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Mallegni (FI): 'Gioco, normare, non speculare'

11 luglio 2020 - 09:02

Il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni lancia un appello al Governo Conte 2 e critica la gestione dell'emergenza coronavirus.

Scritto da Amr
Mallegni (FI): 'Gioco, normare, non speculare'


L'Italia si riprende lentamente e faticosamente dalla pandemia e dal lockdown che per settimane ha paralizzato le attività economiche e i cittadini. Ma, anche se la parola “fine” di questa drammatica vicenda è lontanissima dall'essere scritta, è comunque tempo di tracciare qualche bilancio, su come è stata gestita
dal Governo italiano. Prova a farlo il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni, che inizia la sua intervista a Gioco News proprio dalla richiesta di un giudizio sull'operato dell'Esecutivo.
“Questa è una domanda complicata che presupporrebbe un’intervista solo su questo argomento. Tuttavia in sintesi posso dire, senza paura di essere smentito, che la gestione ha rilevato scarsa preparazione e poco coraggio. Inoltre una totale disattenzione alle questioni economiche del Paese. Circa l’emergenza sanitaria
credo che la gestione della Protezione Civile e dei vai commissari non sia stata all’altezza delle esigenze dei cittadini e delle imprese”.

Rispetto ad altri partiti “colleghi” dì opposizione, Forza Italia non ha avuto lo stesso atteggiamento “muro contro muro” rispetto a qualsiasi scelta che il Governo ha fatto, anche per quanto riguarda il Mes e i rapporti con l'Europa. Cosa può osservare al riguardo?
“Siamo un partito politico moderato di centro, composto da persone che nella vita hanno un lavoro e un obiettivo unico, l’interesse dei cittadini. Non ci siamo sottratti, e mai lo faremo, al dialogo seppur non sempre costruttivo da parte del Governo, spesso sordo e, mi permetta, non all’altezza della situazione e
molto scollegato dalla realtà”.
 

Questa vostra posizione prelude a nuove possibili alleanze?
“Siamo e saremo strenui oppositori al governo delle quattro sinistre che come dicevo poco fa è scollegato dai problemi reali del Paese”.
 

Per quanto riguarda invece il settore del gioco legale nello specifico, come giudica l'operato del Governo, tra lockdown e scelta di tassare ulteriormente le scommesse sportive?
“Come in altri settori si è dimostrato senza coraggio e senza visione”.
 

Il settore del gioco è stato tra i più penalizzati dall'emergenza Covid-19, un po' per le scelte del Governo, un po' per la sua oggettiva componente aggregativa e socializzante. Come lo si può aiutare a riprendersi?
“Il gioco 'legale' è una scelta della politica e quindi dei vari governi. Non sono un amante del gioco e sono molto preoccupato dei risvolti di dipendenza che potrebbe causare. Tuttavia, se lo Stato si 'pappa' oltre dieci miliardi di euro all'anno come tassazione, ne deve tenere conto. Purtroppo così non è e le imprese del gioco legale sono state bistrattate e abbandonate dal Governo e dalle banche. Con la logica, anche condivisibile, del concetto di 'eticità' dello Stato, le imprese del gioco, che occupano decine di migliaia di persone, vengono di fatto escluse da ogni rapporto con le banche e con il Covid hanno peggiorato la loro condizione”.
 

A suo modo di vedere, ci sarà bisogno di un riordino normativa dell'offerta di gioco, così anche da dare certezza agli operatori che si devono destreggiare tra una pluralità di norme regionali?
“La questione è semplice, se lo Stato guadagna e specula sul gioco le imprese che operano in quel settore debbono avere lo stesso identico trattamento degli altri settori”.
 

Il primo governo Conte ha voluto il divieto totale della pubblicità del gioco legale. Che cosa ne pensa di questa disposizione?
“Come le ho appena ribadito, o lo Stato rinunzia a speculare sul gioco o altrimenti tutto ciò è una follia istituzionale!
 

Sarebbe opportuno rivederla?
“Credo che con le dovute premesse sia indispensabile!”
 

Qual è la ricetta di Forza Italia per il rilancio economico, occupazionale e turistico dell'Italia?
“Ormai abbiamo consumato la voce e l’inchiostro sull’argomento. In poche parole serve la riduzione totale del cuneo fiscale sulle buste paga, un fondo perduto per gli investimenti e la riduzione delle tasse Irap e Irpef, l’annullamento del decreto Dignità che ha di fatto ingessato il mondo del lavoro. Inoltre una promozione seria e competente e ovviamente un forte contratto all’abusivismo”.


UN IMPEGNO TRA GIOCO E IPPICA  -  Attento conoscitore del settore del gioco e di quello dell'ippica, Mallegni ha più volte fatto sentire la sua voce in proposito, in Senato. Tra le più recenti interrogazioni, quella al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri nella quale chiedeva di conoscere, era il 9 giugno (e dunque il settore del gioco pubblico ancora non conosceva la data della sua ripartenza) non solo “i motivi della mancata ripresa dell'attività del gioco", ma anche e se e quali azioni esso "intenda intraprendere a sostegno del settore".
Nell'interrogazione, Mallegni sottolinea "la discriminazione determinata dalla mancata ripresa dell'attività, oltre che aver reso drammatico lo stato di salute delle nostre imprese, si riflette sui cittadini che, privi delle tutele garantite dalla rete del gioco, proprio a seguito del riavvio dei maggiori campionati europei di calcio, delle corse ippiche italiane e degli avvenimenti calcistici nazionali, si rivolgono a soggetti che, seppur privi di autorizzazione, accettano comunque le giocate, determinando un vantaggio per il settore della malavita e della criminalità organizzata".
Di qualche settimana precedente, assieme il collega azzurro Maurizio Gasparri, una interrogazione al ministro delle Politiche agricole, alimentare e forestali, Maria Teresa Bellenova, nella quale i due senatori chiedono di "procedere ad una stabilizzazione del rapporto di lavoro, atteso che i lavoratori addetti al controllo e alla disciplina delle corse ippiche e delle manifestazioni del cavallo da sella, storici precari, sono da anni direttamente gestiti dal Ministero".
Non solo, Mallegni e Gasparri sollecitano Bellanova ad adottare, nell'immediato, "le più idonee misure volte a tutelare i medesimi lavoratori rimasti esclusi da ogni tipo di provvidenza intesa ad alleviare le difficoltà gravissime che sono costretti a subire in questa congiuntura di crisi economica".
 
 

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