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Ordinamento sportivo, ritirato l'emendamento di Butti sugli eSports

27 giugno 2019 - 08:12

Querelle in Aula per un refuso: l'emendamento sugli eSports riportava erroneamente la parola 'sport', perdendo il suo significato e quindi è stato ritirato da Butti (FdI).

Scritto da Roberta Falasca
Ordinamento sportivo, ritirato l'emendamento di Butti sugli eSports

È stata una vocale a scatenare incomprensioni, ieri mercoledì 26 giugno alla Camera e a far ritirare l'emendamento sugli eSports.

Durante la discussione alla Camera sulle linee generali in materia di Ordinamento sportivo è emerso che per un mero errore tipografico, il testo dell'emendamento 5.22 (ex 4.16) presentato dal deputato di Fratelli di Italia, Alessio Butti presentava la parola “sport” anziché "eSports".
 
“Credo che qui ci sia un refuso – afferma Butti alla Camera - che solo apparentemente è innocuo, nel senso che è sparita una vocale, è sparita la vocale 'e', quindi penso sia mutato anche il significato e l’obiettivo del nostro emendamento, che riguardava i videogiochi, i giochi elettronici, ed ecco la spiegazione della 'e' che precedeva il termine 'sport'.
 
“Vedo – continua Butti - che anche il relatore annuisce. Quindi, non so se il parere contrario del relatore è riferito all’emendamento che noi stiamo valutando, che però ha nel suo contenuto questo refuso che ho appena indicato, o se invece è nei confronti degli eSports.
 
Vorrei capire questo. Insomma, stiamo parlando comunque di videogiochi competitivi, che hanno un mercato di un miliardo e mezzo di dollari, che peraltro, come disciplina sportiva, ha attirato l’attenzione anche del Cio recentemente, per la quale ci sono veri e propri cyberatleti che concorrono in competizioni dove ci sono montepremi addirittura milionari e hanno addirittura una piattaforma Tv, che è la Twitch Tv, che veicola questo tipo di competizioni.
 
Stiamo parlando di cyberatleti, allora vorrei capire se il parere era contrario riferito agli eSports oppure ad un emendamento che francamente visto così non ha alcun senso, e se così fosse, lo ritirerei anche”.
 
“Al di là che ovviamente, in forma ufficiale, non potremmo approvare un emendamento che è completamente stravolto dalla mancanza di una semplice lettera – spiega il relatore Daniele Belotti (Lega) - però, prendendo anche per buono il refuso, diciamo che è un po’ prematuro per gli eSport, poi ognuno può giudicarli come vuole, io sono sempre un po’ tradizionalista e definire uno sportivo uno che sta lì a smanettare davanti al computer magari non è proprio la mia idea di sport.
 
Infatti, l'eSport, pur essendoci un interesse da parte del Cio, non è ancora prevista e non è stata definita come disciplina sportiva. Prendo atto che l’onorevole Butti vede molto più avanti, però noi dobbiamo stare un attimino alle attualità. Prendo atto che l’emendamento 5.22 Butti è ritirato”. 
 
Sempre in materia di ordinamento sportivo, Alessio Butti ritira l'emendamento 5.19 “stabilendo che l'organizzatore delle competizioni facenti capo alla Lega di serie A, per valorizzare e incentivare le attività del sistema sportivo professionistico e le attività di prevenzione e di contrasto al gioco e alle scommesse, destini una quota del 15 per cento delle risorse economiche e finanziarie derivanti dalla commercializzazione dei diritti televisivi sportivi, a favore delle leghe inferiori del calcio, della lega pallacanestro professionistica, alla federazione gioco calcio, alla Autorità nazionale anticorruzione e al fondo antiludopatia e ha spiegato in Aula che “noi qui proponiamo una diversa gestione e quindi anche una diversa ripartizione dei ricavi dei diritti audiovisivi ottenuti dalla Lega Calcio di serie A, che sappiamo essere un tema molto delicato; sappiamo bene tutti che praticamente tutti i gruppi nel corso degli anni ed anche in questa legislatura ne hanno proposto una sostanziale modifica.
 
È il decreto Melandri che stabilisce, come sa l’onorevole Giorgetti, che la serie A debba versare, per il tramite della Federazione, il 10 percento derivante proprio dalla commercializzazione dei diritti sportivi televisivi alle categorie inferiori.
 
Ricordo che all’estero, nella serie A spagnola, in Francia, in Inghilterra, fanno molto, molto di più, per aiutare, incentivare e agevolare non solo le categorie inferiori, ma anche altre discipline sportive. Il tema della ripartizione è stato oggetto anche di interventi significativi da parte dei Governi nel quinquennio precedente.
 
Quindi, oltre a quanto già previsto dal decreto Melandri, noi chiediamo di aumentare al 15 percento la percentuale da destinare non solo alle categorie inferiori ma anche all’Anac, perché sappiamo essere impegnata contro il fenomeno delle scommesse sportive clandestine, cioè gestite dalla malavita organizzata, e una parte da destinare anche al fondo antiludopatia, perché sappiamo perfettamente che il tema, così come lo avete affrontato nel decreto Dignità, non è stato affatto risolto. 
 
Saremmo anche disponibili a ritirare questo emendamento e a presentare un ordine del giorno, però vorremmo capire da parte sua quale potrebbe essere l’atteggiamento del Governo”.
 
In risposta a Butti, Giancarlo Giorgetti, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri afferma che “vorrei rassicurare l’onorevole Butti che nella delega c’è una lettera specifica, perché la mutualità, così come è stata reimpostata, oggettivamente tradisce quello che era lo spirito originario da cui era nata. Per cui, sicuramente c’è la volontà di rendere partecipi anche altre discipline sportive. Se vuole fare un ordine del giorno, sono assolutamente disponibile a valutare la questione”.

 

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