Responsabilità, professionalità, esperienza: i 'must' per la gestione dei casinò
Gli elementi fondamentali per la gestione dei casinò risiedono in responsabilità, professionalità ed esperienza.
Affrontare l’argomento sulle gestioni delle nostre case da gioco risulta essere sempre molto complicato e delicato. Per approfondire la questione su come sono stati e vengono gestiti i casinò da quando è iniziata la crisi che ha messo in luce le carenze del “non saper” gestire un’attività peculiare come quella dell’azzardo servirebbero almeno cento pagine per entrare nei dettagli di quanto abbiamo assistito in questi ultimi vent’anni e pertanto ci limiteremo soltanto ad alcune considerazione di carattere generale.
Prima della crisi i casinò andavano a gonfie vele e le varie gestioni non si erano mai poste il problema crisi, vuoi perché non erano ancora nate le Spa, vuoi perché le gestioni dirette dei vari enti locali fungevano sempre da cuscinetto e, alla fine, tutti ne erano soddisfatti.
Da quando sono state istituite le Spa a partecipazione pubblica le cose iniziano a cambiare proprio sulla tipologia di gestione con dirette responsabilità previste dalle normative in materia di società. Ecco arrivare i primi manager promossi sul campo come esperti di gioco, catapultati direttamente dalle scelte politiche delle varie amministrazioni, ma senza alcuna conoscenza dell’”industria casinò”. Bastava aprire il portone d’ingresso dei casinò e tutto filava come una macchina ben oliata e senza alcun intoppo. Bassi costi, alti introiti.
Dinnanzi a questi fatti concreti le varie amministrazioni locali, alle quali spetta la nomina dei componenti dei vari consigli di amministrazione e le scelte dei ruoli apicali, non hanno saputo cogliere il momento e individuare quelle figure che potevano, in qualche modo, affrontare la particolare situazione limitandone i danni. Certamente non si potevano aumentare gli incassi fino a quel momento raggiunti, ma almeno provvedere a intraprendere una gestione più oculata e attenta derivante dalla peculiarità dell’attività di gioco.
Tenendo conto che l’unica fonte di guadagno deriva esclusivamente da chi varca la soglia d’ingresso delle case da gioco, non è stata data la giusta attenzione al cliente e non è stata quasi mai attuata una politica di incremento della clientela (meglio dire di giocatori) con azioni dirette a queste categorie di fruitori. Nella maggior parte dei casi abbiamo assistito a operazioni improbabili che nulla avevano a che fare con il core business dell’attività e, mentre la maggior parte dei clienti giocatori percepiva una minore attenzione nei propri confronti con una riduzione consistente di benefits, altri soggetti ne traevano vantaggio. Nuovi, o potenziali nuovi giocatori, non venivano intercettati per la poca conoscenza del settore di chi guidava i vari casinò.
Dopo il taglio dei costi, visto che ancora i conti non tornavano, si è iniziato a metter mano sui portafogli dei lavoratori con la minaccia di licenziamenti ed esuberi. Nella maggior parte dei casi i risparmi derivanti dal taglio del costo del personale o dall’applicazione dei contratti di solidarietà non hanno portato alcun beneficio alle aziende e il “sacrificio” dei lavoratori è risultato pressochè inutile. Inoltre, anche il taglio o il risparmio del costo del lavoro non è stato utilizzato per investire su azioni di rilancio e nel caso specifico i lavoratori si sono trovati beffati e danneggiati e senza alcuna garanzia di mantenimento del posto di lavoro
Mentre i lavoratori si vedono tagliare le retribuzioni, amministratori e dirigenti non risentono di questo momento mantenendo i loro status e, nemmeno da parte delle proprietà sono state intraprese azioni nei confronti di coloro che prevedevano incassi straordinari contenuti solo sulla carta dei piani industriali e che poi si sono verificati nettamente inferiori rispetto alle attese portando le azienda a una situazione di contrazione di incassi quasi irreversibile. Vale la pena di ricordare soltanto un’azione legale intrapresa da parte di un’amministrazione comunale per “mala gestio” nei confronti di un amministratore e la conclusione è stata una transazione onerosa in favore di quest’ultimo. In altri casi così evidenti, le varie proprietà non hanno mai svolto alcuna azione sulle reali responsabilità dei soggetti preposti al buon andamento dell’attività dei casinò e questo fa comprendere che manca proprio professionalità ed esperienza.