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Regione Sardegna: Testo su Gap, operatori chiedono approccio globale

23 ottobre 2018 - 13:49

La Commissione Sanità e Politiche sociali della Regione Sardegna ha avviato le audizioni sul Testo unificato contro il gioco d’azzardo patologico.

Scritto da Redazione
Regione Sardegna: Testo su Gap, operatori chiedono approccio globale

La commissione Sanità e Politiche sociali presieduta da Raimondo Perra (Cps) della Regione Sardegna ha iniziato il ciclo di audizioni sul Testo unico contro il gioco d’azzardo patologico, che si sarebbero dovute tenere la scorsa settimana ma che erano state rinviate a causa dell'allerta meteo.

Si tratta di un fenomeno molto complesso, ha dichiarato Graziella Boi, referente scientifico del Piano regionale, “in cui occorre operare in parallelo nei campi della prevenzione, della cura e della riabilitazione, per intervenire con efficacia in un settore per molti aspetti nuovo che tocca in modo trasversale ampie fasce della popolazione e presenta elementi diversi rispetto al mondo delle dipendenze”.

Per quanto riguarda il testo, Boi ha raccomandato particolare attenzione ed una certa flessibilità sul problema delle distanze fra le sale giochi ed i cosiddetti luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto etc) perché, ha spiegato, “la previsione di 500 metri potrebbe non rivelarsi adatta ai piccoli centri ed è necessario evitare la concentrazione di queste strutture nelle periferie”. In Sardegna, ha proseguito, “gli ultimi dati disponibili riferiti al 2016 hanno registrato 600 utenti presso le strutture pubbliche ed una tendenza alla crescita di un sommerso in cui convivono diverse forme di gioco patologico, dal trading all’abuso di gratta e vinci, alla scommesse on line”.

Boi ha infine distribuito alla commissione alcune copie del volume dal titolo “Prigionieri senza sbarre” che, attraverso i racconti del pazienti, ricostruisce le dinamiche personali e familiari di persone di ogni età e cultura che si sono trovate coinvolte in una spirale apparentemente senza uscita. Da questa patologia invece si può guarire, ha concluso la Boi, “con una azione a tutto campo del sistema pubblico e della società nel suo complesso”.

Successivamente è intervenuto il professor Vittorio Pelligra dell’Università di Cagliari, che in apertura ha criticato alcuni luoghi comuni che, a suo avviso, hanno finito per sdoganare il gioco d’azzardo. Non è vero, ha sostenuto, “che quelli che giocano sono maschi adulti, che le sale giochi portano lavoro e gettito per lo Stato, perché chi gioca è in realtà una vittima con la scimmia sulla spalla, i posti di lavoro sono appena 30.000 in tutta Italia e comunque sottraggono risorse all’economia reale e, quanto al gettito, a fronte di incassi di circa 10 miliardi si pagano costi sociali di 30”.
 
Sul testo, Pelligra ha osservato che “forse è troppo sbilanciato sugli aspetti sanitari, “mentre bisogna intervenire in profondità anche dal punto di vista culturale passando da una sorta di legittimazione sociale del gioco d’azzardo ad una de-legittimazione, non esiste il concetto di gioco responsabile e va affermato invece il concetto di gioco come comportamento socialmente non sostenibile”.
 
Subito dopo hanno preso la parola le rappresentanti dei Comuni di Alghero e Sassari, Giuseppina Rita Piccone e Maria Francesca Fantato, per esporre le esperienze delle due amministrazioni locali, dove ordinanze in materia di gioco d’azzardo sono state impugnate davanti al Tar Sardegna il quale però, in entrambi i casi, le ha riconosciute legittime con motivazioni collegate al potere dei Sindaci di intervenire a tutela della salute pubblica.
Al di là dei problemi giuridici e amministrativi, hanno affermato Piccone e Fantato, il fenomeno si può e si deve contrastare con un approccio globale capace di organizzare una risposta complessiva della società. Ad Alghero, infatti, il problema è stato oggetto di incontri nelle scuole e di uno spettacolo teatrale replicato anche in altri centri della Sardegna. A Sassari, sono stati predisposti incentivi fiscali e finanziari per operatori commerciali che dismettono macchine da gioco o, per pubblici esercizi nuova costituzione, che decidono di non installarle.
Ultimo intervento della seduta quello della professoressa Maria Rosaria Maiorano dell’Ufficio scolastico regionale. “Collaboriamo da tempo con la Regione in progetti dedicati al contrasto del disagio giovanile e delle dipendenze tradizionali come alcool, tabacco e stupefacenti”, ha ricordato. Quello del gioco per noi è un settore nuovo, ha detto ancora, “e per questo sarebbe necessario prevedere, nella nuova normativa regionale, iniziative di formazione specifica per i docenti e campagne di informazione mirate per il mondo scolastico”.
Nel ciclo di audizioni è prevista anche la convocazione degli operatori del settore del gioco e delle loro associazioni rappresentative.
 

