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Serracchiani (Pd): ‘Gioco online, Europa unita nella protezione dei minori’

25 gennaio 2013 - 10:18

Quello online per definizione tende a travalicare i confini. Ma il gioco ‘tout court’ è sempre più un tema verso il quale il Parlamento e la Commissione Europea mostrano sempre maggiore attenzione, anche attraverso iniziative concrete. Ne parliamo con Debora Serracchiani (Pd), europarlamentare membro effettivo della commissione Trasporti e turismo e supplente nella commissione Giustizia e libertà civili.

Scritto da Anna Maria Rengo

Il gioco, soprattutto online, sta diventando un fenomeno globale e certamente lo è a livello europeo. Verso quali direzioni auspica che si muovano il Parlamento e la Commissione Europea, anche alla luce dell’Action Plan di recente approvazione?

“Il gioco online, esploso negli ultimi anni in tutti i Paesi europei, è per sua natura un fenomeno globale, perché vi si accede attraverso il web, che non conosce confini territoriali. Individuare strumenti normativi nuovi ed efficaci, che abbiano come fine ultimo la protezione dei consumatori e la tutela delle fasce più deboli, è indispensabile. L'Action plan per il gioco d'azzardo online approvato lo scorso ottobre va nella giusta direzione: salvaguardia dei minori, prevenzione di frodi e riciclaggio, tutela dello sport da fenomeni di match fixing, maggiore cooperazione tra gli Stati membri e armonizzazione delle normative nazionali con quella comunitaria. Personalmente concordo sul fatto che azioni e misure di sicurezza specifiche debbano essere obbligatorie in tutti gli Stati membri dell'Ue, in modo tale che questi obiettivi possano essere raggiunti”.

L’Italia sta in qualche misura mettendo dei nuovi freni alla liberalizzazione che i precedenti governi, a cominciare dal precedente esecutivo Berlusconi, avevano effettuato sul gioco, per esempio prevedendo norme più severe per la pubblicità e per la protezione dei minori. Condivide questa politica?

“Non posso che condividere una politica che dia garanzie e tutele, soprattutto alle fasce più sensibili della popolazione, come i giovani. Il capitolo minori è infatti particolarmente importante e delicato. I giovani e i giovanissimi sono spesso le prime vittime della dipendenza dal gioco online. Per un semplice motivo: sono nati e cresciuti con la tecnologia in casa, sono abituati all'interazione con il computer, sanno di poter raggiungere istantaneamente ciò che vogliono attraverso internet. Questa abitudine e predisposizione all'uso delle nuove tecnologie rende i giovani vittime purtroppo ideali della dipendenza dal gioco on-line che, a differenza di quello tradizionale, è più insidioso perché entra direttamente nelle case attraverso il computer. Non c'è bisogno di giustificare un'uscita agli occhi delle famiglie o di avere un mezzo per raggiungere un casinò. Basta collegarsi a un sito internet e giocare”.

Ritiene che anche a livello comunitario si debba intervenire su questo fronte?

“Nella sua Comunicazione del 22 maggio 2012, la Commissione ha dichiarato che valuterà se debba essere migliorata l'applicazione delle attuali norme volte a tutelare i minori dalla pubblicità ingannevole, anche in ambiente digitale, e continuerà a seguire con particolare attenzione la situazione specifica dei minori che acquistano o utilizzano contenuti digitali online. Pertanto attendo la proposta della Commissione per valutare una serie di misure capaci di rispondere ai problemi incontrati dagli utenti e di assicurarne un'adeguata protezione in caso di uso e di acquisto di contenuti digitali”.

Un fenomeno purtroppo trasversale e che interessa il settore del gioco, più in dettaglio della scommesse, è quello del match fixing. L’Unione Europea ha stanziato dei fondi in proposito: a suo modo di vedere si deve intervenire di più sulla prevenzione o sulla repressione?

