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Pagano (Qlash): 'Gestione stress e pensiero veloce accomunano videogame, poker e gestione aziendale'

10 maggio 2024 - 16:03

Intervenendo nella puntata di oggi, 10 maggio, del podcast 'Videogame - Molto di più in gioco' di Emilio Cozzi su Radio 24 il Ceo di Qlash, Luca Pagano, ha raccontato il suo percorso parlando anche di ludopatia, un fenomeno che, a suo parere, non va limitato al controllo del prodotto, ma va studiato a fondo.

Scritto da Dd
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"Il poker online ha cambiato tutto, sia nell'approccio al gioco come anche in quella che è l'analisi statistica delle giocate e quindi appunto delle strategie che si possono mettere in atto. Ci sono degli stili nuovi che prima del poker online non si potevano neanche immaginare, anche l'esistenza di software dedicati per l'analisi statistica di determinate giocate. Alcuni software, chiamati anche solver, hanno risolto quello che è il gioco del poker: oggi si sa cosa significa giocare in maniera perfetta a poker e quindi questo ha portato a grandissimi cambiamenti nelle giocate anche dei più forti professionisti."

A dirlo è Luca Pagano, giocatore di poker professionista e Ceo dell'organizzazione esports Qlash, intervenuto qualche giorno fa nel podcast "Videogame - Molto di più un gioco", realizzato dal giornalista Emilio Cozzi per il network di Radio 24. Come anticipa in premessa lo stesso Cozzi siamo abituati a considerarlo semplicemente poker, "ma il poker online è a tutti gli effetti un gioco competitivo in rete, con più affinità con gli esport di quanto si pensi". Una premessa che trova d'accordo Pagano.

"Esistono delle somiglianze come la capacità di concentrazione, di gestione dello stress oltre che di prendere decisioni rapide e sotto pressione", spiega Pagano, "chiaro che in un gioco come Call of Duty le abilità richieste sono molto diverse. Nel poker la psicologia, e la capacità di leggere negli occhi degli avversari, sono capacità fondamentali, mentre nei videogiochi, come Call of duty, i riflessi e la coordinazione occhio umano giocano un ruolo ancora più significativo. Se invece parliamo di giochi come possono essere anche altri giochi di carte, anche virtuali, come Magic o Heartstone o anche Pokémon, Ecco che lì ci sono somiglianze ancora più profonde tra quello che è il videogioco e il poker."

Ma secondo Pagano la somiglianza più evidente, e più importante, tra un giocatore di poker e un videogiocatore, così come anche con un manager di un'azienda, "è l'essere portati e costretti a prendere tantissime decisioni in pochissimo tempo, e questa è una capacità che si sviluppa gestendo delle aziende, giocando a poker, o giocando ai videogiochi."

In merito al suo percorso professionale racconta che "arrivare dal poker a Qlash per me è stata un'evoluzione. Il prodotto è diverso, non c'è l'elemento del gioco d'azzardo, ma le regole di ingaggio tra i giovani sono le stesse. C'è il professionista, cioè il casual gamer che aspira a diventare professionista, e c'è il content creatore, che ha la capacità di trasformare in linguaggio comune le tecniche. Quello che io facevo un pochino in televisione con il poker, e  quello che stiamo provando adesso a fare su Twitch. Proviamo a raccontare delle situazioni complesse di gioco in un linguaggio comune, facile per riuscire ad avvicinare di più al gioco i casual gamers, e chissà, magari creare nuove star del domani di videogiochi. Per questo penso che tutto quello che ho imparato nel poker online sia anche alla base dei risultati molto positivi che stiamo riscontrando ora in azienda."

Si e parlato anche di ludopatia, in merito alla quale Pagano che spiega come "quando si parla di videogiochi si parla notoriamente a un pubblico molto giovane, che è anche per definizione il pubblico più indifeso da determinate meccaniche. Tuttavia trovo sbagliato a dire che il videogioco è il responsabile di patologie e di ludopatie, perché secondo me il problema è un po' più profondo. Più che puntare il dito su un determinato prodotto bisognerebbe capire meglio quali sono le dinamiche che portano un ragazzo, un giovane adulto, o anche un adulto a cadere nella ludopatia. Detto ciò sicuramente la vera e casinò virtuali su Twitch è un aspetto che va controllato e regolamentato. Ma sono fermamente convinto che bloccare determinati contenuti non risolva il problema. Sicuramente bisogna educare non solo il giocatore, ma anche chi fa comunicazione, perché si può raccontare un'esperienza di casinò online, e di poker online, che, attenzione, sono due prodotti completamente diversi, con un linguaggio che metta un po' sull'attenti l'ascoltatore. Certo è fondamentale anche limitare l'età degli ascoltatori che possono usufruire di determinati contenuti."

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