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Incontro governo-Enti locali, poi la stretta: riapertura gioco non sia tabù

12 marzo 2021 - 09:37

Tra le nuove misure il lockdown a Pasqua, e l’ingresso automatico in zona rossa per Regioni dietro certi parametri: scenario critico ma la tecnica prevale sulla politica.

Scritto da Ac
Incontro governo-Enti locali, poi la stretta: riapertura gioco non sia tabù

È oramai pronto il decreto legge Covid con il nuovo pacchetto di misure per contrastare la corsa dei contagi. Nella giornata di oggi, venerdì 12 marzo, è atteso il via libera del Consiglio dei ministri al provvedimento, appena sei giorni dopo l'entrata in vigore dell'ultimo Dpcm contro il coronavirus. Prima però ci sarà un vertice tra governo ed enti locali, in videoconferenza, al quale partecipano per il governo i ministri Speranza e Gelmini, Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli per il Cts, è in corso. È l’occasione per illustrare le nuove misure, tra le quali è previsto il lockdown a Pasqua e l’ingresso automatico in zona rossa per quelle Regioni in cui per una settimana si va oltre la soglia dei 250 positivi ogni 100mila abitanti.

NUOVA STRETTA MA SENZA TABU' - Le nuove soluzioni rappresentano di fatto una nuova e ulteriore stretta: l'ipotesi infatti è che con i numeri del nuovo report settimanale dell’Istituto superiore di sanità attesi nelle prossime ore, da lunedì 15 marzo entrino in zona rossa tutte le regioni eccetto Sardegna, Sicilia, Calabria e Umbria; in bilico il Lazio, che potrebbe diventare arancione ma non è esclusa la più alta fascia di rischio. Zona rossa significa chiusi bar, ristoranti, negozi e scuole. Il quadro, da questo punto di vista, si delineerà nel pomeriggio. La nuova stretta dovrebbe accompagnarsi, viene spiegato, anche a un inasprimento dei controlli, in particolare sugli spostamenti nei territori regionali e tra le diverse Regioni.

LE DIVISIONI NEL GOVERNO - Tra i ministri c'è chi, a partire da Roberto Speranza, spinge per rafforzare le chiusure da subito in tutto il territorio nazionale, non solo nei fine settimana. E al contrario c'è chi non vorrebbe penalizzare ancora ristoranti e negozi, neanche nei weekend. Pd, M5s e Leu si collocano su una linea rigorista, Fi, Lega e Iv frenano su nuove misure nazionali generalizzate. Di qui la scelta di confrontarsi con le Regioni, prima di riunire il Consiglio dei ministri per decidere. L'unica certezza, per il momento, sembra essere la volontà del premier di non considerare l'ipotesi di un lockdown nazionale. E intende decidere su basi scientifiche, non politiche: decisivi saranno dunque i dati. Anche se, come detto, i nuovi dati del monitoraggio settimanale dovrebbero fotografare l'ulteriore peggioramento della curva epidemiologica mandando di fatto quasi tutta l'Italia in zona arancione o rossa.

LINEA TECNICA E NON POLITICA - Un approccio, quello di Draghi, che intende far prevalere le evidenze scientifiche di fronte alle “esigenze” politiche, che potrebbe permettere di superare le barriere ideologiche contro le quali si scagliava sistematicamente il comparto dei giochi. Lasciando quindi intravedere la possibilità di considerare, prima o poi, la ripartenza dei giochi anche prima della scomparsa totale del virus. Anche se, va detto, il Cts in questa fase suggerisce il rafforzamento delle restrizioni nelle zone gialle (perché è lì che vanno ridotti i contatti tra le persone per evitare il diffondersi del contagio), con il passaggio automatico in zona rossa con un'incidenza a 7 giorni di 250 casi ogni 100mila abitanti, chiusure nei fine settimana come già avvenuto durante le festività natalizie. Proposte, dunque, che vanno in direzione decisamente contraria rispetto all'ipotesi di riaprire i giochi in zona gialla, come richiesto dagli operatori. Tenendo anche conto che ad essere favorevoli alle restrizioni sono anche alcuni rappresentati delle regioni, come il presidente della Campania Vincenzo De Luca e quello dell'Anci, nonché sindaco di Bari, Antonio De Caro, che anzi anticipano le mosse del governo. Il primo chiudendo con un'ordinanza valida fino al 21 marzo tutti i lungomare, le piazze e i parchi pubblici nella regione; il secondo decretando, primo sindaco di una grande città in Italia, il coprifuoco anticipato alle 19 vista l'incidenza schizzata a 323 casi ogni 100mila abitanti.

La strada, dunque, appare ancora in salita. In attesa, quanto meno, di veder tornare a scendere la curva dei contagi, per poi valutare se davvero la tecnica potrà prevalere sulla politica. E, soprattutto, sull'ideologia.

 

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