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Livorno, Nogarin: 'Gioco, concesse solo 10 licenze negli ultimi tre anni'

12 aprile 2019 - 08:00

Nella relazione di fine mandato, il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, fa il punto sulle politiche comunali in materia di gioco.

Scritto da Redazione
Livorno, Nogarin: 'Gioco, concesse solo 10 licenze negli ultimi tre anni'

C'è spazio anche per il gioco nella relazione di fine mandato presentata dal sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che depone la fascia di primo cittadino e si appresta a correre per un seggio al Parlamento europeo.

 

“Equità ha significato anche metterci dalla parte dei più deboli. Delle coppie omosessuali, che a Livorno hanno sempre trovato la loro casa naturale per sposarsi e mettere su famiglia. Delle donne maltrattate che, primo caso in Toscana e tra i primissimi in Italia, hanno avuto il supporto del Comune che ha chiesto di costituirsi parte civile in un processo per violenza di genere.
Ma anche mettersi dalla parte di chi soffre di una delle patologie del nostro tempo, il gioco d’azzardo.
Pensate che nel 2001 il Comune ha rilasciato l’autorizzazione per l’attivazione di ben 140 apparecchi per la vincita in denaro. E negli anni successivi siamo rimasti su queste cifre.
Negli ultimi 3 anni invece non solo abbiamo rilasciato 10 licenze in tutto, ma soprattutto abbiamo approvato un regolamento che ci permetterà di non vedere nuove aperture sul nostro territorio e, al contrario, di chiudere qualche esercizio.
Perché le regole ci sono da tempo, ma non sempre vengono rispettate”, sottolinea Nogarin.
 
 
“Avete visto una delle ultime sale slot aperte in città? Sta a duecento metri dal Nautico, che sarebbe uno dei famosi luoghi sensibili. Come è possibile che abbia ottenuto il nulla osta ad aprire?
Ecco, questo è il motivo per cui abbiamo voluto siglare un protocollo con la Questura per il rispetto del distanziometro.
Perché i dati ci dicono che nel 2016 ogni famiglia residente in provincia di Livorno ha speso 273 euro in gioco d’azzardo. La metà di quanto ha investito per fare la spesa, per mangiare e bere.
Non potevamo rimanere indifferenti davanti a numeri come questi e non lo abbiamo fatto”, conclude.
 

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