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Debito italiano oltre 100 miliardi e in crescita: servono riforme, anche sui giochi

22 luglio 2020 - 08:59

Al di là del risultato al vertice europeo, il governo punta al via libera al nuovo deficit in settimana per un voto entro luglio: inaugurando la stagione delle riforme, sperando anche in quella del gioco. 

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Debito italiano oltre 100 miliardi e in crescita: servono riforme, anche sui giochi

Che il mese di luglio sarebbe stato a dir poco “bollente” per il nostro governo, lo avevamo già detto. E a ragione, a quanto pare, tenendo conto dei gradi movimenti in corso, dentro e fuori al paese e quelli che dovranno ancora avvenire, nei prossimi giorni, per impostare un piano di rilancio del paese che possa essere razionale, sostenibile ma soprattutto, attuabile. Dopo che l'Italia – come abbiamo già visto nelle scorse ore - si è assicurata nel suo complesso una cifra di 209 miliardi dall'Europa, che risulta decisamente superiore rispetto ai 172,7 del piano originale della Commissione, con un aumento non soltanto della quota di finanziamenti (da 91 a 127 miliardi), lasciando invariata la quota di contributi a fondo perduto, adesso il governo dovrà trovare il modo di spendere questi soldi, cercando la massima resa in termini di investimenti e il minimo rischio.

Anche perché, alla girandola dei numeri che ha fatto seguito ai negoziati di Bruxelles, si aggiungono quelli relativi alle prospettive di medio termine dei conti italiani. Che con l’aumento della quota di prestiti (loans) dovranno trovare il modo di gestire una linea del debito già schizzata in area 160 percento del Pil quest’anno e destinata ad appesantirsi ulteriormente (e rapidamente, pure) con la richiesta di aiuti “Sure” da 20 miliardi per sostenere il peso degli ammortizzatori e su cui pende l’incognita Mes, da prendere oppure no. Anche se il premier Giuseppe Conte e una parte della maggioranza continuano a sostenere che i vantaggi di questo strumento sarebbero inferiori a quelli del pacchetto sui cui si è prolungata la trattativa in sede Ue.
Ma come si intrecciano queste tematiche, di carattere puramente economico, con il comparto del gioco pubblico? Una domanda alla quale abbiamo provato a rispondere già ieri, illustrando le possibili dinamiche che caratterizzeranno i prossimi mesi, all'interno delle quali potrebbero trovare spazio anche i giochi. Ma ne avevamo già parlato, a dire il vero, qualche settimana fa, preannunciando i lavori che si sarebbero susseguiti tra Palazzo Chigi e Bruxelles. E che oggi trovano riscontro nei fatti e negli ulteriori sviluppi.
Si, perché a chiudere la giostra dei conti (e, almeno momentaneamente, la macchina del deficit) sarà la manovra estiva, finanziata dallo scostamento da 18-20 miliardi atteso a breve in consiglio dei ministri. Questa settimana, o al più tardi la prossima, il premier, di ritorno da Bruxelles, dovrebbe convocare il governo per avviare l’iter del nuovo disavanzo aggiuntivo, che il Parlamento sarà chiamato ad autorizzare. E, con questo calendario, le Camere potrebbero esaminare la richiesta assieme al Piano nazionale di Riforma (Pnr), con il passaggio parlamentare indispensabile anche per inviare ufficialmente il documento a Bruxelles. Quello stesso Piano che contiene quei codici “magici” che si intrecciano alla perfezione con la realtà del gioco pubblico: dalla riforma fiscale alla lotta all'evasione, al potenziamento della pubblica amministrazione.

Non solo: nel conto del nuovo decreto, che in ogni caso non vedrà la luce prima di agosto, ci sono anzitutto almeno 2 miliardi da garantire ai Comuni, e i 2,8 miliardi su cui è stata raggiunta l’intesa fra governo e Regioni. In continuità con tutti i provvedimenti urgenti del “filone Covid”, ad assorbire la quota più consistente del nuovo disavanzo sarà l’estensione della Cassa integrazione, con non meno di 7-8 miliardi. Altri 3-5 miliardi dovrebbero essere necessari per la nuova proroga delle scadenze fiscali. Nel menù al quale si sta lavorando al Mef c’è anche un rafforzamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, già annunciato nelle settimane scorse dal ministro Gualtieri. Tutte misure, queste, che interessando le piccole e media imprese di qualunque comparto, giochi compresi.
 
