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St. Vincent, Fosson: 'Collaboriamo ma non abbiamo responsabilità'

19 marzo 2019 - 11:30

Ecco il dibattito sulle comunicazioni del presidente della Regione Val D'Aosta Fosson in merito al Casinò de la Vallée di Saint-Vincent.

Scritto da Redazione

Il presidente della Regione Val D'Aosta Antonio Fosson, nelle sue comunicazioni al Consiglio durante la seduta del 19 marzo 2019, ha dichiarato: "Come noto, venerdì 15 marzo scorso, l’amministrazione regionale è stata interessata da una perquisizione operata dalla Guardia di finanza su decreto della Procura della Repubblica. È stato acquisito quanto ritenuto utile dagli inquirenti, relativamente ai rapporti tra amministrazione regionale e alcuni istituti di credito in merito al Casinò de la Vallée di Saint-Vincent per atti che risalgono al 2014.

Per quanto riguarda la circostanza di eventuali criticità o di una mancata collaborazione che sarebbero emerse tra amministrazione regionale e Procura della Repubblica riguardo al reperimento di informazioni di interesse di quest’ultima, ho dato mandato all’avvocato dirigente della Regione di verificare questa situazione".
 
"Tengo a sottolineare - ha proseguito il presidente Fosson - che il sistema attuale dei rapporti con le autorità giudiziarie fa perno sull’avvocatura regionale, che si fa prioritariamente carico di interloquire con le strutture dell’amministrazione regionale al fine di fornire un riscontro tempestivo, efficiente e proceduralmente corretto alle richieste degli organi di giustizia (Corte dei conti, Polizia Giudiziaria, Procura penale).
 
Un sistema, questo, già stabilito precedentemente e che noi abbiamo mantenuto in toto. L’obiettivo di questo mandato dato all’avvocatura regionale è innanzitutto di verificare la necessità di eventuali e conseguenti provvedimenti interni.
 
In secondo luogo, è comunque necessario verificare se il sistema dei rapporti tra la Regione e gli uffici giudiziari necessiti di essere ancora migliorato. L’avvocatura ha chiesto un incontro con il Procuratore per verificare l’accaduto".
 
"Permettetemi di precisare che, dal mio insediamento ad oggi, non mi risulta che ci siano state problematiche di questo tipo e tantomeno mancanza di collaborazione voluta. Tutte le richieste pervenute dagli uffici giudiziari sono state prontamente riscontrate nello spirito di leale e proficua collaborazione. Sono per questo stupito ma deciso a comprendere se e dove ci siano state queste criticità e da chi siano le responsabilità. Visto la non precisazione dei tempi e dei fatti, suggerirei a chi ha parlato di responsabilità dell'attuale Giunta di essere più prudente sull’attribuire responsabilità a questo Governo, peraltro in carica da soli due mesi e mezzo, mentre i fatti in questione risalgono al 2014. Aggiungo che durante la perquisizione di venerdì è stata anche acquisita l’interpellanza del consigliere Gerandin discussa nella seduta del 9 ottobre 2014 in quanto inerente il tema della perquisizione".
 
"Sulla questione delle lettere cosiddette di patronage, confermo che le lettere che non sono mai transitate in Giunta in quei mesi del 2014, tanto che non ci sono atti amministrativi. Ego Perron, con le sue recenti affermazioni, esprime una mera opinione perché lui non era in Giunta in quel periodo. Altra cosa, quando la questione è stata discussa in Consiglio nella seduta del 9 ottobre 2014: noi non abbiamo ravvisato ragioni per dubitare degli elementi forniti in quella sede dall’Assessore Perron e cito testualmente: 'il testo formulato nelle stesse non rappresenta un impegno vincolante per l'amministrazione e le banche interessate di questo hanno pienamente conoscenza'. Non posso dire altrettanto del consigliere Gerandin che le lettere le aveva e non capiamo cosa ne abbia fatto".
 
Il presidente Fosson ha concluso affermando: "Stiamo lavorando nella legalità e nella trasparenza in un momento di grande difficoltà".
 
Per quanto riguarda la casa da gioco di Saint Vincent l'assessore alla Sanità Mauro Baccega ha ripercorso le vicende che hanno segnato il Consiglio sul tema del Casinò: "Bisognava salvare la Casa da gioco dopo gli investimenti fatti nel passato: si era deciso di seguire quel percorso perché c'erano 840 dipendenti che rischiavano di andare a casa. Bisognava completare i lavori e nel 2013 ci fu una grande assunzione di responsabilità da parte di questo Consiglio.
 
Sono state richieste delle camionate di documentazione nell'ambito delle varie inchieste: tre lettere sono sfuggite? Essere accusati di mancata collaborazione è grave, vorrei che fosse fatta chiarezza su questa questione. Noi abbiamo dato tutta la collaborazione possibile e immaginabile. Oggi, quello che riteniamo altrettanto grave è la continua richiesta di dimissioni, di ritorno al voto: dopo mesi e mesi di immobilismo politico, voi chiedete di tornare al voto, invece di rilanciare un progetto? Questo è irresponsabile".
 
Il consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA) ha rilevato: "Quest'aula non è un tribunale a porte aperte - anche se il sottoscritto con validissimi dirigenti regionali, a suo tempo, ha subito un tribunale a porte chiuse - e non dobbiamo dare informazioni errate ai cittadini sulla Casa da gioco o sul processo di quotazione in borsa di Cva, per il quale si è agito secondo le regole del mercato. Spesso la speculazione politica è utile, ma non in questo caso".

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