e poi si mangia 10 paste a merenda. E dallo zucchero nel caffè o da piccole porzioni è sempre stato difficile diventare obesi.

Dipingere, poi, i piccoli tornei di poker sembra alquanto fuorviante: “Queste attività possono in effetti generare un giovamento iniziale, ma se si sottostima il rischio possono anche essere parecchio pericolose -  precisa Gennari - in situazioni nelle quali a livello psichico e sociale siamo molto sotto pressione, vi sono persone che cercano di alleviare le loro sofferenze giocando d'azzardo o anche, ad esempio, consumando alcol”. Finché non si eccede, ciò non diventa per forza un problema, ma cercare di distrarsi o stare meglio “con qualcosa che è potenzialmente pericoloso, è perlomeno rischioso”. Inoltre, in questo momento ci troviamo nel bel mezzo di una pandemia: “Siamo in una situazione economicamente difficile, che può anche protrarsi e peggiorare. Il gioco d’azzardo potrebbe per molti sembrare una via d’uscita, ma ovviamente non lo è”.

  

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