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Corona-Pass, Provincia Bolzano fa ricorso contro 'niet' Garante privacy

23 settembre 2021 - 08:18

In Gazzetta ufficiale il ricorso alla Corte costituzionale della Provincia di Bolzano per annullare il 'no' del Garante per la privacy al Corona-pass, che sarebbe stato obbligatorio anche per sale gioco.

Scritto da Fm e Dd
Corona-Pass, Provincia Bolzano fa ricorso contro 'niet' Garante privacy

Non spetta al Garante per la protezione dei dati personali adottare provvedimenti che ledono l'ordine costituzionale delle competenze della Provincia autonoma di Bolzano e, in particolare, non spetta allo stesso Garante, nell'esercizio delle sue competenze, giudicare sulle competenze della Provincia autonoma e/o limitare le stesse”.

È quanto si legge nel ricorso per conflitto di attribuzione tra enti presentato dalla Provincia di Bolzano alla Corte costituzionale per chiedere l'annullamento del provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali che alla fine di giugno ha ritenuto inammissibile l'uso obbligatorio di certificazioni verdi per accedere alle attività economiche altoatesine – comprese le sale gioco - dal 1° luglio.

 

Come si ricorderà, a maggio aveva destato scalpore la decisione della Provincia di Bolzano di introdurre un Corona-pass per accedere ad alcuni locali pubblici al chiuso con possibilità di assembramenti, fra i quali quelli di gioco, in una fase un cui il famigerato "passaporto verde" – poi divenuto obbligatorio su tutto il territorio nazionale da agosto – era ancora un'ipotesi, su cui si dibatteva in vari Paesi dell'Unione europea.
 
A luglio poi il Tribunale regionale di giustizia amministrativa ha accolto il ricorso di una società contro l'obbligo di dimostrare il possesso delle attestazioni rilasciate in base a specifici protocolli emanati dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige o dalle altre autorità sanitarie, comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione contro il Covid, la guarigione dall’infezione o l’effettuazione di un test per la rilevazione del virus con esito negativo.
 
La vicenda quindi è arrivata ad un nuovo capitolo, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 22 settembre del  ricorso per conflitto di attribuzione presentato  alla Corte costituzionale, annunciato ad agosto.
Anche se nel frattempo è stato introdotto il green-pass, che in qualche modo supera la misura pensata dalla Provincia autonoma, la Giunta provinciale ha infatti deciso di sollevare il tema innanzi alla Consulta, ritenendo che le pronunce del Garante ledano la sfera delle competenze della Provincia autonoma. "Non possiamo permettere che in futuro altre autorità minaccino la nostra Autonomia", ha affermato il presidente della Provincia Arno Kompatscher un mese e mezzo fa, "attraverso i loro provvedimenti. Ecco perché abbiamo deciso di resistere in giudizio". La Provincia, dunque, vuole scongiurare il crearsi di un pericoloso precedente che possa portare in futuro a considerare insufficienti le competenze assegnate all'ente dalla Costituzione italiana.
Si tratta di un ricorso dal valore simbolico, dal momento che, come detto, il Corona-pass è stato comunque archiviato nella prassi dal certificato verde europeo. Il valore del ricorso risiede tuttavia nel suo potere di chiarire anche in sede di giustizia amministrativa che la Provincia ha agito in piena legittimità, in forza delle competenze che l'Autonomia le conferisce.
 
I RILIEVI MOSSI AL GARANTE PER LA PRIVACY – Per completezza d'informazione, riportiamo i “rilievi” mossi dai legali della Provincia di Bolzano.
“Il Garante per la protezione dei dati ha ecceduto le proprie competenze per i seguenti motivi: al fine dell'introduzione delle certificazioni verdi, non è stata creata alcuna banca dati ulteriore, App dedicata o trattamento nuovo bensì si tratta di documentazione già esistente, comunque prodotta e messa a disposizione del cittadino, in cui il trattamento dei dati viene effettuato per finalità di cura, diagnosi, prevenzione dell'emergenza virale Covid Sars-CoV-2 dall'Azienda sanitaria dell'Alto Adige nella sua qualità di titolare del trattamento; i provvedimenti del Garante per la protezione dei dati non trovano quindi alcun fondamento giuridico nelle competenze affidate a questo, quali ad esempio il controllo affinché i trattamenti di dati personali siano conformi al regolamento nonché a leggi e regolamenti nazionali e la connessa prescrizione ai titolari o ai responsabili dei trattamenti di misure da adottare per svolgere correttamente il trattamento nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali degli individui; non è stata perpetrata alcuna discriminazione tra le persone destinatarie delle certificazioni né queste hanno subito violazioni dei loro diritti e libertà fondamentali; in nessun momento sono stati violati i principi di anonimizzazione e di minimizzazione dei dati personali, con conseguente illegittima interferenza nella sfera di competenze costituzionalmente protette della Provincia autonoma di Bolzano per effetto dello statuto speciale di autonomia per il Trentino-Alto Adige/Südtirol e, quindi, menomazione della stessa, nella parte in cui viene attribuito esclusivamente al legislatore statale la disciplina sulle certificazioni verdi, esorbitando così dalle proprie competenze, consistenti, nel caso di specie, nel controllo affinché che i trattamenti di dati personali avvengano in conformità alla normativa in materia”.
 
 

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