Poker online e legge di bilancio: aumento irreale su un gioco in crisi da anni
I conti dell'emendamento del Governo, depositato in Commissione Bilancio al Senato che prevede l'aumento delle tasse sul poker online non tornano e così si danneggia il settore.
Il Governo Conte attinge ancora una volta sul gioco pubblico per cercare di far quadrare i conti e finanziare le misure della manovra di bilancio che, fino a ieri sera, nessuno aveva ancora visto. Meglio così, verrebbe da pensare. La stangata è arrivata e si è sentita davvero forte nel settore del poker online tanto che le prime reazioni che cercheremo di raccogliere in giornata, sono piuttosto furiose.
Ma la prima sensazione è che il Governo abbia forzato un po' troppo la mano aspettando soldi per l'aumento del gettito erariale che dal gioco online, specie dal poker, rischiano di non arrivare mai. Sì perché i dati della raccolta parlano chiaro con decrementi annuali dal 30 al 40% ormai su una linea di trend che va avanti da 4-5 anni.
Ma andiamo a vedere cosa prevede l'aumento.
Comma 621-bis, lett. a). Per quanto riguarda il gioco a distanza diverso dalle scommesse a quota fissa, attualmente l’imposta unica si applica con l’aliquota del 20%. Aumentando l’aliquota dal 20% al 25%, l’aumento è pari al 25%.
Come si possono far quadrare i conti all'infinito aumentando continuamente le tasse anche su giochi che sono in crisi nera e che hanno già visto fuggire la maggior parte dei players su siti dot com cambiando anche residenza o giocare su siti cinesi senza nessuna protezione e garanzia o su siti illegali anche in Usa come Americas Card Room?
Non c'è nessuna logica se non quella della bugia e dell'intenzione, mai celata tra l'altro, di voler chiudere il settore del gioco pubblico tutto totalmente a caso. E i concessionari e gli operatori devono iniziare a fare la "voce grossa" in maniera unita. Tardi? Certo che sì ma dopo l'ennesimo aumento totalmente irreale cosa c'è da perdere ancora?