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Cardia (Acadi) al Senato: 'Gioco, nel 2020 5 miliardi di gettito per lo Stato'

10 novembre 2020 - 10:25

In audizione alle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, il presidente di Acadi Geronimo Cardia illustra criticità del settore del gioco, chiedendo rateizzazione di versamenti e prelievi previsti.

Scritto da Redazione
Cardia (Acadi) al Senato: 'Gioco, nel 2020 5 miliardi di gettito per lo Stato'

Nel 2020, le entrate per lo Stato provenienti dal mondo del gioco passeranno dai 10 miliardi dei tempi pre-Covid-19 alla metà: 5 miliardi di euro.

A fornire questo dato è Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio, nell'audizione tenuta di fronte alle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato, nel tardo pomeriggio di ieri, 9 novembre.

Intervenuto in videoconferenza, Cardia ha sottolineato che prima della pandemia “la remunerazione per gli operatori si attestava sugli 8 miliardi di euro, equivalente alla differenza tra la spesa dei giocatori (18 miliardi di euro) e le tasse versate allo Stato”.

 

Le chiusure causate dal Covid-19 hanno “dimezzato i volumi di raccolta e di conseguenza ci sarà un netto calo di gettito erariale”, ha ricordato il presidente di Acadi, evidenziando come il mondo del gioco sia stato “fra i primi a subire le limitazioni e tra gli ultimi a poter riprendere le proprie attività”.
Fatto che si è verificato nonostante gli ambienti di gioco “rispettino appieno tutti i protocolli di sicurezza”, superiori a quelli di altri settori.
 
Cardia quindi si è detto fortemente preoccupato, in quanto il Governo, dopo aver obbligato le attività di gioco a chiudere, ha “ignorato due importanti codici Ateco del settore”, dei quali poi è stato chiesto l'inserimento nella platea dei destinatari degli indennizzi previsti dal Dl Ristori.
 
“Chiediamo anche che ci sia la possibilità di rateizzare i versamenti e i prelievi previsti per il comparto del gioco pubblico relativi al periodo contabile appena concluso.
Abbiamo inoltrato una richiesta di sterilizzazione dei versamenti del Preu previsti per il gennaio 2021, poiché con delle norme attuate prima della pandemia era stato imposto un ulteriore aumento di tassazione che sarebbe insostenibile a fronte della crisi che il settore sta vivendo.
Sostanzialmente, sollecitiamo ad un ritorno del livello di tassazione previsto nel 2019. Il gioco pubblico è caratterizzato da diverse verticali distributive che sono regolati da convenzioni di concessione differenti”, ha affermato Cardia, rammentando che le concessioni di bingo e scommesse sono attualmente in proroga, in quanto “il Regolatore si è accorto che non è possibile portare a gara i nuovi soggetti per le note problematiche relative al territorio create da alcune norme come quella del distanziometro che, in alcuni casi, impedisce l’offerta di gioco pubblico per il 98-99 percento del territorio”.
 

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