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Decreto Dignità e gioco, M5S interroga governo su accertamento infrazioni da parte Agcom

20 marzo 2019 - 08:38

Interrogazione del Movimento 5 Stelle al Mef e al Mise sull'applicazione delle disposizioni del decreto Dignità in materia di divieto di pubblicità del gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo
Decreto Dignità e gioco, M5S interroga governo su accertamento infrazioni da parte Agcom

Il ministero dell'Economia e Finanze e quello allo Sviluppo economico hanno ricevuto "dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni report sull'attività svolta per il controllo del rispetto della normativa" in materia di divieto di pubblicità del gioco previsto dal decreto Dignità e hanno, "in particolare, riscontro sui criteri e modalità adottati dall'Autorità per accertare se i contratti per pubblicità diffuse dopo fossero antecedenti all'entrata in vigore del decreto e su eventuali infrazioni rilevate e sanzioni irrogate"?

Questi i quesiti posti in un'interrogazione ai ministri Giovanni Tria e Luigi Di Maio da diversi senatori del Movimento 5 Stelle (primo firmatario Giovanni Endrizzi, coordinatore del comitato su gioco e legalità della commissione Antimafia).

LE AUDIZIONI DELL'AGCOM - Nell'interrogazione si ricorda, in premessa, che "su talune testate giornalistiche" è emersa la notizia che l'Agcom ha concluso solo di recente un ciclo di audizioni dei soggetti interessati all'attuazione dell'art. 9 del decreto e che tali audizioni hanno fatto seguito alla somministrazione di un questionario sottoposto ai soggetti interessati al divieto di pubblicità, con la finalità di acquisire elementi utili per l'attività dell'Autorità stessa".

LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL DECRETO - Inoltre, si riepilogano le disposizioni contenute nel decreto Dignità, (decreto-legge n. 87 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2018) che "ha previsto tra l'altro il divieto di pubblicità di giochi e scommesse con vincite di denaro nonché il divieto delle relative sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni, eccetera; in particolare il comma 1 dell'art. 9 dispone il divieto di pubblicità dalla data di entrata in vigore del decreto stesso ovvero dal 14 luglio 2018, mentre il divieto delle sponsorizzazioni dal 1° gennaio 2019; il comma 5 dell'art. 9, tuttavia, prevede che: 'Ai contratti di pubblicità in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore del presente decreto resta applicabile, fino alla loro scadenza e comunque non oltre un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, la normativa vigente anteriormente alla medesima data di entrata in vigore'; quindi, per i contratti di pubblicità in essere alla data del 14 luglio 2018 il divieto di pubblicità sarà operativo dal 14 luglio 2019, qualora non già estinti o cessati, mentre eventuali contratti stipulati dopo l'entrata in vigore del decreto non possono essere posti in esecuzione; inoltre, il decreto sancisce per la prima volta la competenza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per le contestazioni e l'irrogazione delle sanzioni per le violazioni del divieto di pubblicità".
 

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