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Decreto fiscale, Cardia (Acadi): 'Pressione insostenibile sul gioco'

04 novembre 2019 - 15:39

All'audizione alla Commissione Finanze della Camera Geronimo Cardia (Acadi) punta il dito contro ripetuti aumenti delle tasse ed espulsione del gioco dai territori.

Scritto da Redazione
Decreto fiscale, Cardia (Acadi): 'Pressione insostenibile sul gioco'

"Il nostro rapporto con lo Stato è passato da 'Odi et amo' ad 'Odi et amo', ma mi servi'.

Siamo venuti in altre commissioni diverse volte quest'anno perchè la copertura delle manovra è stata di nuovo trovata con aumenti di tassazione per il nostro comparto. Solo l’ultimo aumento dei ben tre già imposti con tre provvedimenti degli ultimi quindici mesi ammonta a circa un miliardo e cinquecento milioni di euro, che rappresenta circa il 27 percento dei ricavi della filiera della verticale distributiva su rete fisica degli apparecchi. Il livello di pressione fiscale attuale sul margine lordo ha raggiunto per le Awp il 68,9 percento e per le Vlt il 51.9 percento e, in ragione della legislazione vigente, è destinato ad arrivare già nel 2020 rispettivamente al 70,5 percento ed al 55 percento.

Non è un normale aumento di tariffa come per le sigarette ma un numero che rosicchia il margine a disposizione del sistema concessorio e della filiera per pagare le migliaia di lavoratori del comparto. Abbiamo cercato di spiegarlo dopo l'ultimo dei tre aumenti e oggi lo riproponiamo con forza: quando abbiamo letto il testo abbiamo preso carta e penna e abbiamo scritto direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministero dell'Economia e dell'Adm, spiegando che la misura è colma e che come associazione non possiamo escludere che le aziende del settore avviino procedure di mobilità, vista la riduzione dei margini".
 
Lo afferma Geronimo Cardia, presidente dell’Associazione concessionari giochi pubblici (Acadi), nel corso del'audizione informale di oggi, lunedì 4 novembre, alla Commissione Finanze della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 2220, di conversione in legge del decreto-legge n. 124 del 2019, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.
 
"Nella documentazione presentata – prosegue Cardia - potete vedere che la pressione fiscale è passata dal 13 al 25 percento per una verticale di gioco, dal 2 al 9 in un'altra rispetto all'inizio delle convenzioni di concessione sottoscritte.
Abbiamo messo nero su bianco che non sono escluse azioni a tutela dei propri interessi per lo squilibrio concessorio generato da questi indecenti aumenti; a ogni manovra, a ogni politica economica si trova il ricorso all'aumento di tassazione su Awp e Vlt.
Poi ci sono altre misure: ad esempio il Ries è stato sostituito con un elenco di soggetti ognuno dei quali deve versare una somma per essere iscritto. Poi aumenta il costo della proroga per le concessioni delle scommesse e del bingo, sono anni che sono in proroga. Lo Stato si è reso conto che non può mettere a bando le gare perché sa perfettamente che c'è una normativa frastagliata con i distanziometri che rendono proibito il gioco legale nel 98 percento dei territori.
C'è un'offerta pubblica che non può essere riportata a bando perché se il soggetto ha il diritto di aprire un'attività sul territorio regione e comune poi gli dicono che non può mettere a terra il punto per cui ha comprato i diritti.
In questo decreto il grande colpo di scena è che invece che rinunciare a tassare il comparto, come filiera abbiamo trovato ulteriori tasse sulle vincite ai giochi e alle Vlt e che è stata pianificata la gara su slot e Vlt per fine anno. Peccato che per metterli a terra c'è sempre lo stesso problema descritto per socmmesse e bingo.
Come è possibile mettere a risorsa 1 miliardo e 800mila euro per un gioco che non è possibile fare?
Poi, in questi documenti si ritrova l'obbligo del legislatore a realizzare il riordino del gioco: è la quindicesima norma identica in cui il legislatore dice 'fra sei mesi facciamo il riordino'".
 

Cardia infine risponde ai commenti del commissario Ungaro: "Se cerca una correlazione fra la variazione della raccolta e la tassazione del Preu i fattori da mettere in campo sono tanti: i distanziometri stanno sottraendo interi territori all'offerta legale. Un calo di gettito per la verticale di gioco deve essere studiato e ben valutato, va capito dove va a finire quella domanda di gioco, quando si proibisce la vendita di un prodotto la domanda non si cancella. Qui si apre la grande ricerca: online, sugli smartphone, ma non è detto. È un'offerta legale che ha una modalità distributiva diversa da quella di un apparecchio che si trova in un bar o in una sala. Quanto agli aumenti di tassazione si può vedere che ora ce n'è uno da 500 milioni di euro, ma pochi mesi fa ce ne'è stato un altro da miliardo e mezzo.
C'è stata la contrazione del gioco, sì, ma è difficile dimostrare di quanto è, se deriva, ad esempio, dalle norme comunali e regionali. Tutte le norme volte a contrastare il gioco illegale noi le accogliamo a braccia aperte, visto che l'illegalità è il nostro concorrente numero uno". 
Per poi concludere: "È agli atti il Rapporto dell'ufficio parlamentare di Bilancio del maggio 2018 in cui si evidenzia che gli aumenti di tassazione possono portare una flessione della raccolta complessiva, l'indebolimento della stabilità della filiera, e io aggiungo del sistema concessorio. E ciò porterebbe a 10 miliardi di euro in meno all'anno".
 
 
ABI SULLA TRACCIABILITÀ DEI FLUSSI NEL GIOCO ONLINE - Nel corso delle audizioni, si è parlato di gioco online durante l'intervento di Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Associazione bancaria italiana (Abi): "Sicuramente importanti sono le norme volte a rendere maggiormente tracciabili flussi di pagamento e a contrastare l'evasione fiscale e l'infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco online, ma occorrerà valutare con pragmatismo ed equilibrio i costi e i benefici delle norme che prevedono il divieto, per gli intermediari, di effettuare trasferimenti di somme di denaro nei confronti dei soggetti che raccolgono giochi in Italia, laddove ci sia una mancanza di concessione o di un altro titolo abilitativo".
 

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