Uno studio tedesco su 60 mani di Hold'em: 'Il poker è azzardo'
Arriva un ennesimo studio sul poker per capire se si tratti di un gioco d'abilità o no. Il risultato, però, stavolta rischia di non contare affatto viste le modalità con cui il test è stato fissato. Si chiama 'Is Poker a Game of Skill or Chance? A Quasi-Experimental Study' ed è stato ideato e realizzato dall'Università di Brema, in Germania. Basta leggere le premesse per capire che si tratta di uno studio non attendibile. Se il campione dei giocatori coinvolti è buono (300 players), le mani prese in considerazione sono veramente troppo poche: appena 60 nella modalità Texas Hold'em.
Scritto da Cesare Antonini
Anche il player meno esperto può capire da solo che in 60 mani non si determina il campione di poker. Insomma, parafrasando Francesco De Gregori, “non è con 60 mani che si giudica un giocatore”.
Fatto sta che i tedeschi hanno preso 300 giocatori, metà esperti e metà nella media. I giocatori erano seduti su tavoli da 6, con 3 esperti e 3 medi, per giocare 60 mani di Texas Hold 'em. Su alcuni tavoli, c'era un limite fisso, su altri, nessun limite. La posta in gioco erano abbastanza piccola, con ogni giocatore che aveva solo 10 euro davanti a sé anche se i migliori hanno accumulato anche fino a 500 euro. Il trucco era (anche questo alquanto discutibile) di offrire carte migliori ad alcuni players rispetto ad altri. Secondo i ricercatori in questo modo sarebbero riusciti a misurare gli effetti della fortuna. Ovviamente i giocatori non sapevano che stava succedendo. C'erano 3 livelli di fortuna, e ogni tavolo aveva 2 giocatori di ogni livello: 1 esperto e 1 medio.
Dal grafico studiato dai ricercatori e dalla risultante dei dati, pare che la fortuna abbia contato molto di più dell'abilità, ed è stata fondamentale nel determinare l'equilibrio finale. Tuttavia gli esperti hanno giocato in modo diverso, in diverse misure, e sembravano più in grado di far fronte alla sfortuna, perdendo meno, ma vincendo anche meno quando hanno ricveuto buone carte.

Con questi strani metodi e dopo sole 60 mani gli esperti hanno consluso che “il caso domina chiaramente l'abilità, quindi, il poker dovrebbe essere classificato come gioco d'azzardo”.
Da valutare negativamente anche la modalità di selezione dei players esperti. Non certo campioni alla stregue di Reinkemeier o Naujoks ma semplici giocatori che hanno risposto ad un questionario molto approssimativo e basato su quante volte i soggetti avevano giocato a poker nell'ultimo anno.
Senza neanche dilungarsi sulla valutazione di uno studio così approssimativo e che forse scaturisce da qualche indicazione precisa di chi vuole screditare il gioco in questione, basta ricordare tutti gli studi effettuati nel tempo che arrivano a stabilire la prevalenza delle skills sull'alea. Non a caso due studiosi ribaltano la ricerca dell'Università di Brema analizzando 1,000 mani e stabilendo che nel poker domina l'abilità.