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Cristaldi: 'Nel caso del player romano Lindman e Blanco/Fabretti ignorate'

18 maggio 2021 - 12:06

Sebastiano Cristaldi: 'Una sentenza arrivata in Cassazione per i precedenti ignorati nonostante i successi in alcuni gradi di giudizio'. 

Scritto da Ca

“E’ singolare che anche la Corte di Cassazione abbia asserito che non ci fossero precedenti rilevanti nella trattazione del caso del player romano che nel 2004 vinse oltre 700mila euro al Perla Resort di Nova Gorica, in Slovenia. Ho vinto per lui due gradi di giudizio in commissione tributaria a Gorizia e a Trieste per poi passare la palla ai colleghi di Roma ma per il giocatore è stato un incubo lunghissimo quando la questione era molto chiara”. Sebastiano Cristaldi, esperto fiscalista e autore del successo epocale in Corte di Giustizia Europea con l’avvocato Max Rosa con la sentenza Blanco/Fabretti del 2014 che sancì un diritto fondamentale per le vincite in Ue al poker live, ha seguito anche il caso risolto solo 17 anni dopo, in ultimo grado di giudizio nazionale, alla Corte di Cassazione. “Sì - prosegue Cristaldi - è partito tutto da lì, da Gorizia, da Trieste, ma poi non è mai finita. C’è qualcosa di incredibile nei passaggi in cui i giudici rilevano che non c’erano novità rivelanti in materia ma c’era la vecchissima sentenza del caso finlandese di Lindman e la nostra Blanco/Fabretti in Corte di Giustizia europea (provvedimento anche recepito qualche anno dopo dal Parlamento italiano, Ndr). Principi già passati nei precedenti gradi di giudizio eppure l’Agenzia delle Entrate ha potuto fare lo stesso ricorso e opposizione”.

Nel frattempo il giocatore che si era visto recapitare cartelle esattoriali record, ha passato 17 anni nella grande incertezza e, nonostante le vittorie si è ritrovato sempre a combattere in aula: “Per giunta quando si vince vige il principio di non pagare le spese legali ma, al nostro cliente, le stesse sono sempre state addebitate”, prosegue Cristaldi.
Danni e beffe a profusione e la sensazione, davvero agghiacciante, che mentre i funzionari statali si ostinavano a ricorrere contro le decisioni dei colleghi nei più svariati gradi di giudizio, gli errori dello Stato li abbia pagati la collettività e che gli stessi siano doppi se non tripli o quadrupli. Ovviamente il trattamento per i cittadini è diametralmente opposto. Ora la storia è finita e, dopo 17 anni, e tutte le spese legali pagate, speriamo che il giocatore abbia almeno voglia di festeggiare.

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