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Poker live: l'unica via è il nulla osta della Questura

27 novembre 2013 - 10:42

Tra sentenze favorevoli, precedenti pesanti come macigni e una legge ineffettiva visto che è ormai inapplicata, il poker live è ancora nel limbo dell'incertezza con i players, i dealers e gli organizzatori a rischio denuncia per gioco d'azzardo.

Scritto da Cesare Antonini

 

Visto che la disinformazione regna sovrana e gli entusiasmi sono facilmente mutevoli dalle stelle alle stalle, è bene precisare alcuni punti per avere un quadro preciso della situazione.

 

CHI PUO' GIOCARE ORA IN ITALIA? - Come premessa l'idea che circola è che, probabilmente, solo due tipi di club possano giocare tranquillamente: chi nella sua zona 'di competenza' ha ottenuto sentenza favorevoli e che in ogni caso delineano dei tratti in cui giocare legalmente e senza sforare nel gioco d'azzardo (limiti buy in, modalità torneo, no rebuy etc etc.) e chi ha un accordo con la Questura che approva l'organizzazione degli eventi preventivamente comunicata.

Secondo questo scenario il problema sembrerebbe ristretto a quelle zone della penisola in cui non ci sono sentenze 'ombrello' che coprono zone ben delineate di territorio. Anche se, giova ricordare, queste pronunce non sono legge e non fanno giurisprudenza. Casomai fanno chiarezza e creano un precedente che inibisce qualsiasi altro controllo o sequestro.

Insomma chi non ha ottenuto queste vittorie in tribunale per scongiurare qualsiasi rischio, dovrebbe effettuare un passaggio in Questura o presso le autorità locali per ottenere un nulla osta e non incorrere in rischi di sequestri e denunce.

 

COSA SERVE PER LA VITTORIA DEFINITIVA? - Dopo aver cantato vittoria il settore del poker live ha dovuto fare i conti, ogni tanto deve fare i conti, con sequestri e denunce. Una vittoria definitiva sarebbe il riconoscimento del poker come sport a livello statale o una nuova legge che disciplini il gioco eliminando le linee d'ombra in cui adesso deve per forza muoversi. Il caso di Roma di questi giorni spiega alla perfezione la situazione. Giocare non è legale e chi non ha delle carte decisive in mano rischia tutti i giorni un controllo, una denuncia.

 

LA CASSAZIONE NON E' LA SOLUZIONE DEFINITIVA - Diffidare anche da chi sbandiera ai quattro venti la sentenza della Corte di Cassazione. Non è la panacea di tutti i mail ma è solo il classico 'salvataggio in corner' dopo tre anni di causa penale e civile, problemi alla fedina penale e spese ingenti per avvocati e ricorsi.

 

LA VIA DELLA QUESTURA - Per questo rimane fondamentale avere una buona copertura con la Questura del territorio in cui si opera. Purtroppo si viaggia sempre a vista e con visibilità ridotta. Ogni 'parrocchia' fa giurisprudenza a sé e non c'è certezza alcuna per chi non ha già vinto la propria battaglia in tribunale. La prudenza da tenere è sempre massima.  

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