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Lo scandalo del calcio scommesse e i risvolti (al contrario) sul gioco pubblico

25 maggio 2015 - 07:24

Di fronte a uno scandalo immane come quello del calcioscommesse bisogna fare chiarezza, e non solo pulizia. Sgombrare il campo dagli equivoci (tanti) oltre a tagliare le mele marce (troppe) che hanno alimentato un sistema illecito alquanto diffuso, o che lo hanno comunque reso possibile. A più livelli.

Scritto da Alessio Crisantemi
Lo scandalo del calcio scommesse e i risvolti (al contrario) sul gioco pubblico

 

Per affrontare il problema in maniera completa, serena e soprattutto onesta, tuttavia, bisogna iniziare a chiamare le cose con il proprio nome e ad individuare i veri colpevoli e i tanti responsabili. Che ci piaccia o meno. Superando la resistenza culturale tipica del nostro paese che rende praticamente inattaccabile un settore come quello del calcio, rispetto al quale abbiamo tutti la memoria un po’ corta, finendo col dimenticare gli scandali che lo hanno caratterizzato, nel corso dei decenni, e che sembrano ripresentarsi sistematicamente nel corso del tempo. Sia pure in forme e modalità diverse, forse più evolute, ma sempre simili nei concetti di base, che prescindono di gran lunga dalla legalità. E dai valori che lo stesso sport vorrebbe veicolare.

 

I PROBLEMI DEL SISTEMA - Ogni volta, è come se fosse la prima volta. Anche rispetto agli strumenti di prevenzione che dovrebbero arginare tali fenomeni di irregolarità. Per questo è necessario capire a fondo quali sono i problemi che affliggono il sistema sforzandoci di capirne le origini e le modalità con cui si propone. Purtroppo anche in questo siamo soliti ripeterci e, anche questa volta, lo scandalo del calcio finisce col diventare lo scandalo delle scommesse sul calcio. Con l’evidente transizione dell’interesse generale attorno al ‘sistema scommessa’ più che al ‘sistema sport’.

 

BOOKMAKER ESTERI - A poche ore dagli arresti scaturiti dall’operazione ‘Dirty Soccer’ sono subito giunti, da più parti, verdetti insostenibili e proposte di norme (o peggio ancora di interventi legislativi) mirate a limitare le attività di scommessa in Italia sui cosiddetti campionati minori. Dimenticando (o, peggio ancora, ignorando completamente) che la rete criminale scovata dagli inquirenti – esattamente come già avvenuto nel caso di Calciopoli – era basata completamente su giocate effettuate su bookmaker esteri, per lo più asiatici o di paesi con controlli molto più blandi del nostro. E non è certo un caso. Anzi. Quello che si continua a ignorare – colpevolmente, anche se avvenisse involontariamente – è che il sistema del gioco pubblico italiano e della rete nazionale di scommesse, quella controllata dal Ministero dell’Economia attraverso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e operata attraverso i concessionari di Stato, è sottoposto a un regime di controlli assai rigidi e ad una attività di intelligence basata sul monitoraggio continuo e in tempo reale di tutte le giocate che vengono effettuate nella Penisola. In modo da evidenziare ogni movimento potenzialmente anomalo, come potrebbe essere una forte concentrazione di giocate su un determinato evento o specifico risultato. Oltre al fatto che esistono dei limiti insuperabili di puntata per gli scommettitori, e l’obbligo di registrazione delle vincite in caso di premi superiori ai mille euro. Per questo i movimenti di denaro su partite alterate nei risultati dalla rete criminale non potevano (e non potrebbero) avvenire sulla rete legale. E per questo lo scandalo del calcio scommesse è un problema del calcio e non delle scommesse.

 

DANNEGGIATI OPERATORI LEGALI - Visto che i bookmaker legali sono, al contrario, tra i primi ad essere danneggiati da questa attività illecita visto che l’alterazione di un risultato di un match comporta una perdita di denaro per le loro casse, visto che le quote vengono stimate rispetto alla prevedibilità di un risultato, che varia completamente in caso di interventi esterni (o interni). Eppure continuiamo a sentire che anche questo è un risultato della diffusione dell’azzardo nel paese, delle troppe possibilità di scommessa, e così via. Forse perché è più facile puntare il dito contro un settore già nell’occhio del ciclone piuttosto che gettare il fango, o sollevare dubbi, sullo sport nazionale. Eppure se giocatori, presidenti di squadre, o chi per loro, si vendono i risultati delle partite per farci lucrare dei criminali, il problema è del calcio e dello sport, non di altri. E non certo il caso di fare di tutta l’erba un fascio, per carità. Perché al tempo stesso esistono squadre, giocatori e società che mai e poi mai si presterebbero a situazioni di questo tipo.

 

IL MODELLO ITALIANO - Ma non bisogna neppure minimizzare ciò che avvenuto (e che avviene da anni) o di spostare l’attenzione sul settore del betting. Anzi, andrebbe fatto un passo in più. E se mai qualcuno dovesse interessarsi davvero della materia, potrebbe capire che proprio da situazioni come questa si potrebbe riuscire a valorizzare il sistema del gioco legale, facendo riflettere in maniera concreta sul fatto che l’industria del gioco lecito è il primo baluardo che esiste in difesa della legalità. E che se esistesse un sistema di controllo e gestione del gioco come il nostro in tutti i paesi (non a caso il modello italiano viene studiato e adottato da vari Stati, europeo e non solo), probabilmente non si potrebbero organizzare delle reti criminali come quella scoperta in questi giorni. Tanto più se si osserva che, nel settore, è stata avviata ormai da anni una campagna di prevenzione e informazione rivolta alle squadre di calcio e le società sportive che partecipano a campionati in cui è possibile scommettere, per informare i giocatori della possibilità di andare incontro o assistere a situazioni di combine, in vari sport. Ma forse non c’era ancora troppa attenzione su questa materia, e alle indagini di Cremona si è continuato a preferire lo spettacolo della Champions e dei campionati. A ragione, verrebbe da dire, perché di problemi ne abbiamo già fin troppi nel quotidiano e non possiamo rovinarci anche il calcio. Ma è proprio questo che vorremmo tutti: un gioco pulito, a tutti gli effetti. Per ottenerlo, bisogna scommettere sul gioco pubblico. Letteralmente.

 

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