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Dadone (Min. Pol. Giovanili): ‘Ricominciamo dai giovani’

12 marzo 2022 - 08:14

Il ministro per le politiche giovanili nel governo Draghi, Fabiana Dadone, racconta la sua esperienza di donna in politica e sottolinea il ruolo didattico dei videogiochi.

Scritto da Daniele Duso
Dadone (Min. Pol. Giovanili): ‘Ricominciamo dai giovani’

 

È una delle otto donne che fanno parte della squadra di governo, Fabiana Dadone. Dopo essere stata ministro della Pubblica amministrazione nel governo Conte II, poco più di un anno fa è stata nominata da Mario Draghi ministro per le Politiche giovanili. Una carica che sta portando avanti con coraggio e intraprendenza, qualità che l’hanno avvicinata ai giovani, con i quali ha sempre cercato un dialogo, anche a costo di utilizzare strumenti, e temi, ancora troppo spesso atipici per la politica, come le piattaforme social network e i videogiochi. Così come per parlare alle donne, soprattutto alle più giovani, Fabiana Dadone non ha disdegnato di rompere alcuni schemi, come accaduto esattamente un anno fa con una foto che ha spopolato sui social.

Ministro Dadone, lei lo scorso anno ha fatto parlare molto di sé con quella fotografia nella quale si presentava in un momento di relax nella sede del suo ministero, seduta sulla sedia ma con le scarpe rosse poggiate sulla scrivania. Qual era il messaggio che voleva trasmettere?

"Il messaggio era chiaro, era scritto, ma nessuno tra quelli che hanno gridato allo scandalo lo ha letto. Molti si sono limitati all'immagine. Se pensate alle critiche e rileggete il testo di quel post oggi vedrete che è anche una risposta attuale a quelle critiche, un evergreen. Perché parliamo delle stesse cose da decenni, è facile anticipare i bigotti, è più difficile guidarli a un ragionamento".

Effettivamente quella foto le ha attirato anche molte critiche, soprattutto sul web, ma mi pare di capire che la rifarebbe tranquillamente.

"Credo sia importante trovare modi di rivendicare la propria libertà e autonomia ogni giorno. Chi critica una donna che rivendica spazi sociali è da emarginare dal dibattito pubblico di un Paese europeo civile".

Ripensando al suo percorso, soprattutto in politica, a lei è mai capitato di sentirsi sottovalutata in quanto donna?

"No, vengo sottovalutata per il carattere mite che in politica può sembrare controproducente. È un vantaggio essere sottovalutati nel lavoro che faccio".

Tornando all’attualità, in questo periodo in cui ci stiamo rialzando dopo essere stati colpiti duramente dalla pandemia che consiglio darebbe ai giovani, e in particolare alle giovani, per tornare a emergere e ritagliarsi un ruolo da protagoniste?

"Seguire il proprio percorso, la propria coerenza, senza focalizzarsi sui problemi di contesto ma sulle proprie peculiarità. Gli adulti sono piagnucoloni, ma hanno bisogno di giovani determinati".

Le statistiche continuano a proporci numeri di donne che in ambito lavorativo, a parità di mansioni, vengono penalizzate rispetto ai colleghi maschi. È un problema legato a una radicata mentalità generale, ma per risolverlo a suo parere può bastare continuare a parlarne o serve un intervento della politica?

"Gli interventi di legge ci sono così come i principi di norma ma parliamo di correggere un'attitudine culturale lunga secoli. Dobbiamo essere realisti ed evitare fratture ideologiche o generazionali accompagnando questo cambiamento ogni giorno. Avere la giusta pazienza senza prendersela troppo con comodo, il dibattito pubblico dati alla mano a fotografare conquiste e gap è fondamentale".

Lei si è contraddistinta sin dal suo insediamento per un linguaggio chiaro e comprensibile, poco “politico”, e soprattutto per la capacità di andare a incontrare i giovani nei loro ambienti. Recentemente ha sostenuto anche l’idea di far entrare i videogiochi nelle scuole, come supporto alla didattica. In quest’ottica secondo lei qual è il punto di forza di un videogame?

"I videogame ribaltano la prospettiva della didattica percepita come passiva dai ragazzi e lo fanno divertendo. Quando un ragazzo viene stimolato al ragionamento pratico, al problem solving, espande le proprie competenze e peculiarità. I videogame sono un'ottima spinta in questa direzione senza nulla togliere alla didattica nozionistica classica. Dove viene utilizzato con metodo produce risultati sorprendenti. Studiare come lavorare non dev'essere per forza faticoso ma può e dev'essere un piacere se vogliamo ottimizzare quel tempo".

Nell’ultimo anno ha incontrato anche molti giovani che hanno fatto della passione per il videogame un’attività molto seria. Che idea si è fatta degli esports, sono un fenomeno passeggero o qualcosa che può durare nel tempo?

"Credo il 2021 in Italia sia diventato l'anno zero degli esports. Ho portato il tema nelle istituzioni italiane e accelerato un confronto che deve seguire un percorso di maturità. Siamo appena all'inizio e l'Italia non deve rallentare perché parliamo di attività che possono piacere o non piacere ma trainano un settore in forte espansione economica".

Gli esports hanno dimostrato di poter essere paritari, di andare oltre le differenze, anche quelle di genere. Pensa che abbia fatto bene il Cio, e il Coni in Italia, ad aprire la porta a quelli che loro chiamano “sport virtuali”?

"Idealmente è un'ottima cosa, un buon primo passo, concretamente credo sia un po' datata la loro concezione quindi ritengo utile si mantenga la porta aperta e un canale di comunicazione continuo coi ragazzi altrimenti corriamo il rischio di rallentare questa evoluzione anziché accelerarla".

 

LEI CHI È?!?

Fabiana Dadone, nata il 12 febbraio 1984 a Carrù (Cuneo), laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Torino, è mamma di due bambini di 1 e 5 anni, appassionata di musica metal e fumetti. Sin da giovanissima è molto attiva sia nel volontariato che nelle battaglie degli albori del Movimento 5 Stelle in provincia di Cuneo. Attivista del Movimento 5 stelle a Mondovì, nel luglio 2012 presenta un ricorso al TAR che costringe l'amministrazione comunale a cambiare la squadra della giunta comunale e aggiungere una donna per il rispetto delle quote rosa. Nel 2013, a 29 anni, viene eletta in parlamento, figurando tra le più giovani parlamentari del M5S. Deputata alla seconda legislatura, è stata capogruppo del Movimento 5 stelle e Presidente del Comitato per la Legislazione della Camera dei Deputati. Già ministro per la Pubblica amministrazione nel Governo Conte II, dal 13 febbraio 2021 è ministro per le Politiche giovanili. Molto attiva sui social, cura assiduamente anche un sito web personale.

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