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'A che gioco giochiamo?' Baio (Terzo Polo): 'Aumentare aliquota di tutti i giochi e dare 1% per cura'

20 marzo 2012 - 09:13

Roma - Innalzare l'aliquota implicita per quelle categorie dei giochi per le quali il regime attuale prevede un livello inferiore al 20%. Se le entrate erariali dovute al gioco sono cresciute dell'88% dal 2004 al 2011 passando dal 7,3 ai 13,7 miliardi di euro se si fosse obbligato l'approccio di questo tipo le entrate fiscali sarebbero state nel 2011 pari a 17,4 miliardi. E abbattere i costi sociali del giocatore ptologico. Ha lanciato queste proposte Emanuela Baio, senatrice del terzo polo e tra i promotori del convegnoc A che gioco giochiamo?, un'importante convention sul gioco d'azzardo organizzato dall'area cattolica del Parlamento. GUARDA L'INTERVISTA AL MINISTRO RICCARDI - (VIDEO) GUARDA L'INTERVISTA AL MINISTRO BALDUZZI - (VIDEO) Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

Scritto da Alessio Crisantemi

Un incontro al quale stanno partecipando anche i ministri Andrea Riccardi e Renato Balduzzi che hanno speso molte parole in queste settimane per il gambling.

Insiste sui costi sociali del gioco d'azzardo la Baio. Ma quanto costa un giocatore patologico? "Come costi diretti si arriva sopra ai 18mila euro tra trattamenti ospedalieri e ambulatoriali ricerca, prevenzione, procedimenti legali e quant'altro. I costi indiretti, come l'assenteismo sul posto del lavoro o la disoccupazione, arrivano a superare i 20mila euro. In virtù di queste considerazioni ogni giocatore patologico costa 38,000 euro".

Da qui la seconda proposta che va di pari passo con l'aumento delle aliquote. A fronte di maggiore entrate erariali la Baio propone di "destinare l'1% delle tasse incassate dallo Stato alla cura dei giocatori patologici".

 

Ancora la Baio stavolta sui dati che sembrano un po' annacquare le fiamme dell'emergenza sulle ludopatie: “La relazione del Parlamento del 2011 sulle tossicodipendenze in Italia segnala una prevalenza di gambling patologico sulla popolazione in generale pari all'1%. Mentre il 5% della popolazione appare a rischio di sviluppo patologia. Dati che però aumentano drammaticamente nella popolazione studentesca in cui la percentuale di soggetti con gioco problematica appare superiore del 10%. Così come risulta più alta la presenza di forme già patologiche al 5%”.

L'obiettivo più volte sollevato e riconosciuto nella mozione approvata a giugno del 2011 in Parlamento è quello già sottolineato dalla Baio che rafforza la sua tesi iniziale: “E' moralmente doveroso destinare l'1% del gioco a prevenzione e cura e riabilitazione. Con le risorse necessarie così ripartite: 33% a carico dello Stato, 33% dai gestori e 33% imposte sulle vincite e, inoltre, chiediamo allo Stato un passo indietro riguardo l'esposizione mediatica a favore di una maggiore presa di coscienza del fenomeno. A tal riguardo si potrebbe destinare il 50% di quanto speso da Aams in promozione in efficaci campagne di prevenzione”.

Misure urgenti e necessarie secondo la senatrice del Terzo Polo “per offrire delle nuove risorse a strutture che operano nella prevenzione e nel recupero. Il gioco d'azzardo è un affare di Stato in quanto è un Monopolio quindi nessun altro può intervenire per disciplinare al meglio questa materia. Bisogna spezzare la catena d'inerzia e intraprendere il cammino delle riforme, un percorso che può iniziare dall'accoglimento delle proposte contenute nel nostro disegno di legge”.

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