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Cioffredi (Osservatorio legalità): 'Lazio, legami fra mafie e gioco illegale'

23 settembre 2016 - 14:51

Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio per la legalità nel Lazio, illustra il Rapporto 2016 sulle mafie.

Scritto da Redazione
Cioffredi (Osservatorio legalità): 'Lazio, legami fra mafie e gioco illegale'

 

"Le mafie tradizionali non si limitano più a investire ingenti risorse attraverso prestanome o teste di ponte, rimanendo a distanza, perché oggi alcune inchieste (soprattutto sul gioco d'azzardo e il narcotraffico) dicono che c'è stato un cambio di scenario. Le strutture criminali si sono trasferite a Roma e gestiscono le attività in modo diretto e capillare sullo stesso territorio".

 

Questo uno dei dati illustrati da Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio Tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità nel Lazio, nel corso dell'audizione della Commissione consiliare speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale del Consiglio regionale del Lazio, tenutasi oggi, 23 settembre.

 

La seduta ha avuto al centro Rapporto 'Mafie nel Lazio' del 2016, presentato lo scorso luglio, che grazie al lavoro comune di Osservatorio, rappresentanti delle Forze dell'ordine e della Procura distrettuale antimafia, "ha tentato di mettere insieme i risultati delle inchieste del passato con quelli del presente, al fine di capire quali siano i legami, le sinergie dei vari clan mafiosi presenti e operanti nel territorio laziale", sottolinea Cioffredi.

"Dal Rapporto emerge la conferma di una presenza plurale delle mafie nel Lazio, dovuta alla rappresentanza di tutte le associazioni di derivazione meridionale, con elementi di complessità non riscontrabili in altre regioni d'Italia. A queste si aggiunge la presenza dei cosiddetti clan autoctoni, non necessariamente configurabili nell'articolo 416 bis del codice penale, ma che sicuramente utilizzano metodi mafiosi e che mostrano di poter convivere con le mafie tradizionali. Sono bande nate nel cuore delle nostre città e dei nostri quartieri, per lo più grandi famiglie che non si fanno la guerra, perché le mafie sono interessate agli introiti economici e vogliono una sorta di pax tra i vari criminali", conclude il presidente dell'Osservatorio.
 

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