Casinò, sguardo verso il futuro partendo dai dati

Ecco l’ultimo anno confrontabile tra i quattro casinò italiani.

Ora i tempi sono cambiati e non poco, la pandemia poi la guerra  con la conseguente crisi economica con la svalutazione e  altro ancora.
Per la casa da gioco di Campione d’Italia posso credere che sia terminato il periodo di insicurezza dovuto al regime concordatario; è giunto il tempo di pensare al prossimo futuro.
Nell’anno 2019, che si propone suddiviso mensilmente, sono evidenziati i ricavi dei tre casinò in esercizio; Campione era chiuso dal luglio 2018.

Emerge chiaramente che le differenze registrate nelle tre case da gioco non corrispondono ai ricavi di Campione. A prescindere dalla concorrenza svizzera che non ha dichiarato eccezionali variazioni, positive a Mendrisio negative a Lugano, si può pensare che una certa fidelizzata clientela sia rimasta appunto fedele, a Campione.

I risultati del casinò di Campione non mi sono noti; l’unica buona notizia è che sono soddisfacenti relativamente alle incombenze conseguenti alla situazione concordataria.
Parimenti non sono noti i programmi di politica produttiva e di altro che inerisce allo sviluppo del piano industriale che, certamente, esiste dopo la riapertura nel gennaio di questo anno.
A quanto è dato comprendere relativamente agli ultimi risultati noti, in particolare del casinò di Venezia (Ca’ Vendramin) per lo chemin de fer e probabilmente la roulette francese tradizionale, i giochi, ripeto volentieri, tradizionali, continuano ad essere ben frequentati.

Identica considerazione, anche se, forse, si può ammettere in misura diversa, è attendibile avanzare per la casa da gioco di Campione d’Italia che, a quanto posso ricordare dopo parecchio tempo, nei mesi invernali lasciava registrare le migliori performaces. Quindi, di cuore, i migliori auguri.