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I giochi sono (quasi) fatti, Zingaretti: 'Sì a Conte premier'

28 agosto 2019 - 16:40

Il segretario del Pd Zingaretti annuncia al presidente Mattarella di aver accettato la proposta del M5S.

Scritto da Anna Maria Rengo
I giochi sono (quasi) fatti, Zingaretti: 'Sì a Conte premier'

"Abbiamo riferito al presidente di aver accettato la proposta del M5S di indicare in quanto partito di maggioranza relativa il nome del presidente del Consiglio dei ministri. Questo nome ci è stato indicato dal M5S nei giorni scorsi". Con queste parole, pronunciate dopo l'incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'ambito del secondo giro di consultazioni, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha ufficializzato il sì del partito al raggiungimento di un'intesa con il Movimento 5 Stelle sulla nascita di un governo giallorosso che vedrà alla sua guida il premier dimissionario Giuseppe Conte.

Il segretario dem specifica, ancora: "Sia chiaro che non c'è alcuna staffetta da proseguire e non c'è alcun testimone da raccogliere ma semmai una nuova sfida da cominciare. Inizia una nuova stagione, civile, sociale e politica", con gli scenari sul gioco ancora da delineare visto che nell'ambito della lunga e a volte difficile trattativa tra Pd e M5S il tema non è stato affronato, come invece era accaduto con il contratto di governo siglato tra questi ultimi e Lega.

Si sciolgono dunque gli ultimi nodi, anche se naturalmente la parola spetterà prima ai pentastellati (con le annesse polemiche e schermaglie sul ricorso al voto sulla piattaforma Rousseau), anch'essi quest'oggi al Quirinale, e poi, naturalmente, al presidente della Repubblica, cui spetterà il compito di tirare le conclusioni, tra stasera e domani mattina, presumibilmente con l'affidamento dell'incarico a Giuseppe Conte. Il quale, a sua volta, avrà circa una settimana di tempo per salire di nuovo al Colle con la lista dei ministri.

I NUOVI MINISTRI - Il totonomi è aperto, a cominciare da quello di colui che rivestirà l'incarico di vice premier, un nodo delicato, per stessa ammissione di Andrea Orlando, (Pd) dato in pole ma che si mostra prudente: “Io vice premier? Potete pensarlo ma non è detto che avvenga”, afferma”.

E anche il puzzle dei ministri è tutto da comporre e resta da verificare che si darà seguito all'accordo di massimo raggiunto ieri 27 agosto, secondo il quale al Pd andranno sette ministeri, tra cui quelli che più stanno a cuore al settore del gioco, dunque dell'Economia e Finanze e dell'Interno.

Il tassello dell'Economia potrebbe avere il volto del presidente della commissione Bilancio dell’Europarlamento Roberto Gualtieri, anche se i zingarettiani spingono anche Antonio Misiani e Fabrizio Barca, e i renziani Pier Carlo Padoan.

Quanto al Viminale, resta in campo l'ipotesi del capo della Polizia Franco Gabrielli, una soluzione “tecnica” che sarebbe gradita anche al M5S, ma in campo ci sono anche Andrea Orlando, sempre che per lui non si configurasse il ruolo di vice premier.

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