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Fisco e poker, in Francia è caos anche con la figura del professional player

20 aprile 2017 - 11:47

I poker players francesi navigano ancora a vista per le tasse sulle vincite: solo chi ne ricava guadagni fissi è tassabile. 

Scritto da Cesare Antonini

Fisco e poker continuano a non andare d’accordo. Non in Italia, per fortuna, dove la Corte di Giustizia Europea grazie alla sentenza Blanco/Fabretti ha ormai scacciato il campo da altri “errori” o “persecuzioni” o controlli. Vige il divieto di doppia imposizione e le vincite da poker live sono tassate alla fonte e quindi non vanno a costituire reddito imponibile tra le partite “diverse” e quindi non sono da tassare ancora una volta quando vengono dichiarate fiscalmente. Questo vale per l’Italia e per quello che si vince nello Spazio Economico Europeo. 

In Francia, pur avendo riconosciuta la figura del professional poker player, i problemi continuano a non mancare. 

Alcune decisioni di qualche settimana fa dei giudici amministrativi d’appello hanno agitato nuovamente il settore del poker francese. Il problema sembra essere sempre quello: per dichiarare un reddito supplementare da poker nella sezione “redditi non commerciali”, si deve appartenere alla categoria dei PPP, professional poker player. Ed è proprio l’amministrazione di dimostrarlo. Per fare questo serve però un fascicolo di indizi. Cioè, è necessario guadagnare soldi ed avere un bilancio attivo. Questo, secondo il Fisco francese, eliminerebbe i players occasionali che non sarebbero, quindi, tassabili. 
Le Point, rivista specializzata francese, riporta il chiarimento di Cédric Seguin, dello studio associato CS Avocats: “Un giocatore occasionale che ha un’altra professione che gli garantisce il suo stile di vita non può essere considerato un professionista. I suoi guadagni non sono quindi soggetti ad imposta anche se dovesse guadagnare improvvisamente una grande somma. Ed un eventuale guadagno dal poker non sarà comunque equiparato a quello di un professionista. Ad esempio un commerciante che dovesse vincere il main event delle Wsop avrà guadagnato milioni di dollari al netto delle imposte. La storia cambia per un allenatore sportivo che guadagna 1.500 euro al mese e gioca a poker e riceve redditi regolari questa attività sarà considerata come tassabile!. 
Tuttavia, come lo stesso Seguin commenta, “c’è un elemento di soggettività nella valutazione” e non sarà facile fare dei distinguo corretti caso per caso. 
Un poker player famoso come Philippe Kortza era sponsorizzato ma non è mai stato accertato dal Fisco nonostante due controlli: è sempre stato in grado di dimostrare che il poker era una sua linea di reddito laterale. L’ideale sarebbe stabilire un profilo tpo di giocatore professionista in modo che tutti sappiano cosa succede e cosa aspettarsi. In ogni caso chi crede di essere borderline può sempre rivolgersi all’amministrazione e capire qual è la sua situazione. 
Ma c’è anche un aspetto grottesco della situazione: “Un giocatore di poker può essere tassato se gioca regolarmente e vince ma ciò non è previsto per scommettitori professionisti”. 
E ad aggiungere confusione c’è il fatto che il Consiglio di Stato francese, nonostante una consolidata giurisprudenza del giudice amministrativo d’appello, non ha mai confermato che le vincite di poker siano imponibili. 

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