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Green pass base o rafforzato: cosa cambia da oggi per i locali di gioco

10 gennaio 2022 - 09:14

Da ristoranti e bar a sale slot, sale scommesse, sale bingo, casinò e parchi: da oggi aumentano i luoghi accessibili solo con il certificato rilasciato a guariti e vaccinati.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Green pass base o rafforzato: cosa cambia da oggi per i locali di gioco

 

 

Prendono il via oggi, lunedì 10 gennaio 2022, le nuove restrizioni dettate dal governo per il contenimento del Covid-19 nella nuova e diffusissima variante Omicron, che propongono una sorta di lockdown per i “no vax” che d'ora in poi potranno soltanto andare a lavorare con un green pass base, cioè rilasciato con un test negativo antigenico (valido 48 ore) o molecolare (valido 72 ore). Niente viaggi sui mezzi pubblici e neppure alcuna attività sociale, avendo interdetto l'accesso a ristoranti, spettacoli e a qualunque altra forma di intrattenimento: né slot o vlt, né scommesse o bingo e neppure il casino. L'unica modalità di gioco, per chi non è vaccinato, sarà quella online. Ai luoghi dove era già obbligatorio presentare il green pass rafforzato (rilasciato a guariti e vaccinati) si aggiunge un nuovo elenco. E quindi da oggi e fino al 31 marzo 2022, cio è fino alla fine dello stato di emergenza, servirà il rafforzato per tutti questi luoghi all’aperto e al chiuso: ristoranti e bar; cinema e teatri; piscine, palestre, sport di squadra, stadi, palazzetti dello sport; spogliatoi; musei e mostre; centri benessere, centri termali (salvo che per livelli essenziali di assistenza e attività riabilitative o terapeutiche); centri culturali, centri sociali e ricreativi (esclusi i centri educativi per l’infanzia); parchi tematici e di divertimento; sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; alberghi e strutture ricettive; feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose; sagre e fiere; centri congressi; impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici; navi, treni e aerei; autobus, metropolitane e tram.
Un’ordinanza del ministro della Salute prevede che “per i soli motivi di salute e di studio è consentito l’accesso ai mezzi pubblici per lo spostamento da e per isole minori” con green pass base (e non rafforzato) “fino al 10 febbraio”. Nella stessa ordinanza è previsto che fino al 10 febbraio a tutti gli studenti, anche sopra i 12 anni, basterà indossare la mascherina Fp22.

COSA CAMBIA - La nuova stretta anti-Covid comincia dunque oggi da bar, ristoranti, alberghi, palestre, piscine, mezzi di trasporto e locali di gioco. Per accedervi, sia al chiuso che all’aperto, servirà il green pass “rafforzato”, quello che si ottiene cioè con la vaccinazione (anche per i 15 giorni successivi alla prima dose) o con la guarigione dall’infezione da Coronavirus e che ha una durata di sei mesi.
Questo “mini-lockdown” per gli italiani non vaccinati, vale per quasi 4,8 milioni di italiani sopra ai 12 anni ed esclude soltanto i servizi essenziali (come alimentari e farmacie) dall'elenco degli ambienti visitabili.
E non è ancora finita, visto che a queste restrizioni si aggiungerà dal 20 gennaio l’obbligo del green pass base (anche solo con il tampone, che continua ad avere una durata di 48 ore se antigenico e 72 se molecolare) per accedere ai locali di barbieri, parrucchieri ed estetisti. Dal 1° febbraio, poi, lo stesso certificato base sarà necessario anche per entrare in uffici pubblici, poste, banche e negozi. Un decreto atteso nelle prossime due settimane dovrà chiarire quali sono le attività ritenute necessarie per soddisfare esigenze primarie, che in quanto tali saranno escluse dal nuovo obbligo.

ALTRA MAZZATA PER IL GIOCO? - Nuove restrizioni, dunque, che potrebbero ulteriormente pesare, in maniera significativa, sul comparto del gioco pubblico. Sì, perché già l'introduzione dello scorso agosto 2020 del semplice green pass, aveva provocato un drastico calo delle giocate soprattutto nei locali specializzati, come le sale vlt, oltre a creare vari disagi anche negli altri centri di intrattenimento come bowling o Fec (Family entertainment center). E anche se ultimamente il trend sembrava essere leggermente migliorato, anche per via dell'aumento del numero di vaccinati o comunque della maggiore diffusione di certificati vaccinali anche attraverso il semplice ricorso a tamponi, necessario anche per tante altre attività, che comunque consentiva anche l'accesso nei locali di gioco, adesso questo non sarà più possibile e sembra quindi essere inevitabile un ulteriore frenata della raccolta nei prossimi mesi. A meno che quello zoccolo duro dei “no vax” dovesse decidere di immunizzarsi, proprio come auspica l'esecutivo con questa ulteriore stretta, che vorrebbe avere più il sapore di una “moral suasion” che di un lockdown.