“Lo scorso 27 novembre i ministri dello Sport dell’Unione europea a Bruxelles hanno discusso dei progetti internazionali che verranno finanziati dalla Commissione europea al fine di rafforzare le azioni di prevenzione contro il fenomeno delle scommesse truccate. La Commissione ha ritenuto opportuno finanziare con oltre un milione di euro cinque progetti transnazionali a sostegno della lotta contro le partite truccate. Credo che questo sia stato un segnale chiaro dell'orientamento europeo in materia di prevenzione e lotta al match fixing. Molti Paesi Ue hanno introdotto norme per tutelare i giocatori d'azzardo, ma ogni Paese ha il proprio sistema. Germania e Paesi Bassi hanno vietato certi tipi di scommesse online, Finlandia, Portogallo e Svezia hanno un unico operatore che gestisce i servizi di giochi d'azzardo online; Danimarca, Estonia, Francia, Italia e Spagna hanno introdotto licenze per permettere a più operatori di offrire servizi di questo tipo. Fare di più e meglio, magari attraverso norme più severe, è sicuramente decisivo al fine di tutelare i consumatori dalle frodi e proteggere i gruppi vulnerabili, come i bambini. Il match fixing è una pratica illecita particolarmente odiosa, perché mina i principi dello sport che, soprattutto agli occhi dei ragazzi, dovrebbe essere un mondo di regole e sani principi, correttezza, lealtà, condivisione e inclusione”.

Come mai, a suo modo di vedere, il gioco sta diventando un fenomeno sempre più diffuso nella popolazione?

“Ci possono essere molte ragioni, e spesso concorrono fra loro. Il gioco, si pratichi online oppure offline, può essere una valvola di sfogo per insoddisfazioni o sofferenze interiori, che non si riescono a condividere. Chi scommette, chi gioca in modo compulsivo, lo fa infatti molto spesso da solo. In una società in crisi e frammentata come la nostra, è molto più facile scivolare nel dramma della dipendenza dal gioco. Gli ambiti familiari sono più fragili, la tendenza all'isolamento dei singoli è più marcata, e notoriamente nei momenti di crisi più accentuata aumenta il ricorso al gioco come fuga o ricerca di compensazione. Il gioco e i problemi a esso connessi non sono problema di oggi, ma credo che la fragilità dell'attuale contesto economico e sociale amplifichi la portata del fenomeno. Per quanto riguarda, nello specifico, il gioco online, è probabile che la crescente digitalizzazione porterà a un aumento del suo consumo”.

Porre troppi limiti e vincoli (e magari tassare troppo) il gioco, non rischia di favorire quegli operatori illegali?

“La libertà personale degli adulti di praticare le forme di svago legali preferite non dovrebbe essere messa in discussione, e un atteggiamento proibizionista può anche funzionare come affermazione di principio, ma di solito mostra i suoi limiti nell’applicazione pratica. Il legislatore, senza abdicare al suo ruolo e responsabilità, deve dare le regole affinché sia chiaro e ragionevole il campo della legalità, e preferibile a quello dell’illegalità. Il compito del legislatore, nazionale ed europeo, è quello di trovare gli strumenti migliori per mantenere l’equilibrio tra contrasto dell'illegalità e disegno di una corretta cornice normativa che tuteli i consumatori”.

CHI È DEBORA SERRACCHIANI - È nata a Roma il 10 novembre 1970, da molti anni vive a Udine, dove esercita la professione di avvocato. Dopo esser stata consigliera nella seconda circoscrizione, nel 2006 è stata eletta in Consiglio provinciale con la lista dei Democratici di sinistra nel collegio di Udine 1.Rieletta in Provincia nel 2008 con il Partito democratico, è stata vicecapogruppo e vicepresidente della Commissione Consiliare Ambiente ed Energia. Nel dicembre del 2008 è stata eletta Segretaria comunale del Partito Democratico di Udine. Dopo il suo intervento all’assemblea dei circoli del PD a Roma, il 21 marzo 2009, è stata candidata al Parlamento Europeo, ed eletta col sostegno di 144mila preferenze. È membro effettivo della commissione Trasporti e turismo e supplente nella commissione Giustizia e libertà civili. Ha pubblicato recentemente il libro ‘Il coraggio che manca. A un cittadino deluso dalla politica’.

 

 

 

 

 

 

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