OBIETTIVO: VOTO CONGIUNTO A FINE LUGLIO - L’obiettivo condiviso da Palazzo Chigi e Mef è di arrivare, se possibile, a una sorta di voto congiunto il 29 o il 30 luglio. Opposizioni permettendo. Ma tutto dipenderà anche dall’ampiezza dei nuovi spazi fiscali che intende utilizzare il Governo: al momento si viaggia attorno ai 20 miliardi, ma non è ancora esclusa la possibilità di salire ulteriormente. Bastano queste misure di rafforzamento degli interventi già in vigore per far salire in fretta il contatore verso la il tetto massimo previsto per il nuovo deficit dal Mef e pari, appunto, a 20 miliardi. Il Governo deve poi fare i conti con il pressing incessante dei partiti della maggioranza, e non solo dell'opposizione: Italia viva, per esempio, chiede che vengano stanziati altri fondi per il settore del turismo. In attesa della legge di bilancio autunnale, la massa di indebitamento accumulato dal nostro Paese per fronteggiare l’emergenza coronavirus già a Ferragosto rischia dunque di avvicinarsi, se non addirittura superare, i 100 miliardi. Tutto questo mentre il crescente deficit ha portato la spesa pubblica a lievitare, secondo i calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio, di circa 70 miliardi. E con la manovra estiva prima, e poi con quella autunnale poi, il fiume di spesa non potrà che ingrossarsi. E in ogni caso non sarà facile per il Governo mantenere l’impegno preso con il Pnr di ricorrere a una nuova fase di spending review per favorire la riduzione del debito dopo l’emergenza.
 
RIFORMA DEI GIOCHI E TASSA DI SCOPO - Ecco quindi che il comparto dei giochi potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel percorso di ripartenza dell'economia e della messa in sicurezza dei conti pubblici, ma solo se il governo avrà il coraggio di riformare questo settore, così altamente complesso e già compromesso dai principali interventi scomposti degli ultimi esecutivi. La buona notizia, in questo senso, è rappresentata non soltanto dalla delega ai giochi assegnata nei giorni scorsi al sottosegretario Pier Paolo Baretta, che abbiamo già accolto con favore, ma anche – e soprattutto – dall'inclusione della Riforma dei giochi all'interno dell'atto di indirizzo approvato dal Ministro dell'Economia. Forse in via propedeutica a questo percorso che stiamo immaginando come possibile conseguenza del Recovery Fund.
Tra l'altro, lo scostamento atteso in Consiglio dei ministri che servirà a finanziare la manovra d’estate, dovrà dedicare un capitolo al ripiano dei buchi prodotti dal Covid nei bilanci di Comuni e Province. Con il ministro che ha già promesso ai sindaci: “Copriremo tutto”. Con i numeri che parlano di quasi 5 miliardi di euro per la perdita di gettito dei Comuni, tra i 310 milioni dell’imposta di soggiorno sfumati con la crisi del Covid – che avranno una copertura dedicata - gli 1,1 miliardi persi della Tari e che da soli assorbono un terzo dei fondi messi a disposizione dei sindaci (finora) per tamponare i buchi della crisi. “Buchi” che la stessa nota metodologica elaborata dal Mef aiuta a misurare, in vista della manovra d’estate finanziata con il nuovo aumento di deficit atteso in Consiglio dei ministri. I calcoli non sono definitivi, perché i numeri sui risparmi di spesa sono parziali e le incognite dell’autunno sono parecchie. Ma si tratta in ogni caso di cifre scritte in un documento ufficiale alla vigilia di una manovra che vedrà nuovamente gli enti locali in prima fila. In cui si parla di un “rosso” che si attesterebbe sotto i 4,5 miliardi.
E anche questa problematica relativa alle economie degli enti locali, potrebbe (e dovrebbe) suggerire al governo di adottare una strada coraggiosa di riforma, non soltanto riordinando il comparto del gioco, ma magari approfittando anche per riformarlo dal punto di vista fiscale, magari introducendo anche quella famigerata “tassa di scopo”, in linea con altri paesi europei, che oltre a poter rendere il gioco una volta per tutte pienamente sostenibile, avrebbe il merito anche di supportare – e non compromettere – le casse delle amministrazioni locali.

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