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Basilicata, M5S e Iv: 'La legge non contrasta la piaga del Gap'

12 febbraio 2020 - 09:54

I consiglieri di M5S e Italia Viva commentano la nuova legge sul gioco della Regione Basilicata: 'Distanziometro troppo basso, unico caso in Italia'.

Scritto da Rf
Basilicata, M5S e Iv: 'La legge non contrasta la piaga del Gap'

 

Se la nuova legge sul gioco (che va a modificare quella del 2014), approvata a maggioranza dal Consiglio regionale della Basilicata lo scorso lunedì 10 febbraio, che prevede l'applicazione di un nuovo distanziometro e il divieto dell'oscuramento delle vetrine dei locali dove sono installati apparecchi da gioco, aveva destato particolare consenso da parte degli operatori, non sono dello stesso pensiero i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle e di Italia Viva.

PER IL MOVIMENTO 5 STELLE SEDUTA "COMICA" - “È stata raccapricciante e a tratti comica la seduta di Consiglio regionale che ieri ha portato alla modifica della legge regionale n. 30/2014 sul gioco d’azzardo patologico (Gap). Ci teniamo subito a sottolineare che, il M5S non ha fatto da stampella a nessuno. Al contrario, nella guerra interna alla maggioranza abbiamo volutamente deciso di appoggiare gli emendamenti che intendevano almeno preservare lo spirito della legge originaria del 2014: quello di contrastare in ogni modo la brutta piaga del gioco d’azzardo patologico. Su questo la nostra linea è stata sempre nitida e chiara”.
 
Lo affermano i consiglieri regionali del M5s, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci che aggiungono: “La legge regionale approvata nel 2014 non è mai stata applicata integralmente e chi doveva adeguarsi non lo ha fatto, salvo poi trovarsi una sponda in Zullino che ha fatto fuoco e fiamme per ‘salvare’ gli operatori non in regola. Ieri è arrivata una deroga che, per chi professa il cambiamento, puzza di vecchio e stantio. Il distanziometro è stato modulato in base al numero degli abitanti: le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazione delle attività in un raggio inferiore a 250 metri dai luoghi sensibili nei Comuni con residenti fino a ventimila abitanti e a 350 metri in quelli con più di ventimila abitanti, misurati per la distanza pedonale più breve su suolo pubblico. Sono salve le vecchie autorizzazioni che non rispettano il distanziometro e gli altri criteri elencati dalla legge”.
 
“Per fortuna – continuano - è stato messo un freno al resto delle proposte di Zullino. Il consigliere leghista si era spinto addirittura ad inserire tra i membri dell’Osservatorio regionale sul Gap non meglio precisati ‘rappresentanti delle associazioni di gioco di stato’. Tuttavia nel marasma di ieri, tra una rissa e l’altra, gli eroi della maggioranza hanno commesso un errore di non poco conto: i legislatori, presi dalla smania di derogare a tutti i costi, hanno dimenticato di modificare l’art. 10 della legge attualmente in vigore che subordina il rinnovo delle autorizzazioni già esistenti al rispetto di quanto prescritto dalla legge. Ci aspettiamo sicuramente ulteriori capitoli di questa ridicola saga”.
 
“Prendiamo atto – concludono - delle anime variegate della Lega, partito che è capace di proporre visioni diametralmente opposte, ma tutte presumibilmente legittimate dal sacro cuore di Salvini. Ci preoccupa seriamente questa gara a chi vuol essere più leghista perché ne va di mezzo il futuro degli abitanti di questo territorio. Anche se è stato segnato un punto a favore di chi lucra sull’azzardo, noi rimaniamo convinti e coerenti sulla nostra linea di contrasto assoluto a questa piaga. Cari cittadini lucani, il gioco d’azzardo nuoce gravemente alla salute. Si vince solo smettendo”.
 
PER ITALIA VIVA "DISTANZIOMETRO TROPPO BASSO" - “Con la modifica della legge regionale sul gioco d’azzardo diminuiscono le distanze dai luoghi principali dove la comunità vive, studia, si cura, prega. Si dimezzano a solo 250 metri, di fatto, in 128 comuni su 131, nella nostra regione  che ne vede giusto qualche unità sopra i 20mila abitanti. Una norma non funzionale che, con la scadenza dei 5 anni doveva mostrare i suoi effetti contestualmente azzerati da questa scellerata modifica. Salvata, fortunatamente, in extremis la facoltà dei Comuni di poter indicare i luoghi sensibili, con l’emendamento proposto dalla collega Sileo e da noi sostenuto insieme alle minoranze”.
 
Lo afferma il capogruppo di Italia Viva, Luca Braia che aggiunge: “È palese oramai che i contrasti all’interno della maggioranza non sono più solamente il sintomo di posizioni legittimamente differenti anche all’interno di uno stesso gruppo ma dell’oggettiva difficoltà nel seguire in maniera logica un comportamento condiviso, per un atto già approfondito in Commissione dati i suoi risvolti sociali oltre che economici. Dopo la discussione e alcuni emendamenti che comunque migliorano il testo approvato, la maggioranza ne esce spaccata, anche se dice di aver portato a casa un grande risultato raccontato a noi altri come ripristino del presidio della legalità, di cosa parliamo?”.
 
