La crescita esponenziale degli online games (con il mercato che ormai punta ai 2 miliardi di Ggr) suggerisce ai casinò nazionali di percorrere la strada della diversificazione verso questo settore, consapevoli della spendibilità della storica notorietà dei loro elementi identificativi (per non parlare di marchio) nel mondo, ormai omnichannel, del gaming.
Ma, come sottolineato da Maurizio Guerra, direttore marketing di Microgame nel recente convegno di Enada organizzato da Gioconews.it, il gaming va sempre più inquadrato come parte del più ampio settore del leisure, ossia dell'intrattenimento e tempo libero.
Ecco dunque che la diversificazione del casinò "fisico" verso un completamento della propria offerta con eventi, luoghi di shopping, convegni, sempre di alto livello, costituisce un apprezzabile percorso strategico sicuramente da seguire.
I recenti bandi del Casinò di Campione di Italia per ospitare attività commerciali vanno sicuramente in questo senso, anche considerando che, rispetto agli oltre 50.000 metri quadri coperti del palazzo dell'archistar Botta, solo circa il 10 percento è destinato ad attività propriamente di gioco.
I bandi, con una base di partenza di 600.000 euro annui per 3000 metri quadrati (200 euro a mq./anno) avranno probabilità di maggior successo dopo il 6 giugno, successivamente all'auspicata omologa del piano in continuità. C'è da ricordare che il Casinò di Campione di Italia, anche negli anni di crisi, ha sempre mantenuto un livello di "traffico" straordinario (anche 750.000 ingressi/anno) e quindi, con una prospettiva di stabilità della propria azione aziendale, il palazzo potrà diventare sicuramente appetibile per molti operatori commerciali.
La proposta economica del bando è sicuramente competitiva, tenendo conto dei livelli economici per un affitto commerciale in Ticino, anche in questa fase molto difficile e non ancora totalmente post-pandemica.
Per meglio comprendere il valore degli affitti nel settore casinò in ambito ticinese, può risultare utile ricordare la recente vicenda relativa al Casinò di Locarno che ha contestato l'affitto di 1 milione di franchi all'anno (986.000 euro) al Comune oggi proprietario dello stabile, autoriducendolo a 500.000 franchi all'anno (493.000 euro) anche in considerazione dei periodi di chiusura legati al Covid e alla vetustà dell'immobile, che richiede urgenti lavori di ristrutturazione.
Il Casinò di Locarno (di categoria B per le autorità svizzera) ha 150 slot e 8 tavoli e un ristorante con 50 coperti interni (altri 50 esterni) per una superficie che Gioconews.it stima in 800 mq. Quindi, con l’autoriduzione, si è passati da un affitto di 1232 euro annui a mq a 616 euro annui a mq. Quest'ultimo valore è stato considerato troppo basso dalla proprietà comunale.
Ma sul tema del valore dell'usufrutto (concetto piuttosto affine all’affitto) del Palazzo di Campione di Italia (oltre a quello del marchio Casinò di Campione di Italia) si giocherà la parte del procedimento penale legata al Casinò, che prenderà il via martedi 12 aprile.
Per completezza, ricordiamo che il valore annuo "contestato" è quello di 6.723.000 (nel 2011) e 6.855.000 (nel 2014) euro, mentre il valore annuo "corretto" indicato dai curatori è 3.877.000 (nel 2011) e 3.759.000 (nel 2014) euro.
Solo a titolo esemplificativo, se rapportiamo questi valori ai circa 50.000 mq del palazzo, essi diventano circa 134/137 euro a mq/anno rispetto a 78/75 euro a mq/anno.