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Tutti i giochi in attesa della Stabilità, e del riordino

24 ottobre 2016 - 10:55

L'ultima settimana di ottobre potrebbe essere decisiva per il futuro del gioco pubblico. In attesa del riordino e (in nome) della Stabilità.

Scritto da Alessio Crisantemi
Tutti i giochi in attesa della Stabilità, e del riordino

La settimana corrente potrebbe segnare una svolta importante per il futuro del gioco pubblico. Come annunciato dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, il 27 ottobre dovrebbero concludersi i lavori della Conferenza Unificata con il governo che uscirebbe così con un accordo programmatico sul riordino del comparto e, in particolare, della distribuzione dei giochi. Un documento su cui basarsi per la stesura delle misure da inserire nella prossima manovra finanziaria, che il governo deve finire di completare, dopo la prima stesura presentata nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri e inviata a Bruxelles. Dove ha ricevuto, peraltro, diverse critiche suscitando varie perplessità. Ma non certo sulla parte relativa ai giochi, che non è ancora stata definita, in attesa, appunto, di risolvere la cosiddetta "questione territoriale". Quello che è certo, tuttavia, è che il gioco pubblico verrà incluso nella Stabilità, alla voce "coperture", cioè tra i settori dai quali tirar fuori nuove entrate, come del resto siamo già abituati. Ma per fare questo, prima di tutto, bisogna risolvere il conflitto con gli enti, che continua a tenere bloccati i bandi di gara necessari a far quadrare i conti. O, almeno, a tirar fuori qualcosa in più da mettere a bilancio (anche se non è ancora chiaro come gli stessi bandi di gara, essendo già considerati nel bilancio del 2016 dalla precedente manovra, possano contribuire alla generazione di nuove entrate per il 2017, ma su questo si confida nella creatività del governo). Da qui la ragione della presa di posizione dell'Esecutivo che, a quanto pare, è deciso a scrivere la parola fine sul tavolo di concertazione con gli enti locali dopo mesi di polemiche e continui rinvii. Intanto però sul versante europeo la strategia sembra essere quella diametralmente opposta, sfruttando cioè tutti i possibili fronzoli della disciplina comunitaria, tra pareri, confronti e richieste di chiarimenti, per fare in modo di prendere tutto il tempo possibile prima di arrivare alla stesura definitiva, riuscendo così a giungere oltre il 4 dicembre, e cioè oltre il Referendum costituzionale che è destinato a cambiare notevolmente gli equilibri nel nostro paese, con un evidente impatto nella strategia governativa e nelle politiche economiche e fiscali. Tanto più se si pensa che nel quesito referendario si inserisce anche la riforma del Titolo Quinto della Costituzione che disciplina proprio il rapporto tra Stato ed Enti locali. Per un evidente risvolto anche in termini della stessa questione territoriale di cui sopra.
Ecco quindi che a giocare, in primis, è proprio il governo. Sui tempi, soprattutto, ma anche sui numeri della prossima manovra. In attesa del “giorno della verità” che sembra potersi verificare nel prossimo 5 dicembre, quando si potrebbe avere l'alba di una nuova nazione (migliore o peggiore che sia, lasciando il giudizio ai posteri). A quel punto la faccenda si farà serissima, però. Soprattutto per il comparto dei giochi, che potrà iniziare a conoscere le prime stime concrete rispetto alla quota di “contribuzione” richiesta per il prossimo anno e, soprattutto, i contenuti definitivi dell'annunciato piano di riordino che una volta uscito dalla Conferenza dovrà trovare una prima attuazione proprio dalla Legge di Stabilità per il 2017. Partendo dalla razionalizzazione dell'offerta che si tradurrà nel taglio delle slot in esercizio e nell'emanazione di un nuovo contingentamento. E, forse, anche molto di più. Ma tutto dipende da come si uscirà dal tavolo con gli enti locali. Per questo la settimana corrente potrebbe rivelarsi davvero decisiva. Come pure quelle successive che accompagneranno il paese verso il Referendum: con l'auspicio che tra le varie idee e proposte mirate a generare nuove entrate, il gioco possa essere messo da parte, una volta tanto. Evitando di tornare a parlare di vecchi progetti e nuovi appetiti (primo su tutti: la lotterie sugli scontrini, che ritroviamo, ancora una volta, dopo la prima stesura addirittura del 2005) che rischierebbero soltanto di rendere ancora più complessa la situazione in cui si trova il comparto. Prima è meglio riordinare il comparto (oltre alle idee), poi si potrà anche parlare, forse, di nuovi sviluppi. Adesso basta giocare, verrebbe da dire. In nome e in attesa della stabilità.

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