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Baretta: "Sul gioco perseguire obiettivo della legalità e della corretta informazione"

11 novembre 2014 - 09:47

“Il decisore politico ha, infatti, bisogno di sviluppare un confronto ed un dialogo serrato con gli addetti ai lavori, per conoscere, approfondire, discernere. Stiamo, infatti, assistendo ad una rapida e profonda trasformazione del mondo del gioco, degli strumenti con i quali si gioca, dei messaggi espliciti ed impliciti che si accompagnano a questo fenomeno”. È quanto sottolinea Pier Paolo Baretta, Sottosegretario di Stato all'Economia e Finanze, intervenuto nei giorni scorsi al Congresso mondiale della World Lottery Association.

Scritto da Sm
Baretta: "Sul gioco perseguire obiettivo della legalità e della corretta informazione"

“La diffusione impressionante ed in sé positiva degli strumenti di comunicazione contemporanei, soprattutto informatici – prosegue - ha, come ben sappiamo, cambiato profondamente le relazioni tra le persone, abbattuto le distanze e, con ciò, modificato le abitudini ed i costumi. Tutto ciò determina una semplice novità: non serve andare in cerca di qualcosa che vuoi (un prodotto, un libro, uno spettacolo, ...) perché é esso stesso che ti viene incontro, ti raggiunge a domicilio! È anche il caso del gioco; lo trovi, ormai, ovunque: nella sala di quartiere, nel bar sotto casa, nel tuo computer o smartphone... In questo mutato scenario, che come diceva il vostro presidente Jean-Luc Moner-Banet, porta con sé grandi potenzialità, la grave crisi economica che ci attanaglia favorisce una lettura esasperata in negativo della grande transizione epocale che il novecento ci ha lasciato. Sennonché, tutto si è complicato. La comprensibile dimensione di business, che ogni attività commerciale porta con sé, tende a diventare il solo metro di misura e la diffusione dei ‘vizi’ sembra superare quella delle virtù. Diciamoci la verità: in questo clima si gioca male! Lo scopo di uno Stato democratico è quello di migliorare costantemente la qualità del vivere dei suoi cittadini. Senza farsi censore eccessivo, favorendo il pluralismo delle scelte; le tutele a difesa dei cittadini, che è suo diritto dovere esercitare, non debbono violare la libertà personale; ma, al contrario, senza nemmeno rinunciare ad un compito educativo che favorisca la crescita e l'esercizio della responsabilità dei singoli e delle comunità. Questo difficile equilibrio è particolarmente impegnativo in ambiti nei quali i rischi per le persone sono elevati; rischi economici e psicologici. Nel caso del gioco tutto ciò si esalta e la responsabilità delle Istituzioni e dei Governi è molto esposta. Siamo, infatti, di fronte ad una diffusione del gioco esponenziale, la cui dimensione la politica non aveva previsto. La storia ci dice che sulla natura del gioco e sulla sua diffusione si sono da sempre sviluppati giudizi contrastanti; in continua oscillazione tra divieti, moralismi, concessioni, gestioni private, legali o clandestine... Il rapporto tra tolleranza e divieto è sempre stato oggetto di un confronto dialettico. Ma, non dobbiamo nasconderci che, oggi, tutto ciò appare più difficile a causa delle nuove condizioni più sopra accennate, nelle quali si svolge la vita pubblica e quella privata. Non ci resta, allora, che riprendere il filo di una impostazione semplice, ma rigorosa: il gioco è una delle forme con le quali ci si esprime, una condizione presente nella sfera della vita delle comunità. Ma, proprio per questo, deve essere, per noi, una forma di intrattenimento e di divertimento e non di speculazione. Produce profitti legittimi, ma non può produrre devianze! Se ci attestiamo su questa linea siamo in grado di rispettare la libertà di ciascuno - giocatori ed operatori - ma anche di intervenire per evitare, il più possibile, gli eccessi e le deviazioni. In tale ambito, il nostro approccio deve essere particolarmente attento ai minori e ai soggetti più deboli. Su questa impostazione, che il Governo italiano persegue, ci viene a sostegno, nel nostro caso, la Corte Costituzionale italiana che riconosce al gioco quel valore di libera espressione di sé, nell'ambito, ovviamente, dei limiti e dei costumi che la legge regola”.

LA TUTELA DELLA LEGALITÀ - Baretta, poi, punta l’accento sulla legalità. “L'aspetto fondamentale che consente di reggere questa impostazione è la legalità! Il comparto del gioco pubblico e legale ha, ormai, una rilevanza importante dal punto di vista sociale ed economico. Non solo per l'atto del giocare in sé, ma anche per le attività collegate che lo configurano come un vero e proprio ‘distretto’ industriale diffuso. Mi riferisco all'industria dei costruttori di apparecchi e di componenti elettronici, del commercio dei macchinari, fino ai gestori degli esercizi. L'impatto economico ed occupazionale è tutt'altro che trascurabile, visto che stimiamo in oltre 200 mila gli addetti del settore. Se consideriamo, in maniera estensiva ( compresi, cioè, i bar ed i tabaccai), le imprese che hanno a che fare col gioco, possiamo parlare di circa 150 mila.

