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La Svizzera e i 'piccoli tornei di poker': due cantoni hanno approvato la legge federale

16 settembre 2020 - 11:50

Si chiamano 'piccoli tornei di poker' e i cantoni svizzeri stanno decidendo di legalizzarli o meno sulla base di una legge federale. 

Scritto da Cesare Antonini

Li chiamano "piccoli tornei di poker" ed è solo l'ennesima giravolta del governo federale e dei cantoni della vicinissima Svizzera sul gioco dal vivo. Quante volte sono cambiate le leggi sul gioco dal vivo dentro e fuori dei casinò in questi anni? Abbiamo perso il conto.

Ma in questi giorni si sono rincorse diverse notizie tra gli addetti ai lavori e anche su alcuni portali d'informazione che parlavano di una sorta di apertura modello "Far West" ai tornei e ai club di poker live. Ma vediamo di fare chiarezza perché non è esattamente così anche se le possibilità, in effetti, sembrano buone.

COSA DICE LA LEGGE? - In pratica si tratta dei cosiddetti "piccoli tornei di poker" che i cantoni possono decidere (tramite la propria legislaziobe in materia) se approvare o no sul proprio territorio.
Tutto questo è previsto dalla "nuova" legge federale sui giochi in denaro (LGD) entrata in vigore il primo gennaio 2019.
Tuttavia il ritardo è piuttosto evidente e i cantoni ci stanno ancora lavorando poichè una norma transitoria della Lgd dà loro tempo fino al 31 dicembre 2020 per adottare la loro nuova regolamentazione.

SI' MA CHE TORNEI SARANNO? - Secondo la legge, però, non si tratta dei tornei di poker come siamo portati a immaginarli, né come quelli dei casinò, né come quelli dei circoli medio grandi. La legge indica la possibilità di organizzare piccoli eventi con limiti di puntata e anche di vincita ben precisi. Scenderemo nel dettaglio nei prossimi giorni ma pare che questi tornei avranno in molti casi anche premi in natura. Un qualcosa di molto vicino ai limiti imposti ormai da diversi anni dalla Suprema Corte di Cassazione per il poker live nei locali pubblici italiani e nelle associazioni sportive o circoli culturali.

CHE SUCCEDE A BASILEA? - Addirittura molti cantoni li vieteranno, o meglio non li adotteranno mentre altri come Basilea stanno pensando di autorizzarli a determinate condizioni.
Ed è stato proprio il cantone in questione a lanciare la discussione approvando l'organizzazione di questi "small tournaments". L’amministratore del distretto di Basilea ha adattato la legge cantonale sul gioco ai nuovi requisiti federali e il Parlamento di Basilea ha approvato la legge con 84 voti a favore, 1 contrario e 4 astensioni.
Con la nuova legge nei ristoranti pubblici del cantone potranno essere organizzati giochi di abilità con premi in denaro. Saranno consentiti anche tornei di poker di piccole dimensioni.

IL POKER COME SARA' NEI GRIGIONI - Diversa la posizione del Cantone dei Grigioni che ha allentato il divieto assoluto di organizzare tornei di poker a soldi veri ma solo in ambito privato: in effetti si potrà giocare senza autorizzazione in location o ambienti non pubblici. Nei ristoranti, invece, il divieto resterà. Il Governo si è allineato così alla legge federale in vigore.
Attualmente nel Cantone i tornei possono svolgersi solamente se organizzati nei casinò. Al di fuori delle grandi sale adibite al giochi d'azzardo di St. Moritz o Davos non possono tenersi partite di poker a soldi, nemmeno in ambito familiare e con piccole puntate.
Una volta attuato il diritto federale in materia di giochi in denaro, sarà però possibile giocare a poker puntando soldi restando in una cerchia privata, legalmente e senza autorizzazione.

Per cerchia privata, come precisa il Governo, si intende un gruppo di persone con legami di carattere familiare, professionale o simili, che non invita pubblicamente a giocare e che non organizza partite traendone un profitto costante e, quindi, che si trasforma in un lavoro vero e proprio. L'esecutivo cantonale si dice convinto che autorizzando lo svolgimento di partite all'interno della cerchia privata si potrà legalizzare la maggior parte delle partite di poker.
Per i tornei in club, ristoranti e luoghi pubblici, secondo il Governo gli interessi privati a sostegno di un'eventuale apertura in tal senso sarebbero sproporzionati rispetto ai potenziali rischi di dipendenza da gioco d'azzardo e quindi all'onere necessario per sorvegliarne il rispetto delle direttive.

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