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La metamorfosi del gioco pubblico

22 aprile 2024 - 12:28

La due giorni del Gioco Pubblico di Roma (IGE) lancia un segnale importante che l'industria deve saper cogliere: coltivando la nuova immagine consegnata all'opinione pubblica, alla politica e al Terzo Settore.

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Qualcosa è cambiato. Questa volta davvero. Il Gioco pubblico, oggi, ha davvero un altro volto. All’indomani dell’Italian Gaming Expo & Conference di Roma appena andata in archivio a Palazzo dei Congressi, è questa la prima riflessione che possiamo trarre dalla riuscita della manifestazione. Si, perché l’industria del gioco, forse per la prima volta nella sua storia, è riuscita davvero a mostrarsi come tale. Alla pari degli altri comparti che caratterizzano il tessuto industriale nazionale. Come un settore “normale”, dunque, esattamente come chiedeva da tempo l’intera filiera, stanca di essere considerata e percepita come una sorta di “anomalia” nel paniere economico del Paese e - peggio ancora - come un settore scomodo, se non addirittura pericoloso.
Invece, oggi, il Gioco Pubblico viene celebrato una volta tanto come una vera industria: esaltato - per giunta - per le sue caratteristiche di eccellenza da punto di vista dell’innovazione, della ricerca e sviluppo dal punto di vista tecnologico e sotto il profilo della sostenibilità. Questo è quanto emerso dalla due giorni di Roma, dove si sono alternati oltre 130 speaker di alto profilo, in un confronto aperto tra politica, istituzioni, esperti e stakeholder industriali: con una rappresentanza globale del comparto italiano, che ha incluso sia i grandi gruppi di livello internazionale che le piccole e medie imprese che compongono il settore e che continuano a caratterizzare ampiamente il mercato. Ma oltre al confronto interno, l’evento è stato caratterizzato anche dall’ampia partecipazione di soggetti terzi, provenienti da altri settori, favorendo una contaminazione virtuosa tra diverse industrie e, soprattutto, con il mondo scientifico, grazie alla massiccia partecipazione di docenti e rappresentanti delle migliori università italiane (dalla Bocconi e dal Politecnico di Milano alla Luiss di Roma, passando per l’Università di Napoli o il Politecnico di Bari e altri). 
Un evento riuscito, dunque, ma soprattutto – cosa molto più importante -, un obiettivo raggiunto per il settore: che ora però dovrà fare tesoro del risultato raggiunto e fare in modo che questo nuovo sguardo nei confronti del comparto non rimanga circoscritto e limitato alla durata e perimetro della kermesse capitolina ma possa rappresentare un nuovo inizio, inaugurando una nuova stagione del gioco pubblico. Con gli addetti ai lavori che sono chiamati oggi a rialzare la testa, prendendo atto di questo nuovo posizionamento che deve quindi essere appoggiato, sostenuto, cavalcato e arricchito da ulteriori contenuti, per confermare questa nuova immagine e la corretta percezione che viene finalmente instillata negli occhi dell'opinione pubblica, attraverso le istituzioni. Non è certo un caso se a partecipare all'evento, oltre ai soggetti di spicco poc'anzi citati, sono stati anche altri rappresentanti chiave per l'industria del gioco: partendo da quelli del mondo bancario (nell'interessante panel su derisking e antiriciclaggio andato in scena nel secondo giorno di evento), che rappresentano già in sé un risultato, tenendo conto dei rapporti critici tra il settore e gli istituti di credito registrati fino ad oggi, fino ad arrivare all'universo dei Media, non solo rappresentato dalla stampa presente alla manifestazione e dalla copertura mediatica registrata da Ige, ma anche dagli esponenti delle principali testate e tv nazionali, che hanno aderito direttamente all'evento: come Nicola Porro, conduttore Mediasete e vice direttore de Il Giornale, che ha condotto (egregiamente) il dibattito di apertura, o come il vice direttore del Tg di La7 e conduttore di Coffe Break sulla stessa rete, Andrea Pancani, che ha moderato un panel sul gioco responsabile. Senza contare la conduzione della serata degli Italian Gaming Awards (IGA), che hanno accompagnato la chiusura del primo giorno di evento, affidata al Direttore di Rainews24, Paolo Petrecca
Se anche il gioco volevo la sua parte, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, reclamandola a gran voce, adesso finalmente l'ha ottenuta: e agli addetti ai lavori spetta ora il compito di conservarla e coltivarla nel tempo. Dimostrando di iniziare anche a ragionare come una vera Industria, facendo sistema, come avviene in tanti altri comparti, superando le antiche divisioni, soprattutto di fronte alle sfide e agli obiettivi comuni: come quello della sostenibilità, che per il gioco rappresenta la vera e unica battaglia campale. Perché essere sostenibili significa esserlo sotto ogni aspetto: partendo quindi dalla sostenibilità economica, senza la quale non possono essere garantire anche tutte le altre forme di tutela, garanzia e sicurezza  che rientrano in una visione più ampia del termine.
Per tutti questi aspetti, dunque, l'evento di Palazzo dei Congressi ha lasciato un segno concreto, tracciando un solco che l'industria dovrà seguire e coltivare, anche al di là della specifica manifestazione. Mentre per quanto riguarda Ige, in questo caso il futuro è già scritto, ed è in parte già stato annunciato, partendo dalla prossima data divulgata alla fine della manifestazione (9-10 aprile 2025). Per un evento che vuole essere un appuntamento annuale, continuando ad offirre e garantire una piattaforma di confronto per l'industria con tutte le altre parti in causa. In questo senso, la location scelta dagli organizzatori non è affatto casuale, con la sede  dello splendido Palazzo dei Congressi che ha voluto dare un segnale chiaro, non solo di grandezza del settore, ma anche di visione futura e di sviluppo della manifestazione, che potrà crescere e trvoare ulteriore spelndore in quegli spazi, di pari passo con l'industria. Con la storia del Palazzo che in qualche modo sembra richiamare quella dell'industria del gioco pubblico: forse in pochi sanno che quell'edificio era stato voluto e avviato nei lavori durante il Ventennio fascista, per dover diventare il quartier generale della Nuova Italia che il Duce che intendeva creare: salvo poi ritrovarsi incastonato della Guerra Mondiale che ne ha compromesso i lavori, poi ripresi e completati nei dieci anni successivi: dando comunque vita al progetto, sia pure sotto un'altra ottica e per altri obiettivi, ma comunque all'insegna della grandiosità italiana. Diventando addirittura sede dei congressi del Partito Comunista e di tante manifestazioni, sportive ed economiche. Continuando fino ad oggi con l'ospitare grandi eventi, come il forum della Pubblica Amministrazione e tanti altri, guardando con fiducia all'avvenire. Ebbene questa immagine sembra richiamare appieno quella del comparto del gioco: come una realtà storica che affonda le radici nel passato, ma che riesce a proporsi in grande stile anche nel presente, proiettandosi direttamente nel futuro. Augurandoci che possa essere proprio questo il percorso intrapreso dal comparto, per una vera e propria metamorfosi agli occhi dell'opinione pubblica: non nel senso kafkiano, di un’impossibile conciliazione tra le aspirazioni individuali e le costrizioni della società contemporanea, ma piuttosto nel senso scientifico e zoologico del termine, quale insieme dei cambiamenti, talora profondi e complicati, che subiscono gli organismi nel passaggio alla fase adulta, che ne rappresenta la piena maturità.
 

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