“Abbiamo votato all’unanimità - prosegue Braia - la proposta dalla collega Sileo, apponendo convintamente la nostra firma ritenendo coerentemente che la lotta al gioco d’azzardo, a prescindere dalle convenienze nazionali e politiche di bilancio, sia un tema da affrontare con grande determinazione a tutti i livelli. È una scelta politica ben precisa quella della maggioranza di questo Consiglio regionale, a difesa di alcuni interessi e pagando il prezzo più alto per le comunità deboli e in difficoltà. I punti gioco attuali però rimangono così come sono. Le nuove autorizzazioni saranno invece concesse fino a 250 metri nei Comuni con residenti fino a 20 mila abitanti e a 350 metri nei Comuni con residenti superiori a 20 mila abitanti, di distanza da scuole, università, biblioteche, strutture sanitarie e socio-assistenziali, luoghi di culto e oratori. I Comuni sotto i 20mila abitanti in Basilicata si contano sulla punta delle dita, ma chi vogliamo prendere in giro? Il danno è doppio, per l’esistente che rimane così com’è (i 5 anni sono passati) e per i nuovi punti futuri”.
 
“Tutte le norme regionali – continua - ragionano differentemente sul distanziometro e sulla volontà di porre un freno ai punti gioco nella relazione e nella vicinanza spazio temporale. Un ragionamento sul disagio sociale che si crea e che va di pari passo all’interesse di carattere economico ci è stato condiviso da Don Basilio Gavazzeni in rappresentanza della Fondazione antiusura e della sensibilità cattolica alle criticità del tema, in una audizione da noi fortemente voluta. Nonostante abbia riportato in commissione dati e profonde riflessioni sui danni conseguenti dal gioco, è rimasto praticamente inascoltato, oserei dire quasi in maniera ipocrita apprezzato, per essere poi però sbeffeggiato e umiliato alla prova dei fatti e dei valori a cui si è dato priorità. C’è una montagna di denaro che su questi giochi si riversa da parte di una comunità in difficoltà, per quanto riguarda la nostra Regione, con indici di disoccupazione purtroppo alti e di cui dovremmo probabilmente preoccuparci molto di più. Invece, si rimandano Consigli regionali sui temi seri per la comunità, Tpl, petrolio, sanità, energia, turismo ecc. ritenendo il futuro dei punti gioco argomento cruciale per la Basilicata”.
 
“E’ una norma – dice Braia - che ha bloccato più volte i Consigli regionali, decaduti per mancanza di numero legale proprio per una maggioranza sotto ricatto. Un pressing che forse ha poco di trasparente visti gli interessi economici comunque in ballo. Il gioco d’azzardo patologico crea gravi disagi per la persona, non solo per l’incapacità di controllare il proprio comportamento, ma perché compromette l’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario fino all’indebitamento, all’assoggettamento ai tassi usurai della criminalità organizzata. Lo ha sottolineato anche la Direzione nazionale antimafia, non è certo solo una mia opinione. La questione ha assunto a livello di legislazione nazionale la rilevanza di una patologia tanto da entrare anche nei Lea, andrebbe costruito un inquadramento normativo per limitare il proliferare dei punti gioco e cosa fa la Basilicata oggi? Un grandissimo passo indietro. Ci si nasconde, parliamoci chiaro, con la modifica e la nuova legge e si trovano delle giustificazioni di ripristino della legalità e di non rispetto della norma”.
 
“Saremo la prima Regione in assoluto in Italia - conclude Braia - a mettere un limite così basso di 250 metri di distanza sino a 20mila abitanti: complimenti allora a questa maggioranza per il record di vicinanza dai punti sensibili e di rilievo sociale, complimenti per l’attenzione alle fasce più deboli e per il piazzamento futuro di una slot quasi sotto ogni casa”.
 
IL GAP IN BASILICATA ARRIVA ALLA CAMERA - Nella seduta di ieri, martedì 11 febbraio, il deputato del Movimento 5 Stelle, Luciano Cillis ha fatto riferimento al lavoro della Giunta leghista alla Regione Basilicata.
 
"Il 24 marzo 2019 - spiega in Aula Cillis - in Basilicata, si sono tenute le elezioni regionali che, come tutti sappiamo, sono state vinte dal centrodestra a trazione leghista. Da subito si è notato che all’interno della maggioranza si è acceso un forte dibattito, per usare un eufemismo, sulle postazioni di potere da rivendicare. Finalmente, il 10 maggio 2019, dopo lunghe ed estenuanti trattative tra le varie anime della coalizione ed interventi di commissari accorsi per centellinare e santificare la spartizione, la giunta e gli assessori venivano nominati. Purtroppo, però, questi esperti, quelli che dovevano dare una svolta alla politica lucana in termini di legalità, trasparenza e buona amministrazione, cominciavano a mettere in fila una serie di errori davvero gravi: primo, in quasi un anno non sono stati in grado di presentare un piano strategico regionale; secondo, delle 24 sedute del consiglio fatte fino ad oggi ben tre sono saltate per la mancanza del numero legale su questioni che vedevano in disaccordo la maggioranza e, in particolare, la componente leghista, su questioni come quella del gioco d’azzardo". 
 
La nuova legge sul gioco della Regione Basilicata, approvata a maggioranza (con 17 voti favorevoli, quelli di Fi, Lega, Idea, Bp e Fdi; 5 voti contrari, quelli di M5s, Pd e Iv; 1 astensione, quella del presidente Cicala -Lega), vede la firma dei consiglieri Zullino, Vizziello, Baldassarre, Piro, Aliandro e Quarto e si intitola “Modifiche alla L.R. n.30 del 27 ottobre 2014: ‘Misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (Gap)”.

 

 

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