Sapar: 'Impossibile contrastare il gioco online illegale se il legislatore limita quello lecito'
Dura posizione di Sapar contro il legislatore intento a combattere il gioco legale mentre proliferano i siti di gambling online illeciti.
"I siti di gioco illegale inibiti dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è in netta crescita rispetto all'ultima rilevazione di marzo. Rischia di diventare una battaglia contro i mulini a vento visto che, queste società di gioco, sembrano trovare il loro miglior alleato proprio nel legislatore che, di contro, sta solo pensando a ridurre l'offerta legale senza contrastare quella illecita. C'è malafede?". Durissima posizione contro il Governo e a favore del gaming pubblico online legale da parte di Sapar, l'associazione dei gestori del gioco di Stato. Questo il claim dell'intervento deciso e inappuntabile: "Arginare Il Gioco Online Illegale È Una Battaglia Difficile. Ridurre L’offerta Legale La Rende Impossibile".
Parte dall'elenco aggiornato dei siti di gioco illegali, la Sapar. "Un elenco in netta crescita rispetto all’ultima rilevazione di marzo. Sono ad oggi più di 8mila i siti illegali che offrivano gioco senza concessioni e senza alcuna tutela per il giocatore".
In effetti "con ogni probabilità, molte delle piattaforme che sono state catturate dalla rete a maglie larghe dei Monopoli hanno “riaperto” il giorno stesso, semplicemente cambiando una cifra nel dominio o cambiando estensione. In pratica per ogni sito illegale che viene chiuso, potenzialmente ne spuntano fuori due. Si sta cercando insomma di svuotare un oceano con un secchiello", spiegano ancora dalla Sapar.
Questo il passaggio cruciale che sembra anche cambiare rotta nella politica dell'associazione. Spesso il settore "terrestre" ha scaricato la colpa anche sul gioco online in un "gioco", la ripetizione è necessaria, al massacro, che rischia di portare all'estinzione il gioco legale: "Il punto è che questi operatori illegali trovano nei legislatori e nei controllori i loro migliori alleati, perchè con le politiche di riduzione dell’offerta legale, non può che (ri)fiorire la giungla dell’illegalità. Un paradigma talmente chiaro, da far sorgere qualche
dubbio sulla buona fede di chi continua follemente a non tenerne conto", concludono.