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Il 6 luglio a Roma la firma per la liquidità condivisa di poker online

30 giugno 2017 - 08:05

Il 6 luglio a Roma la firma tra Adm, Arjel, Dgoj e Sjj per la liquidità condivisa di poker online nel mercato regionale europeo. 

Scritto da Cesare Antonini


Il 6 luglio prossimo le authority di gioco Italia, Francia, Portogallo e Spagna si incontreranno a Roma, per parlare di liquidità condivisa di poker online. "Si stilerà l'accordo che sarà alla base della cooperazione tra le authorities firmatarie. Seguiranno poi ulteriori passi necessari in ciascuna delle giurisdizioni coinvolte per consentire effettivamente la presentazione di tavoli di poker online condivisi tra i Paesi in questione. A seguito della firma comunicheremo il tutto". E' quanto hanno comunicato in queste ore l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l'Arjel francese, la Direcciòon General de Ordenacion del Juego spagnola e il Serviço de Regulação e Inspeção de Jogos do Instituto do Turismo portoghese.

I TEMPI - Ne sapremo di più quando il 6 luglio gli stessi regolatori comunicheranno il piano di azione per cercare di partire, l'auspicio è tutti insieme, tra la fine del 2017 e il 2018. I più pessimisti, ma forse anche i più realisti, credono che primavera 2018 sia la data in cui ragionevolmente potremmo vedere i primi tavoli di poker online con players italiani, francesi, spagnoli e portoghesi giocare l'uno contro l'altro. 
 
QUALI I PROBLEMI DA RISOLVERE? - Proprio ieri, giovedì 29 giugno, scrivevamo del top poker pro Adrian Mateos che auspicava sì la liquidità ma chiedeva un necessario adeguamento della pressione fiscale sui players e sulle vincite online. 
Allo stesso tempo è di oggi la notizia che vede i players portoghesi raccogliere firme per chiedere al governo portoghese un adeguamento del sistema fiscale del gaming online. 
 
L'allineamento delle tasse, si spera verso il modello italiano, ma anche una convergenza di policies e pratiche per la protezione del giocatore non solo è auspicabile ma è anche necessaria per garantire alti standard di sicurezza. Anche qui l'Italia dovrebbe essere a posto ma qualcosa in più si può sempre fare. 

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