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Il coraggio di cambiare

28 luglio 2014 - 08:18

Sempre più spesso sentiamo parlare della necessità di un cambiamento nel nostro paese. Salvo poi ritrovarsi, nostro malgrado, ad assecondare, direttamente o indirettamente, il permanere dello status quo, incapaci di abbandonare, probabilmente, la meglio conosciuta e quindi più rassicurante “strada vecchia”.

Scritto da Alessio Crisantemi
Il coraggio di cambiare

In uno scenario kafkiano che rispecchia alla perfezione quello che avviene, più in piccolo, all’interno del comparto del gioco pubblico. Dove da tempo si invocano rivoluzioni e si promettono riforme, rimanendo sistematicamente al punto di partenza e alla stato di generale confusione e precaria stabilità con cui da sempre convincono gli addetti ai lavori. Oggi però qualcosa sembra muoversi davvero. Se in meglio oppure in peggio, è troppo presto per dirlo, ma vale comunque la pena segnalare il compimento del primo piccolo passo e il progresso racchiuso già nella mera volontà di cambiare e di creare nuove prospettive. Guardandosi attorno, nel settore, se ne possono scorgere diversi, di cambiamenti. Il più recente, forse, è quello che sta avvenendo nel settore ippico (e qui si potrebbe parlare davvero di rivoluzione): e anche se a dare la spinta a un ingranaggio ormai arrugginito è stato il Legislatore, con la soppressione di Unire prima e l’annuncio della costituzione di una Lega Ippica poi, si è messo in moto un meccanismo che, nei giorni scorsi, ha portato alla nascita di un progetto (il secondo, addirittura) proposto da Snai, attraverso il suo amministratore Giorgio Sandi. Già, proprio Sandi: colui il quale, a proposito di cambiamenti, era uscito soltanto qualche settimana fa dalla rappresentanza del gioco pubblico di Confindustria, contestandone le metodologie.
Restando in ambito associativo, poi, non può sfuggire un altro cambiamento, più politico e forse meno radicale, che si registra nella collaborazione annunciata tra le due associazioni di categoria Sapar e As.Tro. Un accordo non scritto, in nome del gestore, che può apparire scontato, ma che non lo è affatto. Anzi, nel corso degli anni, le associazioni erano state assai distanti nei loro percorsi mentre oggi riescono non solo a dialogare ma a portare avanti progetti comuni. Pur mantenendo le rispettive entità e i propri punti di vista, ma mettendo davanti le esigenze della categoria. E di questo va dato merito ai due presidenti per aver compiuto un’operazione in qualche modo ‘storica’ per il settore.
Come non citare inoltre, parlando di cambiamenti, quello operato dall’Acmi, l’associazione dei costruttori, che ha rinnovato la presidenza affidandola, per la prima volta in assoluto nel settore e non solo nell’associazione, a una donna. Per un risultato, anche qui, senza dubbio epocale.
Ho sempre a mente le parole di Arthur Godfrey il quale sosteneva che “pur essendo sulla strada giusta, resteremo travolti dagli altri se ci sediamo ad aspettare”. E chi sta lavorando, in questi giorni, a un rinnovamento delle propria realtà, imprenditoriale o associativa che sia, potrà almeno dire di averci provato. Con il coraggio di chi vuole davvero cambiare il settore, oltre al proprio paese.

 

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