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Pronto nuovo Dpcm: ipotesi coprifuoco e bar chiusi nelle zone più a rischio

02 novembre 2020 - 10:12

Nuovo Dpcm in arrivo, forse con un coprifuoco alle 21 e 'zone rosse' nei territori più a rischio, l'Anci chiede lo stop di corner scommesse e slot, poi confermato da Conte.

Scritto da Fm
Pronto nuovo Dpcm: ipotesi coprifuoco e bar chiusi nelle zone più a rischio

I contorni non sono ancora ben definiti, e le trattative sono ancora in corso fra Governo, Regioni e sindaci, ma è certo che domani, martedì 3 novembre, il premier Giuseppe Conte dovrebbe apporre la sua firma su un nuovo Dpcm volto a restringere ancora le maglie su attività e circolazione delle persone, per tentare di fronteggiare l'aumento esponenziale della diffusione del Covid-19, ormai stabilimente sopra la soglia dei 30mila nuovi casi di positività al giorno.

Il presidente del Consiglio intanto continua a difendere la sua linea: evitare un nuovo lockdown nazionale.

Sul piatto ci sarebbero le ipotesi di un coprifuoco alle 21 (o forse già dalle 18), la chiusura dei centri commerciali nel weekend, giro di vite nella circolazione fra le Regioni - se non per ragioni indifferibili, di salute o di lavoro -, scuole in didattica a distanza fin dalla terza media, la chiusura dei musei, la riduzione della capienza nei trasporti pubblici dall’80 al 50 per cento. Almeno per le regioni con indice di trasmissione del Covid-19 superiore a 1,5.
Misure su cui in queste ore stanno dicendo la loro i rappresentanti dei governi locali, a cominciare dall'Anci, che con il presidente Antonio Decaro avrebbe chiesto, oltre allo stop ai centri commerciali nei fine settimana, quello degli sportelli scommesse nelle tabaccherie e nei bar "perché è lì che si sposta il flusso di chi trova chiuse le sale scommesse", dopo la sospensione delle attività delle location di gioco dedicate sancita dal Dpcm del 24 ottobre.
 
Una richiesta accolta da Conte, che nelle Comunicazioni del Presidente Conte alla Camera sulla situazione epidemiologica e sulle eventuali ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19 di oggi, 2 novembre, ha espressamente annunciato lo stop ai giochi - corner di scommesse e slot - "ovunque siano collocati, in coerenza con la chiusura delle sale slot bingo e scommesse".
 
Misura commentata anche dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. "È evidente che non sia utile chiudere le sale scommesse se le macchinette stanno dentro i bar e la gente si trasferisce da un punto all’altro magari assembrandosi in maniera ancora più eccessiva all’interno di un tabaccaio o un bar piuttosto che nella sala scommesse. Ci sono cose che è necessario rendere ancora più coerenti e andare poi avanti una volta imboccata una strada”.

Sotto la lente anche i bar, dove, lo ricordiamo, è ancora possibile giocare alle slot, o scommettere, nei corner presenti, così come nelle tabaccherie.
Per le regioni più colpite infatti ne è prevista la chiusura anche a pranzo, sempre nell'ottica di evitare assembramenti e con essi possibili occasioni di contagio.
 
Un ulteriore colpo non solo all'attività di somministazione di bevande ed alimenti ma anche a quelle di gioco, già oggetto di sospensione in sale dedicate e casinò (con il Dpcm del 24 ottobre).
Una scure che potrebbe rendere vani i benefici del decreto Ristori, con il sì ai contributi a fondo perduto del 200 percento per le categorie colpite dalle chiusure h24, e degli altri provvedimenti per la tutela dei lavoratori e delle aziende annunciati dal Governo, come la proroga del blocco dei licenziamenti fino alla fine di marzo 2021 e la cassa integrazione Covid gratuita per i datori di lavoro.
Anche se nel Dpcm di prossima pubblicazione dovrebbe rientrare uno stanziamento aggiuntivo per fronteggiare le nuove, stringenti, limitazioni. E, si spera, anche per le imprese di gestione e noleggio di apparecchi, ad oggi escluse dalla lista dei beneficiari, nonostante le richieste dei rappresentanti della categoria.

Di fronte a questa serie di scenari, arrivano i commenti dei governatori, divisi l'opzione "lockdown nazionale" e le chiusure "localizzate".
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini (anche lui risultato positivo al Covid, da asintomatico), auspica "misure nazionali uniformi", con un coprifuoco, e lo stesso fa Luca Zaia, presidente del Veneto, per il quale "il lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve" ma si potrebbero decidere misure nazionali, "da decidere insieme", a cui eventualmente aggiungere "misure territoriali restrittive".

Critico anche il numero uno della Regione Liguria, Giovanni Toti: "Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown. Proteggendo i nostri anziani di più e davvero, la pressione sugli ospedali e il numero dei decessi diventerebbero infinitamente minori. Sarebbe folle richiudere in casa tanti italiani per cui il Covid normalmente ha esiti lievi, bloccare la produzione del Paese, fermare la scuola e il futuro dei nostri giovani e non considerare alcun intervento su coloro che rischiano davvero. Speriamo ci sia saggezza stavolta e non demagogia".
Attilio Fontana, governatore della Lombardia, invece lo auspica: "Il lockdown è l'unica misura che si è dimostrata efficace: se possiamo andare avanti con altre misure procediamo. Ma se i tecnici ci dicono che l'unica alternativa è il lockdown, facciamolo a livello nazionale".
Un fermo "niet", quindi, all'ipotesi circolata nelle scorse ore di chiudere il capuologo meneghino: "Se fermiamo Milano, si ferma la Lombardia" e "il virus oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo".
 
Alberto Cirio, governatore del Piemonte, invece scrive sulla sua pagina Facebook: "Non vogliamo un lockdown per il Piemonte e per questo dobbiamo intervenire con misure mirate, per rispetto dello sforzo e dei sacrifici che i nostri imprenditori e ogni singolo cittadino piemontese stanno facendo ormai da mesi, ma anche e soprattutto per tutelare i nostri figli, i nostri nonni e con loro tutti gli affetti più cari". Per questo ha varato una nuova ordinanza, in vigore da oggi 2 novembre fino al 24, che introduce la didattica al 100 percento negli istituti superiori e, per il trasporto pubblico di linea urbano, extraurbano e ferroviario di competenza della Regione Piemonte, un coefficiente di riempimento non superiore al 50 percento dei posti previsti dalla carta di circolazione del singolo mezzo.
 
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un'ordinanza valida da oggi che sancisce la chiusura di ristorazione e bar alle 18 e sospensione delle attività delle “palestre” all’interno degli istituti scolastici.
 
Tante voci contrastanti, quindi, ma a decidere probabilmente sarà l'indice di contagio, visto che ci sono ben undici Regioni con Rt al di sopra della soglia critica dell'1,5 e due oltre 2: Piemonte (a 2.16) e Lombardia (a 2.09), secondo i report della scorsa settimana pubblicati dall'Istituto superiore di sanità.
Non vanno certo meglio la provincia autonoma di Bolzano (1.96), la Valle d'Aosta (1.89), il Molise (1.86), l'Umbria (1.67), la Calabria (1.66), la Puglia (1.65), l'Emilia Romagna (1.63), la Liguria (1.54), il Lazio (1.51), provincia autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia (1.5), Campania (1.49).
 
 

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