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Vincere alla roulette, una questione statistica?

10 marzo 2025 - 11:36

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema delle possibili vincite alla roulette grazie al supporto della statistica.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Free Walking Tour Salzburg su Unsplash

Foto di Free Walking Tour Salzburg su Unsplash

È trascorso qualche giorno da quando ho narrato di quel giocatore che intendeva trovare il modo di vincere alla roulette francese. La mia lunga permanenza nell’ambiente mi permette il ricordo di un altro personaggio che aveva in mente, così mi aveva illustrato una volta, uno studio statistico relativo alla frequenza dei numeri. Non si trattava di trovare i difetti delle macchine anche perchè non essendo inamovibili sono intercambiabili; aggiungo a mio parere che se esiste un difetto certamente è a svantaggio del banco e per questo motivo le ruote sono controllatissime. 

Tornando al giocatore “statistico” come lo appellavo quando avevo occasione di incontrarlo non nella sala del casinò, era stupefacente per il gioco che sosteneva: vicini dello zero, serie 5/8 e orfanelli. In sostanza giocava tutti i 37 numeri, puntava 20 gettoni; 9 per i vicini, 6 per la serie e 5 per gli orfanelli.
Con un cavallo era in passivo di 2 pezzi (20 – 17 + la puntata vincente), con un carrè (25/29)  2 pezzi (20 – 16 + 2 della puntata vincente), con la terzina (0,2,3) era in attivo di 4 pezzi (22 della vincita – 20 del gioco + 2 della puntata vincente), col pieno (numero 1, degli orfanelli) era in attivo di 16 pezzi (35 - 20 + la puntata vincente e con 2 cavalli degli arfanelli, 14/17 e 17/20, era in attivo di 16 pezzi (34 - 20 + 2 della puntata vincente).
Sino a questo punto mi era tutto chiaro, per quanto all’intendimento molto meno. Ma ogni persona si diletta come crede e non mi permettevo allora e neppure ora di esprimere un giudizio in merito. Il risultato finale dipende dalla fortuna e lo studio  statistico, come aveva detto il giocatore, avebbe potuto farlo in altro modo, ad esempio scrivendo i numeri usciti in sequenza senza la necessità di un gioco tanto lungo e una eventuale complicazione finale, sempre che fosse prevista una qualche operazione attinente al residuo di gettoni, se attivo o passivo rispetto a quelli inizialmente impegnati. Complicare gli affari semplici è pur sempre uno sport?
Mi scuso per la lungaggine precedente ma non potevo farne a meno, non tutti sono esperti di roulette francese; mi sono limitato all’indispensabile senza elencare i numeri compresi nelle giocate appena evidenziate.
Al termine di questa “fiaba”, rammentando che un altro giocatore pareva l’avesse adottata, posso garantirlo ma non avevo compreso se era l’attesa per la boule o perché non sapeva attendere con calma, anche se poca, del vero giocatore che deve aspettare, ora doveva perché si dispone del video, la conclusione di una eventuale contestazione. 

L’esperienza mi ha insegnato che il vincere dipende soltanto dalla fortuna e non è assolutamente possibile, come potrebbe accadere in altro, aiutarla regolarmente. Forse può succedere e magari non è scoperto immediatamente ma, e si può esserne certi, il fatto non può sfuggire non solo de visu direttamente o tramite le riprese video ma con l’aiuto della statistica e della matematica. La prima sempre e comunque confortata da elementi di natura anche storica ricavabile da quanto in possesso delle gestioni nel loro legittimo interesse a curare il ritorno di quanto investito.
Scusate un mio chiodo fisso: il controllo di quanto spetta, percentualmente, al concedente sui proventi di gioco. Ho specificato in percentuale perché se si trattasse di un fisso non sarebbe il caso di parlare di controllo. È, quest’ultima, una modalità che non mi pare accettabile ma è una mia personale idea probabilmente dettata dall’esperienza.

Tornando al tema del controllo, bene inteso quello sulla regolarità del gioco e degli incassi che, a mio parere, sembra dettato dalle vigenti disposizioni collegabili alla natura giuridica delle entrate di cui trattasi. Ripeto che il maggior supporto l’ho trovato in internet visionando un elaborato ad opera dei controllori di una casa da gioco italiana più volte citata.
La metodologia che ho citato consente, tramite il supporto di dati storici, statistici e matematici, questi ultimi collegbili alla probabilità a favore del banco nei giochi di contropartita, senza omettere l’ausilio di un buon sistema computerizzato e il  rilevamento di ogni discrepanza meritevole di approfondimenti.

Chiudo aggiungendo che il sospetto è brutto e le conseguenze peggiori, ma il proseguire senza cercare di eliminarlo e/o di trovare una giustificazione a ciò che lo ha fatto nascere permette, purtroppo, che si instauri un clima difficile, non solo al quieto vivere, ma, ed è ancor più rilevante, al buon svolgimento  di una politica produttiva.

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