IL TESTO UNIFICATO – Il testo su cui vertono le audizioni in particolare si sofferma sulle competenze dei Comuni in materia di regolamentazione del gioco e contrasto al Gap. “1. L'esercizio delle sale da gioco e il gioco lecito nei locali aperti al pubblico sono soggetti all'autorizzazione del sindaco del comune territorialmente competente, concessa per cinque anni rinnovabili. Per le autorizzazioni esistenti il termine di cinque anni decorre dalla data di entrata in vigore della presente legge. 2. È fatto divieto di collocare apparecchi per il gioco d'azzardo lecito in locali posti a una distanza, determinata dalla Giunta regionale entro il limite massimo di cinquecento metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici di ogni ordine e grado, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. Art. 11 Agevolazioni e limitazioni in capo ai comuni 1. I Comuni, nel rispetto della normativa statale e degli strumenti di pianificazione regionale, possono individuare altri luoghi sensibili cui applicare le disposizioni di cui al comma 2 dell'articolo 10, con riguardo all'impatto sul contesto e sulla sicurezza urbana, ai problemi connessi con la viabilità, l'inquinamento acustico e il disturbo della quiete pubblica. I Comuni possono prevedere per i titolari di esercizi pubblici che rimuovono o che rinunciano all'istallazione di slot machine o videolottery o che scelgono di non installarle, agevolazioni (perenni o una tantum) sui tributi comunali (Imu, Tasi, Cosap e altri eventuali), secondo criteri e modalità da determinare con appositi regolamenti comunali. Art. 12 Sanzioni amministrative 1. Il comune ha la competenza sui controlli dei locali in cui è esercitato il gioco tramite la polizia locale come pure la riscossione delle sanzioni amministrative. 2. L'apertura di locali da destinare a sala da gioco o l'installazione nei locali di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito in violazione delle distanze previste dal provvedimento della Giunta regionale di cui all'articolo 10, comma 2, è punito con una sanzione amministrativa da 2.500 euro a 8.000 euro. 3. I comuni istituiscono con i proventi delle sanzioni amministrative di cui al presente articolo un apposito Fondo 'Proventi da controlli di conformità alla legislazione nazionale e regionale sul Gioco d'azzardo patologico' destinato alla concessione di premialità per i titolari di esercizi pubblici di cui all'articolo 11, comma 3, a campagne comunali di sensibilizzazione sul Disturbo da gioco d'azzardo o, in alternativa, a finalità di carattere sociale e assistenziale”.

Inoltre, il testo prevede che la Regione si doti del Piano regionale del Gioco d'azzardo patologico (Gap), l'istituzione dell'Osservatorio regionale del disturbo da gioco d'azzardo e del logo regionale 'Slot free Regione Sardegna', la promozione di campagne di informazione e di sensibilizzazione sui rischi legati al gioco e della 'Giornata regionale contro il Disturbo da gioco d'azzardo', la non concessione da parte della Regione del proprio patrocinio per le iniziative culturali, ricreative, sociali e sportive che contengono e pubblicizzano attività che, benché lecite, favoriscono o inducono alla dipendenza da Gioco d'azzardo patologico, la stipula di protocolli d'intesa con l'Ufficio scolastico regionale al fine di introdurre nelle scuole primarie e secondarie predisporre ulteriori iniziative didattiche volte a rappresentare agli studenti i potenziali rischi connessi al gioco . Infine, “la Regione autonoma della Sardegna sostiene le attività delle associazioni e delle organizzazioni di volontariato impegnate nella presa in carico delle problematiche correlate al gioco d'azzardo e alla sensibilizzazione sull'uso responsabile del denaro. 2. La Regione può avvalersi, direttamente o per il tramite dell'Azienda per la tutela della salute (Ats), della collaborazione di enti e associazioni pubbliche o private di mutuo aiuto”.

 

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