La legalità, sia chiaro, è un obiettivo da perseguire costantemente perché non è mai un dato ottenuto per sempre. Gli interessi, per l'appunto, ‘in gioco’ sono tali che la criminalità ronza sempre attorno a questo comparto. Lo sforzo esercitato negli ultimi anni è stato veramente notevole. E voglio qui ringraziare pubblicamente Lottomatica e gli altri operatori italiani che aiutano il governo in questa battaglia e i risultati sono rilevanti, ma non ci accontentiamo. Il gioco clandestino, come ben sapete, insiste nel perseguire i suoi scopi e dobbiamo, insieme, combatterlo. Non solo il ‘nero’ vero e proprio, ma, anche, quel grigio che porta a stimare in circa 10mila le violazioni accertate.

Perciò è assolutamente necessario che si amplifichi la informazione. Informare il cittadino è il primo passo per quella strategiadella responsabilità di cui ho parlato all'inizio di questo mio intervento di saluto. Ma non basta. La campagna per un gioco legale ed informato va di pari passo con una altrettanto netta campagna contro il gioco patologico. Bisogna rafforzare una rete di prevenzione e protezione. Serve un costante e rigoroso monitoraggio, che si articoli nel territorio, che tenga conto delle diverse stratificazioni socioculturali, dei livelli di reddito e delle abitudini di vita. La percentuale del gioco patologico si aggira in Italia sul 3% massimo della popolazione dei giocatori, ma ha assunto la rilevanza di un fenomeno sociale sul quale cresce, giustamente, la sensibilità della opinione pubblica”.

LA LOTTA AL GIOCO PATOLOGICO - In quest'ottica “è ragionevole chiedere agli operatori del settore una partecipazione alle spese che questa attività pubblica svolge in difesa della salute dei cittadini. La lotta alla ludopatia, ad esempio, che rappresenta, ormai, un fronte avanzato dell'impegno sociale, necessita di strumenti sempre più sofisticati e diffusi. Nella legge di Stabilità, appena varata, si stanziano 50 milioni proprio a questo fine; ma lo Stato da solo non può farcela se a questo impegno pubblico non corrisponde anche quello dei privati che operano nel settore. Fondamentale in tal senso è il ruolo che va attribuito alle associazioni di rappresentanza come la vostra. Ma lo Stato deve fare la sua parte anche attraverso una più coraggiosa opera di bonifica del territorio, attraverso la scelta, che intendiamo realizzare, di riduzione del numero delle "macchine" da gioco, ma, anche, ripensando alla loro collocazione in rapporto, ad esempio, alla distanza rispetto alle scuole o alla loro diffusione nelle zone - delle città soprattutto - più fragili sia dal punto di vista economico che sociale. Il Parlamento italiano ha, di recente, votato una delega al governo, per una ulteriore riforma del comparto del gioco e tutti questi temi saranno oggetto di quell'intervento che intendiamo realizzare prima della scadenza che la delega prevede, il marzo del 2015, cioè tra pochi mesi!”.

LA LEGGE DI STABILITÀ – Baretta, poi, punta l’accento sulla legge di Stabilità che prevede una serie di misure sul gioco, a partire da un inasprimento fiscale per slot machine e Vlt. “Anche con la legge di Stabilità, come dicevo, si è intervenuti, indotti da pressanti esigenze di bilancio. Un intervento che, so, è considerato controverso da molti operatori. Bisogna tenere, però presente che la mancata stima quantitativa dell'entrata, effettuata prudenzialmente dalla Ragioneria Generale dello Stato, per una parte dell'intervento stesso, rinvia, di fatto, alla delega fiscale la soluzione definitiva sul punto. Peraltro, la linea di intervento del Governo italiano è, ormai storicamente consolidata ed è fondata sul principio della concessione. L'affidamento che lo Stato dà e rinnova periodicamente ad un gestore, privato o pubblico che sia, consente quel controllo necessario a mantenere l'equilibrio tra la libertà, il divertimento e la protezione che ci sta a cuore. Consente anche di regolare meglio la parte fiscale, così rilevante per gli interessi pubblici.

A questo proposito va osservato come si stia affermando un rapporto sempre più diretto tra i proventi derivanti allo Stato dai diversi ambiti del settore (gioco, scommesse, concorsi, lotterie) e la loro destinazione. È mia opinione che più si afferma questo rapporto di finalizzazione più si legittima l'intervento statale nel settore del gioco e più si realizza una convenienza generale.

Oltre al prioritario intervento in difesa della salute pubblica, vale la pena di ricordare come, con i proventi di uno dei giochi più popolari - il Lotto - , si sono restaurati veri e propri capolavori dell'arte italiana, quali la cappella degli Scrovegni di Padova, tutta dipinta da Giotto, o le regge di Venaria, (nei pressi di Torino) e di Caserta, nonché il Castel dell'Ovo a Napoli. Alcuni esempi internazionali, quale quello spagnolo della Organizzazione nazionale per i ciechi, meritano attenzione e una adeguata valutazione sulla opportunità di diffonderli. Ci sono, dunque, tutte le condizioni perché pubblico e privato agiscano di comune accordo nell'accogliere le sfide che questo settore ci propone e a dare insieme le risposte che ci chiede assennata sensibilità politica e sociale”.

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