L’OBBLIGO DI VACCINO - L’altra grande novità al debutto con il decreto legge varato dal Governo il 5 gennaio, è l’obbligo di vaccino anti-Covid per tutti gli italiani e gli stranieri residenti in Italia che hanno più di 50 anni o che li compiranno entro il prossimo 15 giugno. È una platea di 27 milioni di persone, 8 milioni delle quali risultano occupate, come lavoratori dipendenti o come autonomi. Dal 15 febbraio, i lavoratori sopra 50 anni – sia dipendenti, sia liberi professionisti – nel settore pubblico e nel privato, dovranno avere il green pass rafforzato per poter svolgere la propria prestazione nei luoghi di lavoro. L’obbligo si applica, per ora, fino al 15 giugno. Per la maggior parte, si tratta di persone già vaccinate, come rivela il monitoraggio diffuso settimanalmente dal Governo. Ma nella fascia di età tra 50 e 59 anni, ad esempio, ce ne sono 993mila che ancora non hanno ricevuto neanche la prima dose del vaccino. Tra 60 e 69 anni, gli italiani non coperti dal vaccino sono 616.595. Restano comunque due milioni di italiani non vaccinati, di età compresa fra 30 e 49 anni, che sono esclusi, per ora, dal nuovo obbligo vaccinale. A meno che non lavorino in settori per i quali l’obbligo era già previsto, come sanità, scuola, e sicurezza.

STIPENDIO SOSPESO MA SENZA LICENZIAMENTI - Rinviando all’altro articolo in pagina per l’approfondimento sul quadro sanzionatorio, ricordiamo che la conseguenza più rilevante da mettere in conto, per i lavoratori che non volessero adempiere all’obbligo del vaccino, è la sospensione dal servizio e dallo stipendio: poiché gli obblighi vaccinali già previsti fino a oggi per i lavoratori si applicano fino al 31 marzo, termine dello stato di emergenza, e il nuovo obbligo per i lavoratori over 50 vale fino al 15 giugno, il periodo non coperto da retribuzione, in caso di mancata vaccinazione, sarebbe piuttosto lungo. Non si rischiano, invece, conseguenze disciplinari, come il licenziamento, perché le norme emergenziali fanno salve, per chi non si vaccina, la conservazione del posto di lavoro.

LE SPIEGAZIONI DEL PREMIER - Intanto, sempre nella giornata di oggi, è prevista una conferenza stampa del premier Mario Draghi che “difenderà” le misure prese, provando a blindare i partiti. Il premier spiegherà quindi ai cittadini le novità e le ragioni che hanno spinto ad adottarle, ma non risponderà a domande sul Quirinale. 

La decisione di tenere una conferenza stampa nei prossimi giorni, magari in coincidenza con il Consiglio dei ministri di giovedì che darà il via libera al nuovo decreto ristori, era già maturata a Palazzo Chigi all’indomani del varo delle nuove importanti norme anti Covid che hanno introdotto l’obbligo vaccinale per gli ultra cinquantenni. Ma nelle ultime ore, anche per via della reazione negativa di una parte dei media su alcuni punti come ad esempio la sanzione di 100 euro per chi non ottempera all’obbligo, è maturata la decisione di anticipare l’incontro con la stampa a lunedì, giorno della riapertura delle scuole e di molte attività. 

L’appuntamento è fissato per le 18 di oggi, in modo da poter avere già un primo quadro di come sarà andato il rientro in ore in cui i contagi continuano a salire (ieri la notizia che sono saliti a tre i ministri contagiati: Vittorio Colao, Luigi Di Maio e Federico D’Incà, gli ultimi due anche grandi elettori per il Quirinale). All’incontro ci saranno oltre a Draghi i ministri dell’Istruzione Bianchi, della Salute Speranza e il coordinatore del Cts Locatelli.

Ma il premier, che resta il candidato più autorevole a succedere a Sergio Mattarella nonostante i timori dei partiti sui riflessi che un suo trasloco da Palazzo Chigi al Quirinale avrebbe sulla prosecuzione del governo, non risponderà alle domande sull’argomento: la conferenza stampa è unicamente concepita come occasione per spiegare all’opinione pubblica, confusa dai tanti decreti susseguitisi nelle ultime settimane, il senso del nuovo pacchetto di misure. Un modo per metterci la faccia, dunque, di fronte agli italiani.

 

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