skin

Il 5 maggio del gioco pubblico: lo Stato non fu più immobile

02 maggio 2016 - 10:01

La settimana corrente segna l'avvio del confronto tra Stato ed Enti locali sul gioco pubblico. A partire dal 5 maggio: data epica e, ci si augura, di buon auspicio.

Scritto da Alessio Crisantemi
Il 5 maggio del gioco pubblico: lo Stato non fu più immobile

"Ei fu. Siccome immobile". Inizia così la celebre ode di Alessandro Manzoni 'Il 5 maggio' dedicata alla scomparsa di Napoleone, avvenuta proprio in quella data, nel 1821, e rimasta impressa nella storia. Il 5 maggio di quest'anno è invece destinato a segnare un'altra storia: quella del comparto del gioco pubblico, essendo la data in cui è fissata la prima Conferenza unificata dedicata alla regolamentazione del comparto, in attuazione delle disposizioni previste dalla Legge di Stabilità per l'anno corrente, che prevedevano la concertazione tra governo ed enti locali su questa materia entro il termine del 30 aprile. Anche se non si è raggiunto un accordo nel primo quadrimestre, dunque, è stata almeno fissata la data di discussione, e già questo deve essere ritenuto un primo risultato, tenendo conto che fino a qualche giorno fa si temeva addirittura un rinvio sine die.

Per questo, nonostante le precauzioni del sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, che ha precisato come questa riunione sia soltanto il primo passo verso un accordo ancora da raggiungere, lasciando intendere che saranno necessarie altre sedute di lavoro, che seguiranno, per arrivare a una mediazione, - la data del 5 maggio rappresenta comunque un avvenimento 'storico' per il settore. E l'ode manzoniana appare davvero evocativa. Se non altro pensando che lo Stato, “siccome immobile” rispetto cosiddetta 'questione territoriale', ha reso necessario un intervento in sede di Conferenza unificata al fine di sovvertire – probabilmente in extremis - una situazione divenuta particolarmente critica nel rapporto con gli enti e negli effetti sulla filiera del gioco. Con la speranza, tuttavia, di non dover ricorrere anche qui allo stesso incipit (“Ei fu”), a indicare la morte dello Stato, che nel caso in questione si tradurrebbe nella rinuncia alla Riserva di Legge, da cui scaturirebbe, semmai, la scomparsa del settore.
Occorre quindi guardare con fiducia ai lavori della Conferenza unificata e con tutto l'ottimismo del caso: non essendoci, del resto, nessun'altra opzioni possibile. Se esiste davvero una possibile soluzione al conflitto istituzionale che sta logorando il settore (e siamo certi che ci sia), può arrivare soltanto da questo tavolo di confronto. Vale la pena rilevare, d'altro canto, i buoni auspici con cui, da entrambe le parti, si accoglie questa riunione, com'è emerso chiaramente la scorsa settimana, in occasione della presentazione del libro di Gn Media: 'La questione territoriale', dedicato proprio a questo conflitto, e proposto a politica e istituzioni in tempi utili per una riflessione approfondita su questi temi. Allo scopo di agevolare la ricerca di quell'auspicata soluzione di cui si parlava poc'anzi, dichiarando la fine delle ostilità. O, quanto meno, invocando una deposizione delle armi per un periodo sufficientemente lungo da consentire il riordino che il governo ha più volte promesso ma sempre rimandato. Coerentemente con l'ode manzoniana, tenendo ben a mente ciò che l'autore era solito ricordare: ovvero, che la letteratura deve avere “l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo”. Come nel caso del suo 'Il 5 maggio', e come abbiamo tentato di fare nel nostro ibro.
Certo, i temi con cui ci si siede al tavolo non sono in genere affrontati con la stessa visione dai diversi interlocutori: si pensi, in particolare, a quello delle distanze tra gli ambienti di gioco e i luoghi che si vogliono considerare “sensibili”, o alla disciplina degli orari da parte dei Comuni. Ma non si può fare a meno di notare come, fino a qualche mese fa, la richiesta avanzata dai territori (e il fine perseguito dalle norme locali) era basata su una pressoché totale espulsione del gioco, per una nuova forma di proibizionismo, mentre oggi si parla di una soluzione comune e condivisa. E tanto basta per guardare alla Conferenza con adeguato ottimismo. E se sarà vera gloria: ai posteri l'ardua sentenza.

Articoli correlati