Armando D’Avanzo ha sfiorato l’incoronazione a campione dell’Italian Poker Open ma è stato un grande protagonista del torneo di San Marino appena andato in archivio dopo un “neverending” final day. Si è portato a casa ben 151mila euro raddoppiando le sue vincite live anche se ben lontano dagli oltre 400mila euro per il Wsop bracelet conquistato online durante il Colossus su oltre 1.000 entries.
Il player campano è uno specialista heads up cash game e ha mostrato colpi pazzeschi ma ha anche rischiato grosso scendendo di colpo con il suo stack nel famoso bluff che, però, sembra avergli dato quella spinta pazzesca per poi mostrare un gioco solidissimo e di grande qualità a carte scoperte per tutto il tavolo finale. Non che prima abbia azzardato e basta e, anzi, ha saputo sfruttare la sua immagine loose aggressive probabilmente, e sottolineiamo il condizionale in attesa di analizzare bene i due thinkin processo, fino a incastrare Giovanni Giudice 99 vs KK ad inizio final table. “Non capisco la scelta di Giovanni che è un ottimo player. Io tribetto ma dietro di me ci sono altri due players più short e siamo ad inizio final table, forse poteva foldare e io potevo avere una mano”, ha commentato D’Avanzo poco prima dell’heads up. In effetti la move è sembrata strana e noi al commento l’abbiamo definita quasi un cooler per Giudice se dovesse aver battezzato una range più aperto a D’Avanzo.
Prima di raccontare di nuovo la mano con Remusz Pobirci, invitiamo tutti a rivedere il tavolo finale con un D’Avanzo che ha visto molta carta e ha hittato molto sul board ma ha anche condotto bene tutte le fasi e saputo forzare ma anche tirare il freno quando serviva. E forse il colpo del giorno del final day lo ha aiutato a non crashare con A10 vs 1010 di Pobirci con un 10 sul board (anche il rumeno forse poteva indurlo a mettere molto di più in mezzo) e con quel colpo particolarissimo AJ vs AJ che ha portato allo split ma che è la cartina di tornasole di quanto stiamo dicendo, D’Avanzo ha interpretato a meraviglia il late stage di IPO San Marino dopo aver sbattuto contro i Kappa dell’avversario. Fermo restando che, qualsiasi altra mano avesse avuto Pobirci, probabilmente non avrebbe perso quel colpo.
Armando D’Avanzo in questo colpo è crollato sotto i 2 milioni quando la media era di 9,8 milioni ed eravamo a due tavoli left. Poi la grande cavalcata fino a risalire a 15 milioni e sfiorare il successo.
Apre Giovanni Giudice da late, a 400.000 al T200.000 e flatta Pobirci da cutoff. Entra anche Capoluongo da small blind e da big Armando D’Avanzo decide di squeezare per 1,7 milioni di chips. Fold Or, chiama Remus e passa l’sb.
Flop: 9 ♥️ 7 ♣️ 6 ♣️, check to check
Turn: 4 ♠️ esce D’Avanzo pesantissimo di 2,5 milioni, tanka ma chiama quasi subito Pobirci.
River: K ♠️ e Armando shova coprendo lo stack rimanente di Remus che entra in the tank. Colpo decisivo per tutti e due in un pot pazzesco. Alla fine gioca e Pobirci gira A ♣️ A ♥️ contro 10 ♥️ 5 ♣️ di D’Avanzo che crolla.
Slowroll? D’Avanzo ci pensa ma Pobirci non conosce benissimo lo stile di gioco di Armando e spiega cosa stava valutando. Anche secondo Giudice non si trattava di slowroll. Ai lettori l’ardua sentenza.