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Tar Lazio conferma: 'Legittimi limiti al gioco del Comune di Roma'

05 febbraio 2019 - 08:35

Ancora una volta il Tar Lazio dichiara legittimi l'ordinanza oraria e il regolamento sul gioco emanati dal Comune di Roma.

Scritto da Fm
Tar Lazio conferma: 'Legittimi limiti al gioco del Comune di Roma'

“Per quanto attiene alla violazione dell’art. 50, comma 7, del Tuel in combinato disposto con l’art. 12 del 'Regolamento sale da gioco e giochi leciti', approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 31 del 9 giugno 2017, appare necessario premettere come l’art. 50 co. 7 Tuel, elencando le competenze del sindaco, preveda altresì che questi coordini e riorganizzi, sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell’ambito dei criteri eventualmente indicati dalla regione, gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici'. Nel caso di specie, il potere è stato altresì esercitato, sulla scorta di quanto indicato dall’Assemblea capitolina nel 'Regolamento sale da gioco e giochi leciti', approvato con delibera n. 31/2017, e, in particolare, del suo articolo 12”.

 

Questa una delle motivazioni con cui il Tar Lazio ha respinto il ricorso di una società titolare di una sala scommesse contro Roma Capitale, nei confronti dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli per l'annullamento, previa adozione delle misure cautelari, dell'ordinanza del sindaco Virginia Raggi relativa alla “Disciplina degli orari di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro di cui all'art. 110, comma 6, del Tulps, installati nelle sale gioco e nelle altre tipologie di esercizi, autorizzati ex artt. 86 e 88 del Tulps” e, ove occorra, del “Regolamento sale da gioco e giochi leciti”, approvato con deliberazione del consiglio comunale nel giugno 2017.
 
 
Ancora una volta, i giudici amministrativi respingono i motivi di ricorso che chiamano in causa l'intesa, sottoscritta in data 7 settembre 2017 dalla Conferenza unificata tra Governo italiano, Regioni ed enti locali relativa al riordino dell’offerta del gioco lecito, poiché “non possiede allo stato alcun valore cogente, non essendo stata recepita da alcun atto normativo, con la conseguenza che non può spiegare efficacia invalidante sull’ordinanza impugnata” ed ha  “ha un contenuto precettivo di carattere generale e non è volta a disciplinare specificamente gli orari di funzionamento degli apparecchi per gioco lecito”.
 
 
Inoltre, si legge nella sentenza, non “appare configurabile il lamentato vizio di istruttoria. Va osservato che il provvedimento gravato contiene un puntuale riferimento alle esigenze di tutela della salute pubblica e del benessere individuale e collettivo dei cittadini, al cui soddisfacimento è preordinato, attraverso la lotta alla dipendenza da gioco cui è strumentale la riduzione oraria degli apparecchi per il gioco lecito in tutto il territorio comunale. Invero, nelle premesse dell’ordinanza si dà contezza dei dati acquisiti, all’esito di un’attenta istruttoria da parte dell’Amministrazione capitolina”.
 

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